La data ultima per la presentazione del Piano di rientro che eviterebbe al Comune di Taormina il default è quella del 2 giugno. Palazzo dei Giurati ha ospitato la prima riunione del team di lavoro anti dissesto, formato dagli avvocati Gaetano Callipo (con studio a Gioia Tauro), Marcello Scurria (Messina) e Pietro De Luca (Catania). Del gruppo fanno parte, inoltre, Saro Curcuruto, dirigente degli uffici finanziari e Francesco Bruno, esperto dell’ente locale. In sinerigia con l’assessore alle Finanze Salvo Cilona, si sta cercando di mettere a punto un piano plausibile da presentare alla Corte dei conti. Il grande nodo da sciogliere riguarda la mole debitoria del Comune. Alla quale farebbe da contraltare un’altrettanta mole di crediti non riscossi. Il primo passo da compiere è legato alla sentenza passata in giudicato del lodo Impregilo, l’impresa che ha realizzato i parcheggi. Il Comune – è quanto emerso dalla prima riunione – tenterà di pagare “cash” i cinque milioni stabiliti nell’atto.
L’impresa rivendica altri 28 milioni di euro da circa 20 anni, ma ancora non vi è alcuna sentenza. Si parte dalla somma più piccola. Comunque consistente per un bilancio comunale, peraltro fortemente provato. Ma i debiti non finiscono qua. Ci sono quelli inerenti i lavori eseguiti al Palacongressi e gli espropri dei terreni per la realizzazione della piscina comunale di contrada Bongiovanni. A fare da contraltare ci sarebbero un credito dall’ex istituto di recupero Serit per un ammontare di circa 15 milioni di euro, bollette dell’acqua non riscosse per 6 milioni di euro, fondi non erogati dalle Regione per altri 4 milioni ed altre somme non riscosse che riguardano il 2014. Intanto il futuro del Comune resta appeso a un filo. Ed al giudizio della Corte dei conti sul Piano che sarà presentato dall’ente locale.
Carmelo Caspanello