REGGIO CALABRIA – Ci sta provando da un pezzo, la Triplice sindacale, a sensibilizzare il Governatore calabrese Roberto Occhiuto sulle feste “disastrose” cui sono costretti tantissimi tra gli addetti del comparto commercio.
Frutto della “liberalizzazione selvaggia”, per come la considerano le sigle sindacali di categoria, gli orari personalizzati anche e soprattutto in tempi di Coronavirus producono singolari contraddizioni. «Scuole chiuse e centri commerciali aperti! – rilevano i segretari regionali di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, rispettivamente Giuseppe Valentino, Fortunato Lopapa e Caterina Fulciniti –. Ci saremmo aspettati maggiore sensibilità e più attenzione da parte del Presidente Occhiuto riguardo alle misure di prevenzione contro il Covid, nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici del Commercio e dei cittadini in generale. Basta entrare in un supermercato, come succede alla stragrande maggioranza dei cittadini calabresi per rendersi conto della condizione di rischio nella quale siamo ricaduti».
Il punto, secondo i rappresentanti dei lavoratori del commercio, è che «c’è un evidente calo d’attenzione sulle misure di prevenzione e sicurezza previsti dai protocolli, sono saltati il distanziamento sociale, l’igienizzazione e la sanificazione, addirittura in alcuni ipermercati tra Natale e Capodanno sono stati rimossi i contapersone. La corsa ai guadagni ed ai consumi – accusano – ha di fatto prevalso sul buonsenso e sulla salute pubblica».
Uno stato delle cose assurdo, specialmente in un territorio calabrese “giallissimo” e ahinoi con numeri che lo proiettano in un assai probabile “arancione” (altre 7 vittime e 1.905 contagi soltanto ieri, 4 gennaio). Perciò, «nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori e per tutelare la salute dell’intera popolazione calabrese, chiediamo al presidente Occhiuto – scrivono i segretari regionali dei tre sindacati di categoria – un gesto di rispetto ed attenzione, ordinando la chiusura delle attività commerciali il 6 gennaio, giorno dell’Epifania».
Per Natale e Capodanno le parti sociali – autrici di un appello del tutto analogo – non ce l’hanno fatta; chissà se stavolta il presidente della Giunta regionale le ascolterà.