“Il Comune di Lipari non presenta problemi economici strutturali. A determinare lo sforamento del Patto di stabilità sono state alcune acrobazie contabili, legate ai trasferimenti della Regione”. È semplice la spiegazione fornita da Marco Giorgianni, sindaco del principale Comune eoliano, allo sforamento del Patto. Una situazione che non sembra preoccupare troppo l’amministrazione liparese.
“Gli obiettivi del Patto sono molto alti perchè calcolati sulla spesa corrente che, nel nostro Comune, è formalmente alta” – spiega il primo cittadino – “basti pensare che, per quest’anno, la cifra da raggiungere era di circa 2 milioni di euro. Ma a determinare il mancato raggiungimento degli obiettivi è stato, di fatto, un cavillo contabile: a causa di una norma transitoria, quest’anno abbiamo potuto inserire nel bilancio solo le prime tre trimestralità erogate dalla Regione; la quarta andrà iscritta nel bilancio dell’anno successivo. Così, a causa di un’acrobazia contabile, ci siamo ritrovati fuori dai rigidi vincoli del Patto”.
Intanto, però, sono scattate le sanzioni. Quali correttivi apporterà l’amministrazione? “Abbiamo recentemente ottenuto dal governo nazionale la possibilità di utilizzare i proventi della tassazione sul turismo per il pagamento di servizi essenziali. Finalmente, potremo destinare i proventi della tassa di sbarco (€ 2,50) e di quella sull’accesso ai vulcani (€ 5) non solo per la promozione turistica, ma anche per garantire i servizi al cittadino” – ha spiegato ancora Giorgianni.
Si era anche parlato della possibile vendita di alcuni immobili: “Il piano delle alienazioni è già stato redatto; lo abbiamo modificato, aggiungendo la struttura di via Torrente Cappuccini, così da avere una “garanzia” rispetto alla solidità economica del nostro bilancio, ma vendere non è una priorità assoluta” – conclude il sindaco – “ribadisco che, dal punto di vista dell’amministrazione comunale, lo sforamento del Patto di stabilità è legato a problemi di natura formale, e non sostanziale. E stiamo già valutando la possibilità di un ricorso alla giustizia amministrativa”.
Di seguito le sanzioni previste per lo sforamento del Patto di stabilità. Il Comune che non ha rispettato i vincoli del Patto è assoggettato a una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo perequativo, in misura pari alla differenza tra il risultato registrato e l’obiettivo programmatico predeterminato; non può impegnare spese correnti in misura superiore all’importo annuale medio dei corrispondenti impegni effettuati nell’ultimo triennio; non può ricorrere all’indebitamento per gli investimenti, se non tramite una complessa attestazione; non può procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto; è tenuto a rideterminare le indennità di funzione ed i gettoni di presenza, con una riduzione del 30% rispetto all’ammontare risultante alla data del 30 giugno 2010.
Giovanni Passalacqua