«Il dissesto sarebbe una iattura»: la ricetta del Pd per evitarlo. Coglitore e Di Leo “contestano” i revisori

Il tempo a disposizione è poco, le risorse ancora meno. Ma per il partito democratico il dissesto del Comune va evitato e bisogna giocarsi tutte le carte per scongiurare il rischio default, ormai dietro l’angolo. Attualmente, nelle casse di palazzo Zanca ci sono solo 76 mila euro e l’unico modo per consentire all’ente di sopravvivere è quello di reperire le somme necessarie per aumentare la liquidità di cassa. Già, ma come? I consiglieri comunali del partito democratico considerano il dissesto una «iattura» e hanno presentato alla stampa la loro “ricetta”, che sperano di poter sottoporre anche all’attenzione del commissario straordinario Luigi Croce. Venuta meno, dopo le dimissioni di Buzzanca, la divisione tra maggioranza e opposizione, il centro-sinistra ha infatti tutta l’intenzione di collaborare con il reggente di Palazzo Zanca, affinché tutti insieme si raggiunga quell’obiettivo a cui ogni partito – secondo il segretario del Pd Giuseppe Grioli – dovrebbe ambire: salvare il Comune dal dissesto.

In base ad una stima effettuata dagli esponenti del partito democratico, i costi minimi per mandare avanti il Comune si aggirano intorno ai 65 milioni di euro. La metà di questi verranno coperti tra fine anno e inizio 2013 dai fondi statali, pari a 20 milioni di euro, e dai fondi regionali, pari a 10 milioni di euro. I trasferimenti statali e regionali costituiscono le entrate certe, ma secondo il partito democratico la differenza la potranno fare le entrate proprie del Comune non certe ma da incassare, vedi Imu, Tarsu, oneri concessori, tassa occupazione suolo, vendita alloggi, canoni regolarizzazione fitti immobili comunali, tassa occupazione impianti pubblicitari, accertamenti evasori, entrate varie.

Grioli, il coordinatore Felice Calabrò ed i consiglieri comunali Gaetano Gennaro, Gaetano Isaja e Paolo Saglimbeni ritengono innanzitutto che per una migliore riscossione dei tributi e delle tasse comunali bisogna adottare una differente gestione del personale, fermando le rotazioni e gli spostamenti anomali di personale e dirigenti ed organizzando uffici funzionali che siano in grado di regolarizzare e incassare effettivamente le entrate del Comune.

Quanto ai singoli tributi, il caso più emblematico risulta quello della Tarsu, basti pensare che alcuni cittadini non ricevono nemmeno la cartella della tassa sulla spazzatura. Tra questi c’è anche il consigliere Saglimbeni, che si autodenuncia: «Nonostante vari tentavi non sono riuscito a pagare la Tarsu 2010». E chissà quanti altri come lui. Numerosi sono i morosi anche nel caso delle bollette Amam ed il consigliere Isajia propone una soluzione drastica: «Fosse per me bloccherei l’erogazione idrica per chi non paga, ma basterebbe quantomeno ridurla per indurre i cittadini ad adempiere ad un dovere»

Il recupero dei crediti- secondo il Pd – deve avvenire anche attraverso un’azione più incisiva da parte dell’Avvocatura, che deve essere finalizzata ad eseguire accertamenti e ingiunzioni di pagamenti. Ma basteranno le tasse per far rientrare l’emergenza finanziaria del Comune? No, secondo il partito democratico, che propone di invertire la rotta in tema di alienazione immobiliare, lasciando perdere la vendita di grandi strutture, che finiscono per essere svendute vista la crisi del mercato immobiliare, e concentrandosi sulla vendita dei 1500 alloggi comunali. «Abbiamo quantificato in 15 milioni di euro l’ammontare delle risorse potenziali che si sarebbero potute ricavare da un’azione rigorosa su fitti attivi e sulle vendite degli alloggi comunali», spiega Calabrò il quale ha voluto aggiungere: «Se ci troviamo a questo punto è perché l’ex sindaco Buzzanca ha prelevato dal bilancio comunale 23 milioni di euro per gli svincoli. Somma che oggi sarebbe sangue, vita per il Comune». Ma quel che fatto è fatto e adesso bisogna guardare avanti, con un’unica priorità, secondo il consigliere Gennaro: «Prestare attenzione nei confronti della gente», a cui saranno chiesti e enormi sacrifici.

Sin qui la conferenza del Pd, ma sulla situazione finanziaria dell’Ente registriamo anche una comunicazione protocollata tra la Dirigenza dell’area economica di Palazzo Zanca ed il collegio dei revisori dei Conti, che nella loro relazione allegata al bilancio consuntivo 2011 hanno definito il Comune un «ente strutturalmente deficitario» per non avere rispettato 5 su 10 parametri fissati dalla legge, giungendo ad una situazione finale di «non equilibrio». Ebbene, il ragioniere generale Ferdinando Coglitore e il dirigente Giovanni Di Leo contestano, con nota inviata il 2 ottobre, la valutazione effettuata dai revisori del parametro 5, che si riferisce all’«esistenza di procedimenti di esecuzione forzata superiore allo 0,5% delle spese correnti » che per la legge è il valore di riferimento da non superare. Secondo i tecnici l’0,5 è stato superato, mentre secondo i dirigenti del Comune il dato giusto è al di sotto di quella percentuale e, dunque, in equilibrio. Per tale motivo, Coglitore e Di Leo chiedono espressamente a Zaccone, Maesano e Panzera di «voler approfondire meglio quanto affermato nella relazione ed eventualmente modificarla». I revisori sono già al lavoro per ricontrollare il parametro 5 e preparare la riposta a Coglitore e Di Leo. Nel caso in cui il parametro 5 risultasse in equilibrio, il Comune perderebbe lo “status” di ente strutturalmente deficitario, che in termini pratici significa anticamera del dissesto. (Danila La Torre)