La proposta: intitolare il Teatro a Shakespeare

La proposta: intitolare il Teatro a Shakespeare

La proposta: intitolare il Teatro a Shakespeare

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lunedì 26 Novembre 2012 - 06:29

L'avvocato Marino ha inviato a Tempostretto una proposta, rinominare il Teatro intestandolo a Shakespeare che secondo alcune teorie era messinese.L'idea, scrive, potrebbe avere risvolti positivi anche per il turismo

Per l’amor che nutro per Messina, vivo d’indignazione contro i messinesi capaci nella loro apatia di lasciar morire la nostra bella città potenzialmente la più ricca della Sicilia!

Mi basta un sol esempio attuale : il morente Teatro di Messina, sempre meno finanziato per il venir meno delle risorse pubbliche presenti e future!

E’ assurdo che il Teatro di Messina rimanga ancora dedicato a Vittorio Emanuele II che tolse a Messina il porto franco che da secoli era fonte di lavoro e ricchezza per i messinesi, i quali decisero di votare al parlamento Italiano un latitante, nemico storico dei Savoia, Giuseppe Mazzini; i messinesi del secolo precedente al terremoto del 1908 erano così orgogliosi che sarebbero inorriditi di sapere oggi che un bar, fermo restando il diritto dei proprietari di scegliere il nome, sia stato dedicato al Re Bomba che distrusse Messina, compreso il vecchio Teatro, e tale misfatto non può essere attenuato dal fatto che il Teatro venne ricostruito in onore di una regina imparentata con lo stesso re. Se i messinesi , imprenditorialmente parlando, fossero come i catanesi o gli americani non avrebbero tardato a cambiare il nome del Teatro Vittorio Emanuele in William Shakespeare approfittando della teoria di Martino Iuvara, autore del saggio “Shakespeare era italiano”, per il quale William Shakespeare sarebbe il nickname del profugo messinese per via delle sue convinzioni personali religiose, Michelangelo Florio che avrebbe tradotto in Inglese il nome e cognome di sua madre Guglielmina Crollalanza.

Col nome del teatro dedicato al “messinese” William Shakespeare si potrebbe realizzare un festival di lingua inglese delle opere Shakespeariane per attrarre come turisti, e riempire così gli alberghi, gli italo-americani ( circa 26 milioni negli USA), gli italo-canadesi, gli italo-australiani, gli italo-neozelandesi, gli italo –britannici e gli italo-sudafricani. Ho già parlato col referente italiano della NIAF National Italian American Federation , la più importante associazione italoamericana per finanziare inizialmente il teatro messinese rinominato William Shakespeare alla stessa maniera del Santuario di Tindari costruito coi soldi degli immigrati di Tindari in America, per essere autosufficiente coi spettacoli Shakespeariani in lingua inglese, ed essere volano per la città con negozi oggi assenti accanto il teatro, da quelli di abbigliamento alla libreria. Certamente i turisti italoamericani per via del Festival shakespeariano in lingua inglese, avrebbero la possibilità di visitare oltre il duomo, il museo, il mare, i colli ed i laghi . Sono fermamente convinto che i catanesi o gli americani avrebbero già cambiato il nome del teatro messinese; infatti i primi valorizzano tutto e tutti per la gloria di Catania, e non paghi di aver dato il nome del loro Teatro al catanese Bellini, oltre quello della loro villa comunale, hanno da qualche mese cambiato il nome della Piazza Teatro in Piazza Bellini per meglio omaggiare il grande musicista etneo, pur avendogli già realizzata la poltrona per non farlo stancare in piazza Stesicoro, e se invece Michele Angelo Florio fosse stato etneo avrebbero già cambiato il nome dell’attuale Teatro Metropolitan in Teatro William Shakespeare invece gli Stati Uniti pur essendo poverissimi rispetto all’Europa in Storia ed arte sono la prima superpotenza mondiale in campo turistico per la loro mentalità imprenditoriale che riesce a trasformare in museo del baseball la casa di un grande campione sportivo e la sua città metà turistica o come ha già reso metà turistica la cittadina di Roswell per un presunto arrivo di alieni: chi se ne frega se gli extraterrestri esistono, quello che conta che moltissimi americani lavorano nei motels lungo l’autostrada degli E.T. “ ALIEN HIGHWAY”.

Io amo la cultura, ma la cultura per me non è un valore della vita ma uno strumento della vita ( “La cultura forma l’uomo, ma l’uomo crea la cultura”)!

In altre parole la cultura non mi rende felice ma mi aiuta a vivere come insegna il famoso aneddoto dei “tre saggi e del barcaiolo”.

Chiedo venia per il mio scrivere ma sono un avvocato penalista, il quale come tutti i penalisti si trova ad esser a suo agio nell’ars oratoria, diversamente dagli avvocati civilisti, che sono in maggior sintonia con l’arte dello scrivere, desidero concludere pensando al maestro dei maestri dell’arte oratoria, Temistocle, che spese le sue parole per l’amore ed il bene della sua Atene negli anni tra la prima e la seconda guerra persiana, e del quale, io suo indegno emulatore, condivido pienamente dal punto di vista politico, sociale ed imprenditoriale la sua famosa frase: “Preferisco un uomo senza quattrini che quattrini senza un uomo”! GRAZIE! Avv. Marco Marino.

37 commenti

  1. Avvocato, se soltanto il 10% dei Messinesi la pensasse come lei saremmo di certo un’altra citta’. Purtroppo i messinesi non si rendono conto delle potenziali ricchezze che hanno intorno.

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  2. MIEI CARI CONCITTADINI, DOPO TANTE CHIACCHIERE E SFOGHI BESTIALI FINALMENTE UNA PROPOSTA SERIA ED INTELLIGENTE….PER DI PIÙ A COSTO ZERO. VEDRETE PERO’ CHE NON SE NE FARÀ NULLA. …..perché qui ci si crogiola nel lamento nell’accidia nell’invidia e nel torpore.

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  3. Chissà cosa ne pensano i lavoratori che rischiano di perdere il lavoro.
    Ma mi faccia il piacere.
    E poi certe stupidaggini facciamole dire a Giacobbo.

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  4. l’avvocato dovrebbe studiarsi meglio i fatti del 1848 per evitare di scadere nella solita retorica filorisorgimetale che con la realtà dei fatti accaduti, non ha nulla a che vedere. Ma sin quando non esibiranno le prove concrete che dimostrino che il poeta era messinese, eviterei queste sparate che fanno ridere mezza europa. Capisco che a Messina le cose serie non interessano, ma la vogliamo finire una volta per tutte con queste congetture e semplici ipotesi che si vogliono forzosamente far passare per verità assoluta?? Il teatro lo riporterei semplicemente al nome originario, dato che fu costruito quando i savoia erano re del nulla

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  5. Giu’le mani dal glorioso Teatro Vittorio Emanuele. Shakespeare, preteso messinese visse e morì in Inghilterra fra il XVI ed il XVII secolo mentre la regina Elena di Savoia – trecento anni dopo – si rimboccava le maniche nello strazio delle vittime del terremoto del 1908. Studiatevi la storia prima di dire fesserie!

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  6. se un fatto si può dimostrare chiaramente carte alla mano bene, altrimenti è meglio stare molto attenti.Esibisca lei le prove che sia messinese ad esempio atti di nascita ecc ec, altrimenti taccia e ridimensioni il tutto a semplici ipotesi senza nessun riscontro scientifico, ben lontane dalla verità che si vuole spacciare per tale in giro da troppo tempo.

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  7. NAPOLEONE ….a cavallo immagino e CARLO PRIMO anche lui a cavallo .. Scendete dalla sella e ” esibite Voi le prove concrete che dimostrino che il poeta era inglese” e che le opere attribuitegli sono realmente sue. I SERISSIMI inglesi non permetteranno a nessuno di sottrare loro la ” natalità ” della gloria nazionale inglese. …a dispetto dei numerosi studi o congetture che sostengono il contrario primo fra tutti il grande Jorge Luis Borges…inglese? ebreo ?italiano …siciliano e perché no messinese ? In assenza della MADRE DI TUTTE LE RISORSE DI MARKETING INDISPENSABILE PER OGNI PROGETTO INDUSTRIALE “Il ponte di Messina” accontentiamoci intanto di…SHAKESPEARE .” ESSERE O NON ESSERE …..DORMIRE? “. Si Si a Messina e’ sempre meglio dormire e avegliarsi solo per criticare senza costrutto

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  8. Bene avvocato, la sua idea mi piace, soprattutto quella di mandare xxxxxxxxxx Vittorio Emanuele e i suoi parenti! Su Shakespeare ci andrei cauto, quelle ipotesi vanno verificate.

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  9. NAPOLEONE mi scusi ,quando lei uscirà dall’ESILIO DEL BUON SENSO E DELLA RAGIONE forse dovrà ammettere che NEANCHE GLI INGLESI HANNO LE PROVE E L’ATTO DI NASCITA. ..Ma questo al contrario di quanto Lei pensi non ha certo impedito loro di farne IL VATE NAZIONALE e Vessillo impareggiabile anche di ….Marketing Culturale

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  10. …poveri Messinesi ignoranti…(e mi riferisco a quanti hanno commentato con tono sarcastico l’articolo…) se la città è ridotta così oggi…è grazie proprio a voi….

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  11. Ma se questo signor avvocato, ha tanta capacità perchè non la impiega per cose decisamente più importanti per la città piuttosto che impegnarsi per campiare il nome al teatro? Messina ha bisogno che i suoi cittadini più in vista si impegno per il suo risolevarsi dal barattro in cui è finita e non è cambiando il nome ad un teatro che può aiutare Messina.

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  12. Mi sa che PGiuttari s’è beccato lo scalciare del mio cavallo. Se l’italiano non è un’opinione ma una (la) lingua, io non ho scritto che Shakespeare è nato altrove ma che ha vissuto in Inghilterra fra il XVI e XVII secolo… inglese dalla cima dei capelli alla punta dei piedi. L’essere o… non essere nato a Messina è un fatto secondario…

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  13. Giuseppe Provenzale 26 Novembre 2012 11:54

    L’avvocato Marino si muove nella direzione giusta.
    Inconsueta e bizzarra per tutti coloro che sono irrimediabilmente fatalisti e rinunciatari.
    LA PROPOSTA E’ OTTIMA.
    Oltre il rinominare il Teatro sarebbe opportuno – ma sono sicuro che il nostro bravo avvocato lo ha già pensato – organizzare ‘più cose’ sull’argomento Shakespeare. Coinvolgere l’Università in studi e ricerche sull’argomento, tesi di laurea, convegni a tema con contributi internazionali e tanto altro. Un patrimonio culturale da diffondere e valorizzare.

    Agli scettici – che hanno comunque diritto di parola – vorrei ricordare che attardarsi su qualsiasi posizione é sempre infruttuoso. Assumere una posizione più collaborativa e rinunciare alle opinioni troppo personali é positivo per un’economia cittadina più diversificata dagli attuali stipendifici. I Messinesi avrebbero maggiori vantaggi se rinunciassero alla loro zolla ‘local’ a favore di una visione più ‘global’…

    Per gli ‘storici:
    – Il teatro é nato con un altro nome: S. Elisabetta in onore della madre del Re Borbone che ne aveva voluto ben 25 in tutta la Sicilia. Questo messinese era il più grande dell’Isola;
    – Con l’Unità é sato ruffianato a VittorioEmanuele II;
    – Certamente la regina Elena ha i meriti che le sono stati riconosciuti nel monumento in Largo della Seggiola. Ma S.M. é arrivata subito a Messina perché il viaggio dei Reali era già stato programmato. Viaggio di avvicinamento pensando ai bauli con il suo guardaroba (del disastro e dei morti lo ha saputo solo all’arrivo) già arrivati a Messina e magari distrutti nel crollo del Palazzo Pisani (di fronte al Teatro Vittorio)che doveva ospitarli…
    Tutte notizie da trapassato prossimo, storiche, che non producono più. Vogliamo continuare ad attardarci? Un riuso per uno scatto d’orgoglio no? Shakespeare forse sì, forse no, parliamone però, ci fa bene.

    Giuseppe Beppe Provenzale

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  14. puzza di bruciato 26 Novembre 2012 11:59

    Ma scusate nella sostanza intitolare il teatro al grande commediografo fa cambiare la situazione economica… oppure c’é il pericolo che cambiando nome arrivano più contributi…..

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  15. non bastava Previti con la regina Elisabetta!! sic!!

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  16. pgiuttari, ci vogliono le prove e non le congetture a cura di questo o quello, e poi ne riparliamo. Purtroppo ad essere esiliati sono i vs cervelli da buddaci che pensano di vivere in una città normale.

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  17. Egregio Avvocato Marino,
    sono un appassionato di storia e letteratura e vorrei fare alcune considerazioni personali circa il suo intervento.
    Personalmente ammiro Shakespeare come uno dei massimi poeti di tutti i tempi, alla pari di Omero e Dante. Conosco da tempo e mi ha sempre appassionato e incuriosito la storia di Michelangelo Florio e la tesi secondo cui il vate di Statford-upon-Avon sia, in realtà, un nostro concittadino. D’altronde sarebbe difficilmente spiegabile che un inglese di fine 1500 (l’Inghilterra ai tempi non era il centro del mondo, anzi una landa ai confini della civiltà) conoscesse con tale perizia il mondo classico; allo stesso modo sembra quasi impossibile per un inglese del tempo ambientare una delle sue maggiori opere, Much ado about nothing, proprio nella nostra città, senza che vi sia un qualche collegamento con Messina.
    Detto ciò, sinceramente, la sua proposta mi sembra abbastanza fine a se stessa. Il problema dell’Ente Teatro di Messina sinceramente non mi sembra il nome; i problemi sono ben altri di tipo istituzionale (diciamo che il CDA del Teatro non aveva grandi rapporti con l’Assessore regionale uscente), organizzativi (ma la pianta organica è stata fatta o no?), finanziari (il Teatro non riesce ad operare per mancanza di fondi) e di conseguenza anche la stagione culturale ne risente non poco. Pertanto la Sua proposta, pur astrattamente interessante, mi sembra al momento un pò superflua, quasi inutile.
    Inoltre vorrei contestare la ricostruzione storica da Lei esposta circa la persona di Ferdinando II re delle Due Sicilie, probabilmente frutto di un’abitudine a leggere la Storia dell’Ottocento in chiave risorgimentale che, a mio modesto parere, è antistorica.
    Il Re Ferdinando (soprannominato, come da Lei ricordato, in modo abbastanza dispregiativo Re Bomba)è, infatti, stato un monarca figlio del suo tempo, ovvero la metà del 1800, il quale non condivideva gli atteggiamenti democratico-liberali come qualsiasi regnante del tempo: egli non poteva supportare queste idee proprio per la forma mentis, per l’educazione e l’istruzione che era propria di un regnante del periodo (a parte forse i reali inglesi, ma lì siamo in un altro contesto ambientale), il quale non poteva concepire che il proprio Potere, ricevuto per Grazia divina, fosse limitato in alcun modo. Ad titolo esemplificativo Le ricordo che la Casa Savoia è stata una dei Regni più retrogradi e assolutistici fin quando Carlo Alberto e, successivamente, Vittorio Emanuele II, per mero calcolo politico e non per spirito di solidarietà verso i popoli italici come qualcuno credette e fece credere (il Manzoni al riguardo ci capì poco), assecondarono le mosse di Garibaldi e Camillo Cavour.
    Il Re Ferdinando non era diverso da qualsiasi altro regnante del periodo: riteneva che il proprio potere fosse assoluto e non dovesse essere limitato dal popolo, borghesia o plebaglia che fosse, pensando al contrario di realizzare al meglio gli interessi del proprio Regno e del proprio popolo; si avvaleva dei Suoi Ministri, scegliendoli e licenziandoli quando non si attenessero ai suoi ordini e direttive, assumendo che la politica e la gestione dello Stato dovesse essere il più possibile accentrata nelle mani della Corona (le istanze federalistiche ai tempi non erano di certo in auge…); era peraltro amatissimo dal popolo napoletano di cui egli si riteneva figlio e massima espressione (in pratica un guaglione sul trono).
    Detto ciò è innegabilmente vero che, in seguito alla rivolta secessionista capitanata dal palermitano Ruggiero Settimo, vi fu un veemente intervento militare delle truppe napoletane contro Messina ed altre città siciliane. Ma è pur vero che Ferdinando si considerava, anzi indubbiamente era, un legittimo sovrano a capo di un Regno legittimamente riconosciuto anche in campo internazionale che doveva difendere l’integrità territoriale del proprio Stato da istanze secessioniste. La reazione militare, pertanto, seppur nel caso spiacevole in quanto ha colpito la nostra città, in questi casi non è una novità ed anzi la storia è piena di tali esempi.
    Detto ciò non ritengo vi sia alcunchè di sconveniente nel dedicare un locale nella nostra città ad un personaggio che, pur controverso, ha avuto un rilievo nella Storia d’Italia e della Sicilia.
    Distinti Saluti

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  18. Meglio Shakespeare che Vittorio Emanuele in ogni caso.

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  19. meglio il nome originario allora

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  20. “IL BUE DISSE CORNUTO ALL’ASINO”. Come glielo devo spiegare che non c’è PROVA CERTA dell’esistenza di SHAKESPEARE .Per coerenza logica dovrebbe chiedere le prove anche agli Inglesi NAPOLEONE coraggio un’altra impresa : valichi la manica e conquisti le prove… Temo subirà pero’ un’altra Waterloo. In tutti i casi si potrà consolare potendo concorrere a Messina per il premio “buddace” dell’anno, con ottime speranze di vincerlo.

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  21. MI CONFORTA IL SUO COMMENTO E LA RINGRAZIO PER L’EQUILIBRIO L’INTELLIGENZA. E PROFONDITÀ DEL SUO COMMENTO. Collabori con più intensità ….ne abbiamo bisogno

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  22. pgiuttar lei è di ++++++ chi in pompa magna fà questi annunci deve dimostrare ciò,altrimenti è meglio lasciar perdere. Capisco che lei da messinese è abituato a sorbire apaticamente tutte le fregnacce diffuse, senza chiedere perchè, infatti ormai il ++++++ è quotidiano. Buona fortuna.

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  23. se sostiene che non c’è nessun prova certa, allora faccia meno il buddace e non ne parli più. Anche gli scecchi volano sino a quando non si prova che non possono farlo.

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  24. Caro avvocato la sua idea è degna di sviluppo,il nome lo cambierei subito…e l’ente teatro può dedicare più spazio a Shakespeare, come merita un grandissimo.
    Solo l’idea, il dubbio(in realtà molto più di un semplice dubbio) che la nostra città abbia dato i natali al grande shakespeare è motivo d’orgoglio…….
    Nei commenti, abitualmente, vi sono dei detrattori antimessinesi che cercano di portare apatia e pessimismo….Sono il tipo di persone che hanno buttato nel baratro Messina…..ma c’è un risveglio della coscienza messinese, gente positiva che vuole risalire la china, combattere con le idee di sviluppo……è giunto il momento di mettere da parte i piagnucolatori detrattori, portatori contagiosi di apatia, di fatalismo…che ha reso inermi i messinesi di fronte alla più grande depredazione della storia italiana……MareSicilia, Arsenale, Distretto militare, Ospedale militare,Comando della Finanza, compartimento postale, Compartimento ferroviario….Polo oncologico del Papardo…….ect.ect…ect….Hanno tolto a Messina migliaia di posti di lavoro e decine di migliaia di abitanti…..
    Ma il vento cambia e le coscienze assopite si risvegliano….
    Basta ai detrattori apatici e piagnucolosi…rivogliamo la nostra Messina con i SUOI storici uffici.
    Rivogliamo la nostra storia ed il nostro lavoro.

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  25. Ma chiamate lo come volete. Sempre un teatro chiuso resta

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  26. Sicuramente!

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  27. avvocato-Marco-Marino 26 Novembre 2012 19:20

    Desidero esprimere i miei ringraziamente a tutti coloro che hanno espresso i loro commenti alla mia idea di cambiare il nome del Teatro di Messina in Teatro William Shakespeare
    di Messina.
    Ho di ricordare a chi chiede giustamente le prove oltre il saggio di Martino Iuvara ” Shakespeare”, che da avvocato penalista che l’arma più potente non è la prova bensì il dubbio, che nel saggio specifico viene generato dal comportamento degli inglesi detentori delle opere di Michelangelo Florio, alias in ricordo della madre Guglielmina Crozzalancia ovverossia Guglielmo Crozzalancia tradotto in inglese William Shakespeare,dal figlio John Florio.
    La nobilfamiglia Stombroke nega tutto ciò, ma guardo caso è la stessa famiglia che gestisce dall’Ottocento il flusso turistico culturale di Stratford upon Avon in quanto proprietaria delle presunte case di Shakespeare nella cittadina inglese e del museo shakespeariano di Washington dal XIX secolo.
    Le autrici del saggio ” Il segreto di Shakespeare” Roberta Romano ed Irene Bellini, che notano quale danno economico avrebbe tale nobilfamiglia a non negare l’esistenza dei manoscritti originali in lingua italiano di Michele Angelo Florio dai quali si proverebbe che tutte le opere di William Shakespeare non sarebbero altro che la perfetta traduzione in lingua inglese.
    Ma desidero però concentrarmi sui vantaggi econimici di Messina: alberghi pieni di italoamericani orgogliosi di non essre più cittadini di serie B ma originari della nazione, Italia, terra natale di William Shakespeare, padre della lingua inglese, poichè Chaucer autore dei “Racconti di Canterbury” vanta una produzione misera rispetto all’autore di Amleto, personaggio letterario profondo quanto gli omerice Ettore ed Ulisse, una libreria accanto al Teatro per la vendita di libri in lingua inglese delle opere shakespeariane nonchè di libri sempre in lingua inglese della cucina siciliana ed etc; alberghi messinesi pieni perchè gli italoamericani rimarebbero a messina per tutta la durata del festival in lingua inglese delle opre di Shakespear al Teatro di Messina, che dinenterebbe la base per escursioni in altre località siciliane e calabresi degli italostatiunitensi, i quali naturalmente visiterebbero per prima cosa il duomo messinesi, i laghi ed i colli messinesi, il museo ed etc.( i Nebrodi, Tindari, Taormina, le Eolie , Scilla, l’Alcantara…) .
    Non capisco perchè gli spagnoli da secoli tentano di toglierici il genovese Cristoforo Colombo, ed i croati il veneziano Marco Polo in quanto la veneziana isola di Curzola è oggi croata, mentre noi italiani siamo passivi oltre su Michelangelo Floria dal nickname(nome vincente) William Shakespeare, sul quale per primo affermò l’italianità il nobile studioso calabrese di Scilla, Santi Paladino, anche sull’Italiano Napoleone Bonaparte che prima di diventare l’imperatore dei francesi, veniva chiamato a Parigi “l’italiano”, in quanto in Corsica si parla un dialetto simile al sardo con influenze pisane e genovesi. Già la Francia ci tolse anche Nizza, città natale di Garibaldi, col francese di nome e di fatto Napoleone III.
    Trovo veramente scandaloso che la teoria menzionata abbia ispirato lo scrittore calatino, Domenico Seminara, autore del “Manoscritto di Shakespeare” , stampato dalla casa editrice palermitana Sellerio, nel qual viene affermata con forza la sicilianità di William Shakespeare dal romanziere della città di Caltagirone, provincia di Catania, mentre nessun artista messinese abbia preso spunto per scrivere un proprio romanzo ove affermare il vanto della nostra città di aver dato i natali al grande messinese William Shakespeare.
    Desidero scusarmi se ho scritto troppo, ma come ho già scritto sono un penalista e non un civilista,in altre parole mi è importante guardare gli occhi del mio interlocutore per scegliere le parole.
    Prova di tale prassi dei penalisti, è il famoso discorso di Gettysburg di Abraham Lincoln, che prima di essere presidente esercitò l’arte oratoria come avvocato penalista.
    Il sindaco di Gettysburg fece un discorso sulla vittoria unionista dalla durata di due o tre ore.
    Dopo il sindaco toccava al presidente Abramo Lincoln, e tutti si aspettavano un discorso presidenziale che durasse almeno quanto fosse durato quello del sindaco.
    Il discorso del presidente durò un paio minuti che non solo quelli che non ebbero la fortuna di stare seduti ma anche coloro ebbero la fortuna di ascoltare seduti il discorso del sindaco applaudirono enormemente.
    Il presidente da falso modesto chiese al sindaco il motivo di tale esplosione di applausi dicendogli di aver detto le stesse cose del suo discorso, il sindaco rispose : “ vero ma io le ho dette in due o tre ore, tu invece in meno di due minuti”.
    Le parole di Lincoln che vediamo nei films americani scolpite accanto la statua del presidente a Washington sono il frutto esperto dell’empatia di un avvocato penalista che sceglie le proprie parole guardando i propri interlocutori, nel caso di Gettysburg come si poteva ignorare la stanchezza fisica oltre quella di ascoltare degli astanti seduti e non.
    Scritto ciò concludo che la colpa nazionale di Vittorio Emanuele II è di aver regnato come Vittorio Emanuele II e non Come Vittorio Emanuele I dando l’impressione di un’annessione al Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele I e non invece dell’unificazione dell’Italia,oltre a quella locale di aver tolto lavoro e ricchezza ai messinesi privandoli del porto franco; di non aver alcun stima di Ferdinando II che causo la morte di innocenti messinesi, diversamente dall’ammirazione che provo Francesco II Borbone che evitò un massacro ritarandosi da Napoli invece di combattere casa per casa coi garibaldini, e di aver ordinato a sua moglie di non finanziare i briganti meridionali per la riconquista del regno borbonico riconsciendo la volontà degli italiani ad un’Italia Unita.Forse sono io a sbagliare in una città dove viene dato il nome di un bar al “Re Bomba” fermo restando il legittimo diritto del proprietario del bar, ( per me sarebbe come se Israele dedicasse una piazza ad Adolf Hitler!
    Avvocato Marco Marino.

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  28. avvocato-Marco-Marino 26 Novembre 2012 19:55

    Ringrazio tutti coloro che hanno espresso i loro commenti.
    Da penalista mi ricordo che la prova più terribile è il dubbio:gli archivi dei Pembroke, i protettori inglesi di Michele Angelo Florio, che avrebbe dato disposizione a suo figlio John Florio, di donare i suoi manoscritti originali in lingua italiana alla nobile casata dei Pembroke.
    Tale nobile famiglia inglese dei Pembroke, come sospettano Roberta Romano ed Irene Bellini nelle ultime pagine del loro saggio, “Il Segreto di Shakespeare”, avrebbe tutto l’interesse economico a non far luce sui suoi archivi, in quanto proprietari dall’Ottocento della casa che sarebbe attribuita a Shakespeare a Stratforf upon Avon nonché dei musei in Inghilterra ed a Washington dedicati a Shakespeare, ovverossia i gestori ed i massimi beneficiari del flusso turistico di almeno un milione di visitatori attratti dal fascino letterario di Shakespeare.
    Tali manoscritti sarebbero la prova che tutte le opere in lingua inglese di William Shakespeare sarebbero state tradotte delle opere in lingua italiana di Michelangelo Florio alias Guglielmo Crollalanza il nickname nome vincente in onore di sua madre .
    Da secoli gli spagnoli ci vogliono togliere il genovese Cristororo Colombo, adesso i croati il nostro Marco Polo, mentre dimentichiamo che Napoleone Bonaparte prima di diventare l’imperatore dei francesi veniva chiamato l’italiano poichè in Corsica si parla un dialetto simile al sardo con influenze genovesi e pisane.
    Gli italoamericani orgogliosi di non essre più cittadini di serie B ma di essere originari della nazione, l’Italia, che ha dato i natali a William Sahakespeare, il padre della lingua inglese in quanto Chaucher, l’autore dei “Racconti di Canterbury, vanta una produzione letteraria misera rispetto di Amleto, Riccardo, personaggi così profondi da non invidiare gli omerici Ettore ed Ulisse.Gli italoamericani spenderebbero i loro soldi al teatro per vedere il festival delle opre shakespeariane in lingua inglese, comprebbero libri in lingua inglese sulle opere shakespaeriane nonchè libri in lingua sempre inglese sulla cucina inglese, darebbero lavoro agli alberghi messinesi, etc. se provate schifo per i loro soldi….. non dico più niente.

    Trovo veramente scandaloso che la teoria menzionata abbia ispirato lo scrittore calatino, Domenico Seminara, autore del “Manoscritto di Shakespeare” , stampato dalla casa editrice palermitana Sellerio, nel qual viene affermata con forza la sicilianità di William Shakespeare dal romanziere della città di Caltagirone, provincia di Catania, mentre nessun artista messinese abbia preso spunto per scrivere un proprio romanzo ove affermare il vanto della nostra città di aver dato i natali al grande messinese William Shakespeare.
    Desidero scusarmi se ho scritto troppo, ma come ho già scritto sono un penalista e non un civilista, mi è importante guardare gli occhi del mio interlocutore per scegliere le parole.
    Prova di tale prassi dei penalisti, è il famoso discorso di Gettysburg di Abraham Lincoln, che prima di essere presidente esercitò l’arte oratoria come avvocato penalista.
    Il sindaco di Gettysburg fece un discorso sulla vittoria unionista dalla durata di due o tre ore.
    Dopo il sindaco toccava al presidente Abramo Lincoln, e tutti si aspettavano un discorso presidenziale che durasse almeno quanto fosse durato quello del sindaco.
    Il discorso del presidente durò un paio minuti che non solo quelli che non ebbero la fortuna di stare seduti ma anche coloro ebbero la fortuna di ascoltare seduti il discorso del sindaco applaudirono enormemente.
    Il presidente da falso modesto chiese al sindaco il motivo di tale esplosione di applausi dicendogli di aver detto le stesse cose del suo discorso, il sindaco rispose : “ vero ma io le ho dette in due o tre ore, tu invece in meno di due minuti”.
    Le parole di Lincoln che vediamo nei films americani scolpite accanto la statua del presidente a Washington sono il frutto esperto dell’empatia di un avvocato penalista che sceglie le proprie parole guardando i propri interlocutori, nel caso di Gettysburg come si poteva ignorare la stanchezza fisica oltre quella di ascoltare degli astanti seduti e non.
    Conludo Vittorio Emanuele non si proclamò mai I bensì sempre II dando prova per per lui si trattava di annessino al Regno di Sardegna del suo predecessore Vittorio Emanuele invece di dar prova dell’unificazione dell’Italia; Ferdinando II per me è stato un Assad italiano massacratore el suo popolo, mentre ammiro suo figlio Francesco II che evitò di combattere casa per casa coi garibaldini salvando Napoli ed ordinando a sua mogli di non finanziare più i briganti per la riconquista del regno perduto riconoscendo la volontà dell’Italia unita degli italiani meridionali delle città che diversamente dai contadini meridionali.
    Dare un nome a Ferdinando II a Messina è per me come se Israele dedicasse una piazza ad Adolf Hitler.
    Avvocato Marco Marino.

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  29. Oltre tutti gli indizi e tutte le teorie già esposte, è anche necessario ricordare che:
    a) ci sono ben due opere di WS ambientate a ME: non solo l’arcinota Molto Rumore per Nulla, ma anche il 2° atto di Antonio e Cleopatra;
    b) il resto della Sicilia è cmq molto ben rappresentato, ad es. Palermo (Il racconto d’inverno) e Siracusa (La commedia degli errori);
    c) in mezzo al testo originale inglese di Molto Rumore c’è anche la parola “mizzica”, che non è stata mai tradotta;
    d) nel Riccardo III, il deforme Gloucester (il futuro re Riccardo III) annega Clarence in una botte di vino … e – considerando anche l’assenza di una cultura vinicola autoctona degli Inglesi – sapete che vino era? la nostra MALVASIA !!!;
    e) Shakespeare è la traduzione letterale di Crolla- (Shake-) -lancia (-speare), poi sincopato in -lanza, suffisso delle ns parti presente anche oggigiorno sia come tale che come cognome a parte.

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  30. –Dare un nome a Ferdinando II a Messina è per me come se Israele dedicasse una piazza ad Adolf Hitler—-

    Questo sarebbe il suo livello di conoscenza della storia?? Complimenti, in certi ambienti avrà certamente successo.
    La cosa sconfortante che la dovrebbe far riflettere è invece il fatto che il nome di un edificio voluto e realizzato dai borbone, sia stato sostituito con quello di un conclamato buzurro e repressore piemontese.
    Circa -sciacspir-, i suoi –sarebbe e avrebbe-, credo si commentino da soli; lei mi insegna che senza prove concrete e specifiche, è meglio non sbilanciarsi troppo.

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  31. avvocato,con rispetto, Le dico,chiamalo come vuoi sempre CUCUZZA E’. il guaio è che mettono dei trombati politici a dirigere il teatro e non uno del mestiere.il teatro serve a fare “munita” per le loro tasche .

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  32. Shakespeare :Essere o non essere…..
    ( nato a Messina e’ un fatto secondario.)
    QUESTO E’ IL PROBLEMA …
    IL PROBLEMA PRIMARIO IN UNA CITTÀ DI TERZIARIO
    E’ RITENERE SECONDARIO …..LA NASCITA DEL BARDO A MESSINA

    ……Ci avrebbe cambiato la vita economica e sociale

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  33. SI MANCA IL BERSAGLIO! Come spesso accade in questo forum. L’argomento della discussione e’ il seguente: SAREBBE UTILE AI FINI DI UN POSSIBILE RILANCIO DEL TEATRO E DELLA ASFITTICA ECONOMIA CITTADINA CAMBIARE NOME AL TEATRO PER INTESTARLO A SHAKESPEARE ? ..Così come espresso dall’ avvocato…Utilizzando la teoria della” Messinesita” imbastendoci un dibattito scientifico allargato…QUALSIASI AMMINISTRATORE LOCALE VISPO,IMPRENDITORE ILLUMINATO, CITTADINO DISOCCUPATO E VIA DI QUESTO PASSO…NON POTREBBE CHE GIOIRE DI QUESTA OPPORTUNITÀ …DI ELEMENTARE MARKETING CULTURALE – industriale ……mentre la città fallisce anche a causa della inerte sudditanza delle sue classi dirigenti…incapaci per lo più di esprimere un ideia,un progetto innovativo ancorché a costo ZERO come questo.

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  34. Purtroppo la classe politica, meglio direi maneggiona, della nostra città si preoccuperebbe, senza frapporre indugi, di nominare una pletora di consulenti (parenti ed amici degli stessi) per condurre studi e ricerche, i cui risultati sarebbero del tutto inconsistenti, riconducendo al nulla qualsiasi idea di verità e sviluppo.
    Quale migliore Ente, Istituo o Professionista (tutti con la maiuscola) potrebbe interessarsi degli studi idonei alla ricerca della città natale di Shakespeare che non sia l’iniversità degli studi di Messina (questa volta minuscola)?
    La cecità di chi ci rappresenta in qualsiasi sito istituzionale per l’interesse della città è sotto gli occhi di tutti coloro che si sono affrancati dalla schiavitù di questi fantomatici politici.
    Gli altri preferiscono gli stipendifici inutili nella speranza che prima o dopo tocchi pure a loro incontrare un padrino.
    Frattanto impiegano il loro tempo passeggiando nell’ex viale S.Martino lamentandosi con chi li accompagna.
    Avete sentito una sola voce ribellarsi seriamente alla soppressione dei vari Enti funzionali che venivano trasferiti in altre città dell’isola? Qualcuno provi a sommare i posti di lavoro persi e quanti schiavi in più.

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  35. cannata giampiero 27 Novembre 2012 10:38

    Gentilissimo Avvocato Marino,io sono un professore d’orchestra del Teatro in questione,precario da 12anni e disoccupato da giugno,a causa delle vicende che sicuramente lei conoscera’,di idee ce ne sono tante tante,e non vanno mai criticate,se mai bisogna criticare chi di idee non ne ha mai avute.Quello che le vorrei chiedere e’ se lei pensa realmente che con quel macello che stiamo vivendo all’interno del nostro Ente,basterebbe cambiare un nome per dare nuova vita ad un teatro in agonia?la storia del nome(al quanto discutibile su shakespeare)perche’ se lei pensa che il nostro teatro,nasce come “teatro lirico di tradizione,prima del terremoto”,il nome shakespeare lo trovo forse un tantino piu’ appropriato per un teatro di prosa che per uno di Musica e Lirica data la sua storica origine,anche se adesso dalla sua riapertura 1985,a causa della chiusura nel tempo del teatro in fiera e’ diventato un contenitore di Prosa e Musica.Cmqe per concludere apprezzo molto il suo interessamento verso il nostro teatro,che denota amore per le(poche)cose belle che sono(ancora per poco se non ci svegliamo)rimaste nella nostra sempre piu’ martoriata citta’,le porgo i miei piu’ cari Saluti.

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  36. Con l’informatizzazione nella pubblica amministrazione gli uffici andranno via vai riducendosi, e con loro la macchina burocratica (si spera). Le speranze di occupazione a Messina non possono più venire dall’impiego pubblico, ma da serie e concrete iniziative produttive di beni e servizi.

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  37. Ma vi sieti mai chiesti se Shakespeare fosse veramente fiero di essere Messinese? Non risulta in nessun registro, si è tradotto il cognome, non ha più rimesso piede a Messina.

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