I messinesi si preparano a pagare una Tari da 43,9 milioni di euro. Focus sulla tassa rifiuti

Dopo il regolamento Iuc e le tariffe Tasi, adesso il Consiglio comunale è alle prese con la Tari, la tassa sui rifiuti. In attesa di capire quanto tempo concederà il commissario ad acta nominato dalla Regione per il voto sul consuntivo 2013, a Palazzo Zanca si prova a chiudere a breve anche la partita Tari. Il Consiglio comunale convocato questa sera alle 19 sarà tutto dedicato alla delibera che stabilisce le tariffe di questa tassa, il regolamento è parte integrante della Iuc e dunque è già passato dall’aula e modificato in diverse parti per inserire soprattutto alcune agevolazioni e riduzioni e andare incontro alle esigenze dei cittadini. Le tariffe sono però lo scoglio più duro. Si tratta di definire quanto pagheranno i messinesi per il servizio rifiuti. La certezza è che anche quest’anno saranno i cittadini a dover pagare per intero il costo di gestione del settore. E purtroppo non ci sono stati quei risparmi che lo scorso anno prometteva l’amministrazione: con la Tares il piano finanziario dei costi ammontava a 42.009.692,60 euro , con la Tari è sceso solo a 41.953.644,80 euro.

La Commissione Bilancio presieduta da Nicola Cucinotta ha iniziato a puntare la lente di ingrandimento sul provvedimento proposto dall’amministrazione comunale e soprattutto sul Piano finanziario, per capire a cosa corrispondono tutte le voci ordinate in tabella, quanto si spende per i vari servizi e se questi effettivamente vengono espletati (vedi articolo correlato). Si vuole fare luce anche su alcuni punti che in questi mesi hanno creato non poco scompiglio, come ad esempio le spese di viaggio, vitto e alloggio che il Comune sostiene per il liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci. Il presidente Cucinotta ieri ha ospitato il Dirigente del Dipartimento Ambiente Domenico Signorelli e quello ai Tributi Romolo Dell’Acqua, oggi toccherà all’assessore Daniele Ialacqua. Ci sono alcuni nodi da sciogliere, ci sono purtroppo sempre tanti dubbi su costi e servizi, c’è soprattutto una tassa da votare al più presto perché, come ha spiegato il Dirigente Dell’Acqua, ritardare troppo i tempi di approvazione porta a dilatare troppo gli introiti nelle casse comunali e ovviamente il mancato rispetto delle 4 date di scadenza indicate nel provvedimento.

Al Piano finanziario dei rifiuti si devono aggiungere alcuni costi: 460 mila euro di costi amministrativi di gestione relativi alle attività di accertamento, riscossione e contenzioso, di cui 300 mila euro per costo del personale impiegato nella gestione del tributo, 150 mila euro per costo di invio degli avvisi di pagamento e 10 mila euro per le spese funzionamento ufficio; 1.5220.268 euro per altre agevolazioni e riduzioni per disagio economico-sociale; 1,8 milioni di euro per istituire il fondo svalutazione crediti. Spariscono dalla voce “costi comuni diversi” il contributo a carico del Miur per le istituzioni scolastiche che per il 2013 è stato di 150 mila euro e i risultati dell’attività di contrasto all’evasione che vengono quantificati in 1 milione di euro. Per questo motivo il costo che in questo 2014 graverà sulle spalle dei messinesi ammonta a 43.910.187,16. Questo è il prezzo della spazzatura della città dello Stretto

Diverse le voci principali che compongono la Tari e che si suddividono in costi fissi e costi variabili. Alla prima voce corrispondo: 9.914.023,44 euro per raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani; 8.384.112,63 per trattamento e smaltimento; 4.101.375,14 euro per raccolta differenziata per materiale; 846.383,22 per trattamenti e riciclo. Il tutto per un totale di 23.245.894,43 di costi variabili. Sotto la voce costi fissi compaiono invece: 12.209.143,41 euro per spazzamento e lavaggio strade e aree pubbliche; 460.000 euro di costi amministrativi di accertamento e riscossione; 931.592,40 di costi generali di gestione; 2.170.268 euro di costi comuni diversi; 1.146.428,43 per altri costi; 3.746.860,49 di costi d’uso del capitale. Somma totale: 20.664.292,73.

Chi dovrà pagare questa tassa? Come stabilisce il regolamento, presupposto della Tari è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte adibiti a qualsiasi uso, suscettibili di produrre rifiuti urbani. Come per la Tares il tributo sarà diversamente ripartito tra utenze domestiche e non domestiche, dunque tutti i locali destinati ad abitazione civile e i tutti i locali destinati ad attività agricole, comunità, commerciali, artigianali, industriali, professionali e le attività produttive in genere.

Le tariffe del tributo, al momento sotto esame della Commissione Bilancio, devono essere determinate dal Consiglio comunale e devono riferirsi al D.P.R. 158/1999, esattamente come accadde per la Tares. E per evitare il caos che si scatenò lo scorso anno, a Palazzo Zanca l’attenzione è altissima, anche se i numeri sono questi e i messinesi dovranno coprire per intero il costo del servizio. Nella ripartizione del carico tributario l’amministrazione ha deciso di mantenere la percentuale applicata con la Tares 2013 e che prevede che il 30% del costo totale debba essere sostenuto dalle utenze non domestiche, mentre il 70% da quelle domestiche. Percentuali che avevano scatenato non poche polemiche da parte dei commercianti e che il Consiglio potrebbe anche decidere di variare, rischiando però di gravare sulle famiglie. Per calmierare i costi per le attività più penalizzate dall’applicazione meccanica degli indici di produttività dei rifiuti stabiliti nel D.P.R. 158 del 1999, per le non domestiche l’esecutivo di Palazzo Zanca ha mantenuto gli stessi parametri di calcolo. A pagare di più saranno comunque ristoranti, trattorie, pizzerie, mense, pub, birrerie,bar, caffè, pasticcerie, ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio, banchi di mercato di generi alimentari.

Volendo fare una proiezione con i dati di oggi, dunque ancora non ufficiali, il Dipartimento Tributi spiega che per un’abitazione di 100 mq l’importo in bolletta dovrebbe ridursi per percentuali comprese tra il 2% (per una famiglia di tre componenti ) e il 6% (6 o più componenti). Considerato che quest’anno non c’è la parte che incasserebbe lo Stato alla fine le riduzioni dovrebbero attestarsi su percentuali comprese tra il 9% e il 13%.

Importantissima la parte dedicata alle agevolazioni. Per quanto riguarda le utenze domestiche ci saranno diversi sconti per chi fattivamente collaborerà a portare la differenziata al 20%. In particolare sono previste riduzioni del 35% sulla quota variabile del tributo per gli utenti che conferiscono i rifiuti presso le isole ecologiche nella quota minima di 5 kg mensili(con la Tares erano 7) a persona. 35% di sconto anche per chi ha avviato il compostaggio domestico. Inserite anche esenzioni per disagio economico. Riduzioni anche per le utenze domestiche: sgravio del 30% per chi aderisce al progetto contro lo spreco alimentare “last minut market”, 20% in meno per chi aderisce al porta a porta. Sempre come accadeva per la Tares, le agevolazioni verranno calcolate a consuntivo con compensazione con il tributo dovuto per l’anno successivo o rimborso dell’eventuale eccedenza pagata in caso di in capienza o di trasferimento di residenza.

Consiglieri all’opera per studiare e proporre le soluzioni migliori per rendere questa Tari un po’ meno indigesta ai cittadini. A questo punto le prossime ore potrebbero essere decisive.

Francesca Stornante