TAORMINA – L’operazione di oggi è stata denominata Isola Bella, visto che è proprio lì, a Taormina, che il clan mafioso Cintorino, collegato alla famiglia mafiosa catanese dei Cappello, aveva le sue mire affaristiche.
Si insinuava tra le iniziative imprenditoriali più redditizie, in particolare a Giardini Naxos e Taormina, località particolarmente appetibili sia per il controllo delle attività turistiche sia per investire i proventi illeciti in attività imprenditoriali riconducibili al clan.
Così in una conversazione tra Di Bella e Marcello Rocco, un altro degli arrestati. Di Bella: “Ma tu devi stare a Taormina!”. Rocco: “Quanto ci stanno i carabinieri a sapere le cose?” Di Bella: “eeee lo so, però c’è Taormina, c’è!”. Rocco: “Naxos!”. Di Bella:“C’è tutto un giro, va’!” Rocco: “Taormina, Giardini, certo Letojanni!”. Di Bella: “Eeeeh il giro c’è ed è grande!”.
Gli investigatori hanno accertato che, oramai da anni, le escursioni turistiche effettuate da piccoli imprenditori, nel tratto di mare destro e sinistro davanti all’Isola Bella di Taormina, con barche da diporto, erano oggetto di pesanti infiltrazionimafiose. Gli esercenti dell’attività di noleggio di mezzi di trasporto marittimo erano costretti a cedere quotidianamente una parte dei loro guadagni. Un’attività condivisa con esponenti della famiglia Santapaola – Ercolano, il cui referente in loco era Salvatore Leonardi. Tra i due sodalizi era stato raggiunto un patto per la spartizione dei proventi e, al fine di evitare contrasti nel corso della stagione turistica estiva, Di Bella e Trovato (dietro le direttive di Mario Pace ed il controllo operato dai figli Antonio e Giuseppe Pace, che eseguivano sopralluoghi e ‘rendicontavano’ al padre Mario durante i colloqui in carcere) insieme a “Turi” Leonardi, siglavano un accordo in ragione del quale avrebbero diviso gli incassi (e anche le spese) in tre parti, una per i mafiosi del clan Cappello – Cintorino, una per il clan Santapaola – Ercolano e una terza per gli imprenditori estorti.
“Quello lì sopra con le barche com’è combinato? Ti ha fatto i conti, non ve li ha fatti?” – dice Mario Pace al figlio Antonio, in una intercettazione ambientale in carcere. “No, a me ha detto questo, sta lavorando poco” – risponde il figlio. “Ma come poco con questo clima?”. “Ha detto sta lavorando poco”. “Minchia fa caldo che sono due mesi, ci vuole qualcuno che lo controlla, a papà”. “Infatti”. “Minimo una volta a settimana vi dovete sedere, come siamo combinati”.
Il controllo delle attività è radicale, anche la sostituzione di un’imbarcazione in avaria non poteva essere disposta dall’imprenditore estorto se non previa autorizzazione del sodalizio mafioso di riferimento. In alcune circostanze, non mancavano esplicite minacce degli estortori a danno delle imprese: nello specifico, era Salvatore Leonardi a paventare l’affondamento delle imbarcazioni qualora il patto di spartizione degli introiti non fosse stato rispettato come concordato tra i due clan rivali.
Il giro di affari era notevole, così Di Bella e Pasqualino Bonaccorsi (anch’egli affiliato al clan Cintorino), effettuando una stima dei profitti realizzabili attraverso il controllo delle imbarcazioni, per la stagione estiva, prevedevano di introitare, in media, 20mila euro al giorno da dividere in tre parti.
L’espansione territoriale verso le località turistiche si manifesta anche attraverso progetti imprenditoriali particolarmente ambiziosi: quello di aprire attività commerciali, intestate a soggetti terzi incensurati, reimpiegando così capitali di illecita provenienza. La realizzazione di questi progetti imprenditoriali è alla base dei sequestri operati a carico della società di noleggio acquascooter a Isola Bella, mentre a Giardini Naxos del lido Recanati beach e del Bar “Etoile”.