Era gremita dentro e fuori, nel grande piazzale, la basilica di San Sebastiano, oggi pomeriggio, per i funerali di Venera Mazzeo, morta nell’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio di famiglia, otto giorni fa.
La cittadina di Barcellona si è stretta intorno la famiglia Costa nell’ultimo saluto alla settantunenne, moglie di Vito, titolare dell’impresa. In prima fila proprio il marito, visibilmente provato, al braccio della figlia Paola e del marito di quest’ultima, accanto a moglie di Nino Costa, ancora ricoverato a Palermo.
Tra i banchi, anche i componenti delle altre vittime e in particolare della famiglia Bagnato, che forse nella sciagura, se è possibile sostenerlo, ha pagato un prezzo umano ancora più alto.
Ad officiare i funerali è stato padre Tindaro Iannello, che nell’omelia ha dato spazio a parole di conforto semplici, senza invettive e polemiche. “Accogliamo il dolore di una famiglia che è il dolore di una intera cittadina, che ha voluto esserci tutta, oggi”.
Tra i banchi anche le autorità, compreso il sindaco Roberto Materia, che per oggi ha proclamato il lutto cittadino. La città ha risposto serrando le saracinesche delle attività, nel pomeriggio, e listando a lutto, con l’esposizione di un drappo nero, moltissime case.
Quello della settantunenne è il primo funerale. dalla tragedia del 20 novembre. Gli esami scientifici disposti dalla magistratura, infatti, rallentano la consegna dei resti delle vittime, in particolare la comparazione del Dna col materiale genetico estratto, unico in grado di attribuire con certezza quel che resta dei poveri corpi martoriati dall’esplosione.