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Espropri ponte alla cittadella e al Papardo, UniMe non ci sta

MESSINA – Espropri, occupazioni temporanee e asservimento per il ponte sullo Stretto: preoccupazione da parte dell’Unversità di Messina. La cittadella universitaria all’Annunziata e il Papardo sono coinvolte dalle operazioni legate alla grande opera. Ma UniMe, con delibera del Consiglio d’amministrazione e del Senato accademico, non ci sta e chiede “soluzioni alternative” da sottoporre “all’attenzione della società appaltatrice”.

“Interventi di forte impatto per il patrimonio immobiliare di UniMe”

Tra occupazioni temporanee, in prevalenza, ed espropri, il Consiglio d’amministrazione rileva che gli interventi previsti sono “di forte impatto per il patrimonio immobiliare di Ateneo, coinvolgendo aree urbanizzate e frequentate da un elevato numero di utenti, non solo universitari. In particolare, le porzioni di terreni al Polo Annunziata e interessate dal progetto in questione, sono collocate tra una serie di impianti sportivi fruiti non solo dalla popolazione studentesca, ma anche dalla cittadinanza cui l’Ateneo, nell’ambito dello svolgimento della terza missione (lche prevede l’interazione con il territorio, n.d.r.), si è aperto al fine di fornire servizi e strutture per il bene della collettività”.

“L’esproprio vicino alla piscina olimpionica, non si tiene conto dell’effettivo stato dei luoghi”

E ancora: “Ed è di tutta evidenza che la fase esecutiva degli interventi causerebbe notevoli disagi all’utenza con conseguenti ricadute negative per l’Ateneo, anche dal punto di vista economico. Sotto altro aspetto, non meno rilevante, la porzione oggetto di esproprio è posta nelle immediate vicinanze della piscina olimpionica che, a seguito della realizzazione del limitrofo svincolo autostradale, ha già subito consistenti danni strutturali. Danni provocati da un parziale cedimento del terreno circostante, che ne ha compromesso la planarità. Rispetto alle aree site al Polo Papardo, il piano particellare d’esproprio del ponte parrebbe realizzato senza tenere presente dell’effettivo stato dei luoghi”.

“Si creerebbero uno stravolgimento e pregiudizi irreversibili”

In particolare, “i terreni dei quali si prevede l’occupazione temporanea e/o l’esproprio, interessano da una parte la viabilità interna del campus, il cui stravolgimento renderebbe di fatto intercluso l’accesso all’edificio denominato Cerisi. Dall’altra, l’edificio della Biblioteca centralizzata, non riportato nelle cartografie utilizzate per la redazione del piano d’esproprio, che verrebbe parzialmente demolito. Ancora, il progetto prevede per entrambi i Poli, la realizzazione di tunnel sotterranei per il passaggio delle linee ferroviarie al di sotto del campo di baseball a Conca d’Oro – Annunziata, e degli edifici di Ingegneria, Biblioteca centralizzata e mensa al Polo Papardo, la cui esecuzione, benché non sia espressamente indicata la profondità degli scavi, potrebbe causare vibrazioni tali da incidere sulla stabilità strutturale dei cespiti”.

Di conseguenza, “è necessario che le osservazioni vengano sottoposte all’attenzione della società appaltatrice, al fine di individuare soluzioni progettuali alternative, varianti dei tracciati o dei percorsi individuati per le opere secondarie, maggiormente compatibili con gli interessi dell’Ateneo e, più in generale, di tutto il territorio cittadino, che dall’esecuzione dell’opera potrebbe subire pregiudizi irreversibili”.

Insomma, l’Università di Messina auspica soluzioni che non la danneggino e che non provochino disagi al mondo universitario e alla cittadinanza in generale.

Qui l’elenco di tutti i possibili espropriati,