Prosegue a Messina l’impegno del comitato per la raccolta delle firme a sostegno del referendum “Eutanasia Legale” , con nuovi tavoli anche in provincia.
Oggi 25 luglio appuntamento sulla SS113 al Lido del Tirreno dalle 18 alle 20.40. Da ieri banchetti anche a Capo d’Orlando nell’area pedonale di via Crispi mentre il 28 luglio dalle 21 alle 23 si potrà firmare anche a Salina, in piazza Malfa.
Il comitato ricorda che è sempre possibile firmare al Comune di Messina, ufficio elettorale secondo piano e in Piazza del Popolo da martedì al venerdì dalle 10 alle 12 (tranne il 29 luglio).
Nelle prima settimane di raccolta Messina ha contribuito con più di 600 firme, su un totale di oltre 6 mila finora raccolte in Sicilia dove la prossima settimana farà un tour Marco Cappato, presidente dell’associazione Luca Coscioni, che con Più Europa, Radicali Italiani e Volt che hanno depositato i referendum, punta a raccogliere entro il 30 settembre, in tutta Italia, 500 mila firme per chiedere l’abrogazione di parte dell’articolo 579 del codice penale, che punisce l’omicidio del consenziente.
In Italia la legge 219 del 2017 permette la possibilità di interruzione dei trattamenti sanitari salva vita e rispetta le scelte (“disposizioni”) personalissime di ognuno. La “sentenza Cappato”, ha aperto alla possibilità al cosiddetto suicidio assistito, attraverso l’auto-somministrazione, per chi
chiede, in determinate condizioni, di porre fine alla propria esistenza di sopravvivenza, ritenuta soggettivamente non più dignitosa.
Restano tuttavia escluse quelle persone, sempre capaci di esprimere la loro volontà in maniera libera e consapevole, ma impossibilitati ad usare parti del loro corpo per l’auto- somministrazione. Restano escluse alcune categorie di pazienti gravi (ad esempio i malati oncologici) che possono vivere senza trattamenti sanitari e senza l’ausilio di macchinari ma
comunque condannati a sofferenze che potrebbero essere dagli stessi malati considerate non dignitose per la propria persona.
Il referendum, se sarà possibile raccogliere le 500mila firme, permetterà, nella primavera del prossimo anno, di fare in modo che siano i cittadini e le cittadine italiane a dichiararsi. Permetterà di riflettere sui temi del fine vita, di attivare discussioni e confronti, di rivelare quante persone malate, poste in situazione di sofferenza continua e senza alternativa o speranza di
guarigione, chiedono di smettere di sopravvivere.