Morirono in difesa degli ideali di libertà e indipendenza. Oggi i Camiciotti, giovani poco più che ventenni, corpo indipendente nella rivolta contro Napoli ai tempi di Ferdinando II, vengono commemorati nell’anniversario della loro orgogliosa disfatta.
Su proposta, infatti, della IV Circoscrizione “Centro Storico” di Messina, il dipartimento mobilità ha concesso all’associazione culturale “La Sicilia ai siciliani” l’autorizzazione per collocare una targa commemorativa sul marciapiede di via Cesare Battisti, dinanzi all’ingresso della “Casa dello Studente”.
E infatti, proprio all’interno del sito, di unanime storico pregio, poi adibito all’accoglienza degli studenti, si pose fine all’intrepida rivolta organizzata dai Camiciotti all’insegna del movimento indipendentista siciliano. I ragazzi, ribattezzati “Camiciotti” proprio in virtù delle corte bluse che indossavano durante i moti sediziosi, il 7 settembre 1848, resistettero eroicamente alle truppe borboniche per poi esserne circondati in prossimità del pozzo del Monastero della Maddalena, sito, appunto, all’interno dell’odierna “Casa dello Studente”. I combattenti, armati solo dei loro intenti riottosi e di rudimentali mezzi di difesa, dovettero soccombere alle meglio dotate e organizzate squadre militari borboniche, preferendo poi, in un ultimo, estremo atto di fierezza, gettarsi nel pozzo presso cui erano stati accerchiati piuttosto che consegnarsi al nemico.
Ma se la collocazione della targa è occasione per dare rinnovata voce a quegli stessi ideali per cui i Camiciotti si immolarono, tramandandone il ricordo, lo stesso evento sarà anche motivo di riapertura di ferite ancora aperte per la nostra città e di presa d’atto di vecchi strascichi di indecisioni e inaccortezze delle precedenti amministrazioni.
Difatti, lo storico plesso di via Cesare Battisti, la cui chiusura venne disposta nel 2009, a seguito degli avvenimenti sismici che interessarono i territori dell’Aquila, è tuttora inagibile.
Riaccesi i riflettori sullo stesso per merito delle associazioni universitarie “Atreju – La Compagnia degli Studenti” e “Università Eclettica”, regolarmente accreditate dall’Ateneo messinese e delle associazioni “Vento dello Stretto” e “Generazione in Movimento”, la vicenda è tornata a languire nell’oblio del silenzio dopo la proposta, avanzata negli scorsi anni, di adibire la struttura a secondo palazzo di giustizia, nel tentativo di porre rimedio alla penuria di spazi riservati all’amministrazione della giustizia. Proposta, anche questa, accantonata, nonostante l’iniziale entusiasmo degli appartenenti all’Ordine direttamente interessato.
Un’ingarbugliata bagarre, passata anche attraverso i consueti ping pong di attribuzione della proprietà dello stabile, poi definitivamente riconosciuta in capo al Comune piuttosto che all’Università.
Una vicenda che crea un assurdo paradosso: mentre nei pressi della Capitaneria di Porto, lungo la frequentatissima via Vittorio Emanuele, troneggia la statua in bronzo di Ferdinando II, il sanguinario “Re Bomba”, rimane dimenticato il sito simbolo dell’affermazione dei principi di libertà e indipendenza e dei più basilari diritti civili. (Sara Faraci)