Sulla vicenda dell’occupazione dell’ex Casa del portuale dopo le polemiche scaturite in sede di X Commissione (vedi articoli allegati) arriva la replica del Teatro Pinelli, con particolare riferimento ai graffiti realizzati nei giorni scorsi in via Alessio Valore.
“ Si tratta di opere donate da alcuni artisti alla città in sostegno alla lotta politica del Teatro Pinelli – si legge nel comunicato-e che, a nostro avviso, e ad avviso delle migliaia di visitatori venuti appositamente per vederli, oltre a rappresentare un miglioramento estetico dei grigi muri circostanti, incarnano un contributo artistico e politico alla lotta per la difesa dei territori, di cui il Pinelli si è fatto fin'ora interprete”.
In particolare il comunicato fa riferimento al murales realizzato da Blu, ritenuto uno dei migliori esponenti del settore a livello internazionale. Il Pinelli rivendica pertanto l’obiettivo da perseguire, ovvero la riappropriazione di quegli spazi troppo a lungo lasciati nel degrado e nell’abbandono dalle amministrazioni.
“Non siamo vandali né abusivi- scrivono- Infatti, un atto può essere illegale nella forma, ma legittimo nella sostanza. I consiglieri della Commissione, con esclusione di quelli di Cambiamo Messina dal Basso, non hanno fatto altro che ribadire un concetto: con gli illegali tolleranza zero,, senza cercare di interrogarsi né sul perché un atto illegale viene rivendicato come legittimo, né sul perché esso accade in una città come Messina. Con meraviglia ci chiediamo perché questa nuova era della legalità debba iniziare proprio con lo sgombero del Pinelli”.
Nell’elencare analoghi esempi di degrado come i magazzini Silos, il mercato ittico, i magazzini generali e la dogana gli occupanti dell’ex Casa del Portuale contestano il fatto che finora nulla si è fatto contro “le illegalità che contribuiscono ad arricchire magnati del cemento, imprenditori senza scrupoli e politici corrotti, mentre contro la nostra pratica di liberazione si applichi il massimo del rigore legalitario”.
Pur dichiarandosi soddisfatti del percorso che la giunta Accorinti vuol seguire a proposito della street art, con una delibera che individui spazi autorizzati destinati ai movimenti, gli esponenti del Pinelli ribadiscono che quel provvedimento non fermerà la pratica di liberazione: “tuttavia riteniamo che nessuna delibera possa comunque arginare o limitare l’urgenza comunicativa della street art e la sua dirompente carica politica, soprattutto se intesa come azione diretta per la riappropriazione degli spazi e come veicolo di espressione artistica e politica libera”.
Il regolamento che l’amministrazione si appresta a varare quindi, pur riscuotendo favore e interesse da parte del Pinelli, proprio perché frutto di queste azioni di riappropriazione dei luoghi comuni, non può rappresentare, secondo il movimento, l’unica risposta o l’unico argine all’autogestione.
“La riappropriazione collettiva di spazi per l'arte e per la cultura- si legge- sono la conseguenza di anni di devastazione ambientale, urbana e sociale avvenuta in questa città a causa di amministrazioni comunali che, fino ad ora hanno dimostrato di essere incapaci di prendersi cura degli spazi cittadini. Le argomentazioni usate da alcuni componenti della X Commissione per la gestione dei beni Comuni sono inadeguate e superficiali, incentrate sul problema della legalità piuttosto che sull'autogestione e gli usi civici. La non velata richiesta di sgombero del Teatro Pinelli dimostra la loro evidente incompetenza ed ignoranza, soprattutto in merito ai nuovi percorsi inaugurati in Italia (vedasi Costituente dei Beni Comuni) e in Europa”.
Le posizioni tra le parti quindi si distanziano ulteriormente ed è più che probabile che la vicenda non si chiuda qui e che nei prossimi giorni non mancheranno polemiche, anche alla luce di questo comunicato stampa che chiarisce come la questione Beni comuni, non potrà essere “circoscritta” ad un regolamento e che anche una delibera non basterà a mettere il punto.
Rosaria Brancato