Nel giorno della marcia dei sindaci intervengono anche il deputato nazionale di Forza Italia Nino Germanà (che nel luglio 2018 ha presentato una proposta di legge per l’abolizione del prelievo forzoso alle ex province) e il deputato regionale di Fratelli d’Italia Antonio Catalfamo.
Nell’invitare i sindaci e le amministrazioni della provincia di Messina ad aderire alla manifestazione ‘Sindaci in Marcia’, a difesa dei comuni e del territorio, il parlamentare Germanà ricorda come “Il governo nazionale nella persona del sottosegretario Villarosa dopo essersi impegnato a risolvere il problema delle ex provincie regionali siciliane, ormai al collasso economico a causa del prelievo forzoso, continua a mortificare la Sicilia dichiarando di voler trasformare i fondi destinati allo sviluppo e alle infrastrutture, peraltro già destinati alla Sicilia, in spesa corrente. La cosa più comoda per il sindaco metropolitano De Luca, sarebbe accettare questa proposta oscena per risolvere il problema imminente, il che gli consentirebbe di completare il suo mandato. Però, accettare supinamente questa ipotetica soluzione significherebbe compromettere il futuro dello sviluppo della Sicilia. Non abbiamo bisogno di mancette né di assistenzialismo, pretendiamo ciò che ci spetta”.
Germanà sarà presente oggi alla marcia per ribadire con forza la richiesta dei fondi che spettano alle ex province e che sono stati tolti con il prelievo forzoso che solo gli enti locali della Sicilia e della Sardegna continuano a patire.
“La mia proposta di legge sul prelievo forzoso è l’unica vera dignitosa soluzione che il governo centrale ha l’obbligo di prendere in considerazione” conclude Germanà.
Sulla querelle interviene anche il deputato regionale e capogruppo Fd’I Antonio Catalfamo evidenziando come il governo Musumeci abbia intavolato a dicembre una sana collaborazione col governo centrale per trovare una soluzione “Tuttavia abbiamo assistito finora solo a valzer di promesse e spot elettorali. Il prelievo forzoso è aumentato di 3 volte negli ultimi 4 anni a causa degli accordi scellerati tra i governi precedenti. La Regione siciliana ha già ereditato un pesante fardello economico dalle passate legislature e non potrà sobbarcarsi anche i costi per garantire i servizi delle ex province. Bisogna ragionare sull’opportunità di far restare questi soldi in Sicilia per garantire ai cittadini strade, scuole, uffici locali efficienti e di avere quindi quei servizi funzionali e indispensabili. La provincia di Messina è tra quelle messe peggio in termini di prelievo forzoso ed avendo la superficie forestale più ampia della Sicilia, deve far fronte a una serie di interventi di manutenzione su strade e collegamenti interni. Un pensiero va fatto infine, prima della festa dei Lavoratori, ai dipendenti provinciali che vivono il dramma dell’incertezza lavorativa. Tutto questo potrebbe finire se il governo centrale trasformasse i suoi video-spot in interventi concreti per impedire alle tasse siciliane di lasciare questo territorio in maniera sempre più consistente.”