Le dichiarazioni del sottosegretario all’economia Villarosa in merito ai 100 milioni che saranno spostati dagli investimenti per la Sicilia alle ex Province, continuano a scatenare le reazioni del mondo della politica.
“Il sottosegretario Villarosa batte la grancassa sostenendo di aver fatto un grosso passo avanti nella risoluzione del problema con lo stanziamento di 100 milioni provenienti dal Ministero guidato da Barbara Lezzi- commenta il parlamentare Nino Germanà, che ha presentato un ddl con il quale si chiede l’abolizione del prelievo forzoso- La realtà è che sta tentando di sottrarre oltre 100 milioni di euro degli investimenti già destinati alla Sicilia per trasformarli in trasferimenti da usare per la spesa corrente delle ex province siciliane. Questo è gravissimo ed è ancor più grave che nessuno dia l’allarme per quest’ operazione scellerata”.
Germanà ricorda come a fine febbraio fa il Sottosegretario Villarosa si fosse impegnato in un incontro presso la città metropolitana di Messina a risolvere in tempi brevissimi il problema finanziario di tutte le ex province della Sicilia. Due mesi dopo la soluzione definitiva è ancora lontana e quella tampone è sempre a danno dell’isola.
“ I 5 Stelle continuano a battere il tasto del prelievo forzoso ma soltanto a chiacchiere perché l’unico atto concreto presentato in parlamento è il mio ddl sul prelievo forzoso che giace in commissione bilancio alla Camera. Se la Regione Siciliana dovesse istituzionalizzare la richiesta proposta dai 5Stelle saremmo veramente condannati alla marginalità.”
A rincarare la dose è anche il sindaco metropolitano Cateno De Luca che si stupisce dell’entusiasmo mostrato da Villarosa nell’annunciare la notizia “Altro che soluzione del problema: trattasi dell’ennesimo pacco a cinque stelle. Con questa somma di 100 milioni di euro non si risolve il problema per il triennio 2019/2021. Non basteranno neanche per il 2019 in quanto c’è da ripianare il disavanzo del 2018. Villarosa si era impegnato ad assegnare risorse aggiuntive e non a trasformare risorse già nostre, assegnate per gli investimenti per le spese correnti delle ex province”.
In tale situazione la Città Metropolitana di Messina, non avendo copertura triennale, non potrà avviare la progettazione di molte opere strategiche, né stabilizzare i precari, per non parlare del rischio concreto di perdere le risorse del Masterplan: oltre 300 milioni di euro.