La palla passa a Roma, al governo gialloverde che dovrà decidere in tempi brevi le sorti delle ex Province siciliane, messe in ginocchio (Siracusa è già al dissesto conclamato) dal prelievo forzoso. La Regione in termini economici farà la sua parte come garantito oggi dal presidente. E già a marzo saranno stanziate le prime somme.
E’ quanto emerso dal vertice di oggi a Palermo tra il governatore Musumeci, il vice Armao, l’assessore regionale Bernadette Grasso e la deputazione nazionale. Ad attendere l’esito dell’incontro anche i sindacati e le delegazioni di dipendenti delle ex Province provenienti da ogni parte della Sicilia.
Giovedì il vice presidente della Regione, nonché assessore al bilancio, Gaetano Armao, sarà a Roma per incontrare il sottosegretario all’economia Alessio Villarosa, che già da 10 giorni sta valutando la situazione.
Le strade da seguire dovrebbero essere due: o un decreto d’urgenza o un ddl, ma è più probabile la prima, alla luce delle condizioni degli Enti Intermedi.
Da domani inoltre è in discussione in Commissione Bilancio la proposta di legge presentata a luglio da Forza Italia, primo firmatario il messinese Nino Germanà, che prevede l’abolizione del prelievo forzoso e misure per mettere in sicurezza i bilanci 2019-2021. Dall’incontro di oggi è emersa la volontà di tutta la deputazione di condividere in modo trasversale la proposta ed integrarla, modificandola là dove necessario. Anche il sindaco Cateno De Luca ha messo a disposizione dei deputati un testo con il quale si chiede al governo una deroga per poter approvare i bilanci in disequilibrio.
«Le conseguenze di quella che può essere definita una finta riforma – afferma il presidente Musumeci – sono sotto gli occhi di tutti: strade provinciali abbandonate al dissesto, servizi sociali essenziali negati, stipendi a rischio per i dipendenti. Il default è dietro l’angolo anche per le amministrazioni che ancora non lo hanno dichiarato. Il problema si risolve a Roma ed è per questo che ho voluto coinvolgere deputati e senatori siciliani affinché ognuno faccia la propria parte. Da Roma abbiamo ottenuto già alcuni impegni ma adesso bisogna accelerare. L’avevano spacciata per una grande riforma e, invece, hanno massacrato enti che per 160 anni avevano fatto, e anche bene, il proprio lavoro».
Il presidente ha annunciato anche l’elaborazione di un dossier che ricostruirà «decenni di omissioni e di avalli a scelte scellerate».
La Regione già ai primi di marzo, subito dopo la pubblicazione del bilancio, è intanto pronta a versare nelle casse delle ex Province – come ha assicurato l’assessore Armao – 112 milioni di euro stanziati con l’ultima manovra.
«Mentre i 540 milioni che lo Stato si è già impegnato a destinare nei prossimi sei anni a Liberi consorzi e Città metropolitane – ha spiegato Armao – potranno servire ad assorbire il carico dei mutui contratti e a liberare risorse per altri 23 milioni di euro».
Al vertice hanno preso parte anche il presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando e i segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Questi ultimi hanno manifestato apprezzamento per l’iniziativa del governatore e per «un nuovo modello di collaborazione», avanzando la richiesta di tenere aperto il tavolo del confronto per seguire costantemente, passo dopo passo, tutte le tappe successive.
I sindacati però, come dichiarato da Santino Paladino del Csa di Messina, sono contrari alla proposta presentata dal presidente Anci Sicilia Leoluca Orlando che di fatto “salverebbe” solo 5 ex Province su 9, escludendo tra l’altro proprio Messina.
Grazie comunque alla mobilitazione complessiva (ed alla provocazione di De Luca che ha messo in ferie forzate i dipendenti di Palazzo dei Leoni) sono emersi due risultati certi:
1- Una sostanziale convergenza di tutta la deputazione nazionale sull’urgenza di garantire parità di trattamento fra le province siciliane e quelle del resto d’Italia. Attualmente infatti solo le ex province dell’isola pagano il prelievo forzoso. Nel resto del Paese sono invece destinatarie dei contributi.
2- l’impegno di Musumeci ad erogare con immediatezza le somme previste nel bilancio appena approvato che rappresenteranno una boccata d’ossigeno per le casse degli enti e gli stipendi dei lavoratori.
“Dissentiamo dai provvedimenti che propone Anci sicilia- commenta il Csa– che lascerebbero fuori dalle possibili soluzioni enti importanti come Messina ed abbiamo invitato il governo regionale e la deputazione nazionale a verificare , già giovedì la possibilità di soluzioni che risolvano alla radice il problema sia del 2018 che del futuro ed in tal senso prendiamo atto dell’attenzione rivolta al ddl di sospensione del prelievo forzoso”.
I sindacati hanno chiesto con forza che la Regione metta urgentemente mano al ridisegno delle funzioni convocando al più presto l’osservatorio e sottolineato l’urgenza di abrogare definitivamente l’art 2 della lr 27/2016 che rappresenta la vera calamità normativa per gli enti ed i lavoratori.
In sostanza dal disastro della riforma Crocetta le ex Province e le Città Metropolitane ne escono a pezzi e serviranno anni per cercare di risollevare le sorti degli Enti.
Soddisfatti dell’incontro con Musumeci i deputati di Fratelli d’Italia, così come la deputata di Forza Italia Matilde Siracusano che auspica che la proposta presentata dal partito composta di un solo articolo venga accolta avviando la procedura d’urgenza.
Rosaria Brancato