Ho letto l'articolo “Riequilibrio, bilanci e la politica dello struzzo” (leggi qui) che ho condiviso e che altro non è che il riepilogo degli accadimenti "contrabili" di questi ultimi tre anni risaltandone le "incompiute" e gli atteggiamenti sia degli amministratori che dei politici che della magistratura ordinaria che contabile e degli organi ministeriali assunti in relazione alle anomalie da più parte denunciate.
Insomma nessuno ha inteso mettere le "mani nella melma" consentendo a chi avrebbe dovuto andarsene a "tirare a campare" sulla pelle dei cittadini messinesi.
Sarebbe stato un articolo di "normale routine" se Rosaria Brancato non fosse incappata in un errore che definirei di "comparaggio" con gli attuali amministratori quando scrive:" La terza città dell’isola è in gestione provvisoria da due mesi".
E' da mesi che sostengo, ma nessuno ha mai raccolto la mia precisazione, che il Comune di Messina trovasi in regime di "gestione provvisoria" dal primo ottobre del 2015, ossia da cinque mesi e non da due mesi. La sua interpretazione della normativa di riferimento fa comodo agli amministratori ed ai loro "compagni di merende" poiché consente loro di ritenere legittimi provvedimenti assunti che, invece, puzzano di "illegittimità.Che si ritorni a parlare del "piano decennale di riequilibrio" esalta la "ignoranza contrabile" di coloro i quali tale argomento ripropongono, così come fa rabbrividire la tesi da molti sostenuta (compresa la magistratura messinese) che l'attuale situazione di dissesto economico finanziario del nostro Comune dipenda, soprattutto, dall''esistenza di "debiti fuori bilancio" quando, in effetti, questi non c'entrano per niente. Questa tesi, anche se avvalorata da numerose sentenze della "Corte di Cassazione" non piace a nessuno di coloro i quali, sull'argomento, avrebbero il dovere di intervenire.Nella sostanza non si vuole ammettere e, di conseguenza, intervenire, che l'attuale situazione finanziaria del nostro Comune è dovuta ad una scorretta e scellerata ed irregolare gestione di bilancio che ha consentito di commettere "falsità e soprusi" sia nella compilazione dei "Previsionali" che dei "Bilanci consuntivi" a partire dal 2003 che, con gli anni hanno depauperato le risorse finanziarie proprie del Comune costringendolo a sopravvivere ricorrendo alle "anticipazioni di tesoreria", ai "derivati" ed alla "finanza creativa". Nella sostanza la spolpamento del nostro Comune si è verificato sia operando dall'interno falsificando, con arte e furbizia, i dati contabili di gestione, che dall'esterno producendo "debiti fuori bilancio".In effetti, dal 2003, nel nostro Comune si "assumeva, spendeva e si spennacchiava" impunemente e se qualcuno chiedeva che si facesse chiarezza sui "conti del Comune" rimaneva inascoltato.
Nella sostanza, come diceva la vecchietta alle nipotine"quando è festa è festa per tutti", ed oggi i cittadini messinesi ne pagano le conseguenze.
Gaetano Saja ex ragioniere generale del Comune di Messina