Un concorso di progettazione, una gara d’appalto, lavori in corso. Sono passati quasi dieci anni da quando è stato avviato l’iter di demolizione e ricostruzione dell’ex Teatro in Fiera. Dieci anni in cui nessuno ha proposto che quell’edificio venisse demolito e mai più ricostruito oppure ricostruito altrove. E’ accaduto, anzitutto, perché l’idea della demolizione di un edificio considerato “storico”, ma che di storico non ha nulla, era contrastata. Perdipiù un teatro, e si pensa che quando si abbatte un teatro muoia con esso una parte della città. Bisogna valutare, però, se quel teatro serva posizionato lì, considerato che era chiuso da tempo e che altri teatri non mancano. Un discorso simile per la valenza dell’”ex Irrera a mare”, un luogo famoso negli scorsi decenni ma che rappresenta una netta cesura col mare, ancor più che l’ex teatro.
Ha ragione il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Mario Mega, quando dice che è difficile pensare di fermare un appalto a lavori in corso. E ha ragione a dire che quell’appalto lui se l’è ritrovato perché, al suo arrivo, era già tutto deciso da tempo. C’è un “però” non da poco. Oggi praticamente tutti i messinesi sono contrari alla ricostruzione dell’ex Teatro in Fiera nello stesso luogo. Tutti chiedono che quello spazio venga lasciato libero.
“I maravigghiati da rutta”. Un’espressione siciliana in voga in questo periodo perché, come “i meravigliati della grotta”, solo ora molti messinesi si accorgono che dietro l’ex teatro c’è lo splendido panorama dello Stretto di Messina. Ma non è vero che tutti sono stati zitti, lo sono state le istituzioni, non i cittadini. Quelli che da anni chiedono l’abbattimento dei cancelli dell’ex Fiera e il prolungamento della Passeggiata a mare.
Le voci di chi oggi chiede che l’ex Teatro in Fiera non venga ricostruito nello stesso posto servono a nulla se non accompagnate da atti concreti. Che non possono spettare ai singoli cittadini ma spettano alle istituzioni. Anzitutto chiariamo una cosa: è vero che è assurdo pensarci ora e non averlo fatto prima ma è anche vero che il progetto potrebbe ancora essere modificato. Le opere pubbliche sono piene di varianti a lavori in corso. Comportano perdite di tempo e denaro ma, se può servire a fare qualcosa di migliore per la città, può valere la pena farlo. Non può e non deve pensarci l’Autorità Portuale in autonomia, anche perché ci deve essere un motivo.
Ecco allora che devono scendere in campo le istituzioni votate dai cittadini, l’amministrazione comunale e il governo regionale. Se i cittadini vogliono che l’ex teatro non venga più ricostruito lì, la loro voce deve pur contare qualcosa. Basterebbe trovare un nuovo sito idoneo e l’edificio potrebbe essere ricostruito come da progetto. Anche restando dentro l’ex Fiera, ad esempio, ma più a nord, dietro il padiglione centrale vincolato, che già ostruisce la vista del mare dal viale della Libertà. O in qualsiasi altro posto ma non davanti al mare. Servirebbero nuovi studi, si perderebbe altro tempo ma verrebbe rispettata la volontà dei cittadini.
L’Autorità di Sistema Portuale ha annunciato la pubblicazione di un concorso di progettazione, entro l’estate, per il lungomare Boccetta – Annunziata. Un vero lungomare, quello che Messina non ha mai avuto se non per piccoli tratti, da pensare ora soprattutto in vista della chiusura al traffico navale della rada San Francesco, una volta completato il nuovo porto di Tremestieri. E le idee del presidente Mega, quelle di pensare alla fruizione urbana prima del resto, sono condivisibili. Non ha senso, in questo momento, parlare di passaggio di quelle aree al Comune di Messina. Forse in futuro sì ma ora no, sia perché ci sono ancora aree portuali sia perché è importante non perdere tempo.
Il tema dell’ex Teatro in Fiera va separato dal resto perché le decisioni da prendere sono imminenti. Se il Comune di Messina e la Regione non prenderanno immediata posizione, chiedendo di valutare varianti e delocalizzazione, assumendosene la responsabilità, a breve quell’edificio verrà ricostruito lì, ricreando la cesura che è stata abbattuta. Se in tanti dicono che non vogliono la ricostruzione in quel luogo ma nessuno fa nulla, sarà solo l’ennesima occasione sprecata per la città.
(Marco Ipsale)