Su Facebook i toni erano sembrati molto più forti e battaglieri, la rivolta anti-Tares non sarà invece solo una protesta contro amministrazione e consiglio comunale che hanno introdotto il nuovo tributo sui rifiuti, ma vuole essere un’occasione di proposta e di riflessione. Si sono presentati così i membri del neo comitato “12 gennaio” che a Palazzo Zanca ha illustrato i dettagli dell’iniziativa organizzata per domenica mattina a piazza Unione Europea. Un comitato che si dichiara apartitico e apolitico e che vuole solo essere la voce dei tanti cittadini indignati per una tassa così alta a fronte di servizi così scadenti. All’interno del comitato si sono riuniti “L’altra Messina” oggi rappresentato da Giuseppe Vita, “Metropolis per le famiglie” con Nicola Currò, “Solo Messina” con Francesco Buonasera, il Sindacato delle Famiglie, precise le proposte rivolte all’amministrazione: sospendere in autotutela la delibera sulla Tares, rivedere la determinazione dei nuclei familiari sulla base delle variazioni intervenute nel corso dell'anno, rivedere il calcolo delle superfici abitative sulla base dell'effettiva dimensione delle stesse senza tenere conto di pertinenze (cantine o garage), attivazione del sistema di premialità con rilascio di certificazioni alle isole ecologiche, l'avvio di un nuovo corso della gestione del servizio rifiuti.
“Chiediamo all’amministrazione di dare chiarimenti soprattutto alle tante persone che vivono in condizioni di disagio e che rischiano di affondare a causa di questa Tares. Abbiamo l’impressione che questa tassa sia stata introdotta senza tenere in considerazione le reali esigenze dei cittadini e vogliamo sapere se dentro il nome “Tares” ci sia anche una patrimoniale” ha spiegato Vita. Un invito ai cittadini affinché rispondano in maniera massiccia, ma allo stesso tempo nessun incitamento alla disobbedienza civile. “Non bruceremo i bollettini e non possiamo dire alla gente di non pagare, vogliamo però che l’amministrazione riveda alcuni passaggi del regolamento con cui è stata introdotta la tassa, alla luce di molte anomalie che abbiamo riscontrato” ha proseguito l’esponente del comitato.
A spiegare alcune di queste anomalie c’era l’avvocato Alessandra Calafiore che, con regolamenti alla mano, ha focalizzato alcuni punti poco chiari. Innanzitutto secondo l’intero comitato questa tassa è incostituzionale in quanto non rispetta l’art. 53 della Costituzione italiana che stabilisce che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Con la Tares però non è così, nessuna capacità contributiva è stata tenuta in considerazione. L’avvocato Calafiore scorre poi il regolamento e punta l’attenzione su altre incongruenze rilevate. “Se all’art. 4 è stabilito che presupposto del tributo è il possesso, l’occupazione o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o aree scoperte a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti, perché al successivo art. 6 si specifica che il tributo riguarda tutti i locali dotati di almeno un’utenza attiva (luce, gas) o di arredamento? Quindi una casa arredata ma disabitata produce rifiuti?” si chiede l’avvocato. Altro esempio: il decreto legge nazionale prevede che il tributo e' dovuto nella misura massima del 20 per cento della tariffa, in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonche' di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall'autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all'ambiente. Il regolamento messinese, all’art. 19, dice invece che l’eventuale riduzione temporanea del servizio per motivi di forza maggiore non comporta l’esonero o riduzione della tariffa. Nel caso in cui tale interruzione superi la durata di 30 giorni, la parte variabile della tariffa sarà ridotta di 1/12 per ogni mese di interruzione.
Per il comitato sono dunque moltissimi i punti che l’amministrazione dovrebbe provare a rivedere. Nel frattempo potrebbe attuare una sospensione in autotutela e prendere tempo per capire se ci sono margini di revisione per inserire ad esempio criteri di ripartizione più equi come la capacità contributiva. Confcommercio chiede quantomeno si sospendere la messa in mora per chi non pagherà entro il termine del 24 gennaio. Il comitato “12 gennaio” allestirà dei banchetti per fornire chiarimenti e assistenza a tutti i cittadini che domenica mattina si presenteranno davanti Palazzo Zanca. Secondo loro c’è ancora possibilità di intervenire su questa Tares. Viene però da chiedersi perché non ci si sia svegliati prima, nel mese di novembre, quando il Consiglio iniziò la discussione in aula su questo regolamento e forse intervenire sarebbe stato più semplice.
Francesca Stornante