Ulteriore impegno del FAI – che come recita lo slogan è “FAI per l’Italia. FAI anche tu” – questa giornata d’autunno del 15 ottobre: come abbiamo appreso in sede di conferenza stampa, tenutasi presso la Sala Lettura della messinese Biblioteca Regionale Universitaria G. Longo, la Delegazione di Messina, capitanata dalla vulcanica Giulia Miloro, si è soffermata in città sulla riscoperta dei segreti dei Palazzi Amministrativi, e, segnatamente, di quelli del Catasto (nell’ambito dell’Agenzia delle Entrate) e dello stesso Istituto bibliotecario e, in provincia, sui percorsi, naturalistico e storico, ad Alcara Li Fusi, finestra sui Nebrodi, con riscoperta del borgo e delle tradizioni popolari, delle antiche chiese del centro storico e del convento cinquecentesco.
E se la scelta della Biblioteca Regionale non sorprende certo, incuriosisce invece l’aver inserito in circuito un Ente che parrebbe lontano dal mondo culturale, ma che, come ha ben spiegato il dott. Tommaso Priolo, direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate messinese, invece è ben inserito in quell’assunto fondamentale della formazione delle coscienze civiche, che è comune anche a tale Istituzione, imperniata come è sul principio di responsabilità del cittadino, cruciale per consentire la trasmissione dei beni alle generazioni future, unitamente a valori quali bellezza, gentilezza, garbo ed eleganza. Arte e cultura dunque, da sempre in connubio nella mission del FAI, per promuovere, in armonia con lo spirito della Carta Costituzionale, la divulgazione delle bellezze del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione. La Giornata d’Autunno si è svolta pressoché in continuità con FAIMARATHON, già promossa con l’ausilio dei Fondi Lotto, ma superando quell’iniziativa. E così, la domenica si sono contemporaneamente organizzati in Sicilia quattordici itinerari tematici curati da quella attivissima costola costituita dai Gruppi FAI GIOVANI (a Messina è responsabile Giuseppe Bonaccorsi) alla riscoperta di cinquanta luoghi. Nella nostra città, al di là delle pur importanti partecipazioni in conferenza stampa – si ricorda la presenza dell’Assessore Regionale dei BB. CC. E I.S. , avv. Aurora Notarianni, e del Presidente dell’ARS in carica, on. Giovanni Ardizzone, entrambi messinesi, e, ovviamente, dei rappresentanti delle sedi istituzionali ospiti degli eventi FAI – ritengo prioritario segnalare, oltre alla nutrita partecipazione della cittadinanza (elemento questo a conferma delle attese) il coinvolgimento e la passione con cui molti visitatori hanno seguito in Biblioteca e al Catasto le fervide “lezioni” : ne è emerso il rispetto sostanziale di quella finalità di educazione dell’utente, che ogni approccio culturale dovrebbe rivestire, non potendo bastare, infatti, l’afflusso di pubblico e la stessa spettacolarizzazione dei luoghi di cultura, poiché l’attrattiva non deve prevalere sulla funzione sociale che resta primaria, fondante cioè di un sistema formativo, che presuppone la cura e la manutenzione dei beni stessi. La Biblioteca è dunque divenuta importante memoria dei nostri luoghi, custode come è delle vestigia del come eravamo, dell’essenza della nostra comunità, elemento fondamentale soprattutto dopo la tragedia del 1908. E il Catasto ha aperto alla città la sede di via Garibaldi, con esposizioni di strumenti, mappe, rilievi e schede e soprattutto permettendo l’approfondimento della conoscenza di un sito architettonico di epoca fascista: il Palazzo (ex Casa Littoria o Casa del Fascio) risalente al 1939, progettato in stile razionalista da Giuseppe Samonà e Guido Viola, che con Camillo Autore e Raffaele Leone avevano vinto il concorso nazionale per la ricostruzione della Palazzata, che prevedeva però originariamente ben tredici edifici. Il Palazzo presenta le facciate esterne rivestite in traversino, finestre rettangolari, ed è rilevante un bassorilievo marmoreo, allegorico del lavoro, riferito allo scultore messinese Antonio Bonfiglio.
Gli apprendisti ciceroni dell’Istituto Comprensivo Paradiso – in particolare del plesso “Petrarca”, II A e del plesso “Pietro Donato”, III D – hanno illustrato alcuni particolari esterni, come i motti e gli slogan fascisti, quali “OSARE, DURARE, VINCERE” che può leggersi ancora sul retro (se ne ricordano numerosi altri dell’epoca “CREDERE, OBBEDIRE, COMBATTERE” ; “DUX MIA LUX”; “BOIA CHI MOLLA”, etc.). La grande scritta murale del discorso del 9 maggio 1936 del Duce da Palazzo Venezia ricorda poi la vittoria africana dell’Italia in Etiopia e mentre in passato era stata ricoperta da pannelli, in una delle ristrutturazioni è stata lasciata in evidenza ed è vincolata dalla Soprintendenza per il suo valore storico. I ciceroni hanno anche ricordato la venuta il 22 giugno 1923 del Duce a Messina, per annunciare finanziamenti post-bellici. Il discorso sulle proposte della Biblioteca alla cittadinanza sarà più ampio, poiché molto ricca ne è stata l’offerta. L’Istituto peraltro aderisce sovente ad iniziative FAI per identità di obiettivi perseguiti: la dirigente responsabile, dott.ssa Maria Teresa Rodriquez, ha auspicato che l’esplorazione, che spesso investe solo luoghi lontani, riguardi anche ciò che ci è più vicino. L’Istituto è davvero Biblioteca della città ed il materiale custodito risale anche al nono secolo, alla Messina bizantina; dopo il terremoto nel 1927 si è sviluppato il primo nucleo della collezione Messano-Calabrese: nel 1924 infatti l’allora Ministro dell’Istruzione aveva dato incarico di reperire il materiale documentale superstite su Messina e Reggio Calabria. Si è dunque posto in essere, attraverso il supporto dei dipendenti dell’Istituto, coordinati egregiamente dalla D.ssa Rodriquez, un percorso in cinque tappe, ciascuna con tempi cronometrati di quindici minuti circa. Si è partiti dalle stampe in esposizione, scegliendo tra le circa quattrocento possedute, con tecnica xilografica o su acciaio, dal ‘400 all’‘800, con soggetto Messina o la Sicilia; poi è stata la volta degli splendidi manoscritti antichi illustrati: interessanti i fondi librari del Monastero del SS. Salvatore, fondato da Ruggero II; poi, ancora, l’esplicazione dei servizi resi dalla Biblioteca, come l’Informazione bibliografica al pubblico, con catalogo cartaceo anche per soggetto e catalogo on-line, in quanto la Biblioteca aderisce al Servizio Bibliotecario Nazionale che mette in rete 6102 biblioteche: se una richiesta ricevuta non può essere soddisfatta, si ottiene il materiale da altri Istituti attraverso i Servizi Interbibliotecari, facendo pagare al richiedente solo le spese di spedizione; e poi i Fondi Antichi, in parte provenienti dalla Biblioteca del Collegio Gesuitico di Messina, che vanno dall’origine della stampa (‘400 con Gutenberg) con caratteri mobili fino al 1830, con possibile riproduzione degli esemplari. Gli incunaboli si pongono in continuità con i manoscritti e non è presente il frontespizio. I testi spessi associano ai caratteri a stampa illustrazioni eseguite da miniatori, che richiamano i manoscritti. Nel ‘500 il veneziano Aldo Manuzio ha utilizzato il carattere corsivo e il formato ridotto; la rappresentazione illustrata delle città è ancora simbolica e diverrà realistica solo più tardi; le illustrazioni spesso fuoriescono dal testo e si piegano; nel 600’ si introduce l’antiporta -illustrato ad opera del Samperi- che precede la porta del testo, ed è interessante per la rappresentazione di quadri con madonne provenienti da chiese messinesi, molte delle quali sono andate distrutte, ed è presente il frontespizio. Rilevante anche la rilegatura in oro di alcune coperte e dei tagli, importanti quando i libri erano posizionati orizzontalmente. L’Emeroteca comprende poi giornali e pubblicazioni scientifiche, riviste e libri e si sono esposti giornali e periodici di gran pregio, con focus soprattutto sul periodo fascista e sulla ricostruzione della Palazzata. Si è illustrato il formato “giornale”, che ha 363 fascicoli annuali, in quanto per due giorni l’anno non si pubblica. Molte pubblicazioni, si è appreso, sono consegnate alla Biblioteca per deposito legale: se si superano le 500 copie stampate a Messina e provincia, deve infatti essere effettuato tale adempimento. I periodici, poi, possono essere consultati nella sede di via Consolare Pompea, ma non sono concessi in prestito.
Cosa resta al termine di una giornata altamente partecipata? Rimane la sostanza, l’interesse dei soggetti proponenti della Fondazione FAI, che opera in Italia dal 1975, a partire dagli ottimi apprendisti ciceroni, e dai volontari tutti, in grado di realizzare quella auspicabile forma di sussidiarietà orizzontale, cercando di diminuire la disaffezione dei cittadini verso le Istituzioni, alcune delle quali peraltro sono particolarmente illuminate: la finalità è sempre divulgare, poiché si ama ciò che si conosce, che si tende perciò a proteggere.