A ottobre l’approvazione di un ordine del giorno da parte dell’Assemblea regionale siciliana su proposta del deputato regionale del PD Franco De Domenico, ora l’annuncio da parte dell’assessore Marco Falcone.
“Entro gennaio – ha detto – proporremo il primo biglietto unico giornaliero per Catania, Messina e Palermo. Abbiamo messo insieme, a Palermo, Rfi, Trenitalia, l’Amat e l’Ast. Lo vogliamo fare anche a Catania con l’Amt, Fce e Trenitalia. Lo faremo con l’Atm, Trenitalia e Ast a Messina, in maniera tale che il cittadino che viene da fuori avrà un biglietto unico e potrà salire e scendere per l’intera giornata su tutti i vettori di mobilità“.
E’ solo un annuncio ma ci sono speranze per l’agognata integrazione tariffaria fra Trenitalia e Atm, quindi i bus, i tram e la metroferrovia di Messina. E’ da sempre sottoutilizzata, soprattutto a causa del costo elevato del biglietto: 2 euro e 60 da Giampilieri a Messina Centrale, quando la stessa tratta, su bus Atm, costa 1 euro e 20, anche se a breve 1 e 50.
Un cofinanziamento pubblico, 200mila euro annui, secondo uno studio della Uil, permetterebbe di mettere in vendita un biglietto andata e ritorno al costo di 2 euro o al massimo 2 e 50, quel che oggi costa 5,20, visto che non c’è neanche uno sconto sulla doppia corsa.
E se si riuscirà finalmente ad ottenere il biglietto integrato, bisognerà spingere sull’utilizzo del treno. Le stazioni e le aree circostanti dovranno essere illuminate e curate, mentre oggi sono spesso ricettacolo di rifiuti. Il ripristino delle 28 corse giornaliere ma niente doppioni, agli stessi orari, tra bus e treno, e bisognerà garantire le giuste coincidenze a pettine coi bus dalle stazioni verso i villaggi collinari e viceversa. Il solo biglietto integrato sarebbe un importante primo passo ma non può bastare.