In attesa del “vero” Ponte, eccone uno energetico destinato a fare epoca (ma anche “rumore”) forse anche più di quello d’acciaio che tante polemiche suscita. E’ il “Ponte dell’Energia” di Terna, la nuova linea elettrica tra Sicilia e Calabria, che si sta costruendo tra le stazioni di Sorgente, a Messina, e di Rizziconi, a Reggio Calabria. Questi i numeri: ottocento milioni di euro l’anno in meno sulla bolletta, 170 km di vecchi elettrodotti eliminati, 700 megawatt di energia pulita in più, 38 km sotto lo Stretto di Messina (su 105 km), record mondiale di lunghezza per cavi a corrente alternata, oltre 700 milioni di euro gli investimenti per Terna. Dopo l’inaugurazione del Sa.pe.i., il ”ponte elettrico” che collega la Sardegna e la penisola, avvenuta lo scorso 17 marzo, oggi al Palacultura è stata presentata un’altra opera da record, definita come una delle più importanti per la trasmissione dell’energia elettrica in Italia e dell’intera area mediterranea. Il tutto è stato illustrato al PalAntonello dal presidente di Terna, Luigi Roth, e dall’amministratore delegato Flavio Cattaneo. All’incontro è intervenuto il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo.
I lavori del nuovo elettrodotto tra Sorgente (Messina) e Rizziconi, in Calabria, dovrebbero essere ultimati entro il 2013. La capacità potrà raggiungere i 2.000 megawatt. A Favazzina sulla costa calabrese, dove approderanno 6 cavi sottomarini che si stanno iniziando a posare, partono gli scavi di una galleria di 3 chilometri, di cui 350 metri si svilupperanno completamente in verticale, che collegherà il punto d’approdo con la stazione elettrica in Sicilia posta ad oltre 600 metri sul livello del mare. In Sicilia, invece, nella stazione elettrica di Sorgente, snodo strategico della rete regionale, iniziano invece i lavori per l’installazione delle apparecchiature da dove fisicamente partirà il nuovo elettrodotto. Con il nuovo impianto si ridurranno, secondo le previsioni, anche i rischi di black-out in Sicilia e aumenteranno fattori quali la sicurezza, l’efficienza e la qualità del servizio elettrico in tutta l’area. Importanti anche i benefici ambientali: l’opera, infatti, consentirà di utilizzare produzione rinnovabile, soprattutto eolico e fotovoltaico, e renderà più efficiente la gestione dei flussi delle centrali presenti nel Sud Italia. Il collegamento comporterà anche minori emissioni di Co2 e una consistente bonifica della rete elettrica nelle province di Messina e Reggio Calabria, con la dismissione oltre 170 chilometri di linee obsolete e 540 vecchi tralicci.
Entusiasta Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Terna: «Vogliamo investire molto in Sicilia, dai quattro ai cinquecento milioni di euro nei prossimi anni. La Sicilia per noi è un nodo strategico e questo nuovo elettrodotto è un tassello ulteriore per fare dell’Italia un vero e proprio hub elettrico del Mediterraneo per la trasmissione di energia elettrica. La Sicilia è una piattaforma energetica ideale anche per la sua conformazione geografica, per connettere tra loro il Nord Africa e la sponda sud del bacino del Mediterraneo e del centro Europa. ‘Con il nuovo elettrodotto che abbiamo presentato oggi – ha concluso Cattaneo – si arriveranno a risparmiare diversi milioni di euro. Solo due mesi fa abbiamo concluso e inaugurato un altro importante elettrodotto in Sardegna e lì ora si risparmia fino al 20%, entro due anni speriamo di fare ancora meglio qui». Sulla stessa linea il ministro Prestigiacomo: «Nella nuova strategia energetica del governo dovremo investire di più nella ricerca per la competitività dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. Bisogna investire di più in tutto ciò che consente di ottimizzare l’uso delle rinnovabili. In quest’ottica il tema delle batterie (sistemi di accumulo), usando un termine semplice, è un tema che dovremo affrontare con il ministro Romani perché adesso bisogna lavorare proprio in questa direzione».
Certo bisognerà tenere il passo di una realtà così tecnologicamente avanzata. Da quando entrerà in funzione il “Ponte dell’Energia”, infatti, i vecchi impianti dovranno convertirsi verso sistemi di produzione di energia più efficienti e anche più puliti. A rischiare di più gli impianti di Milazzo e di San Filippo del Mela del gruppo Edison che occupano circa 300 addetti, già scesi in piazza per protestare contro l’ipotesi di chiusura. E a proposito delle conseguenze sul territorio del “Ponte”, proprio ieri si è svolto un incontro tra i rappresentanti della Terna Spa ed il Coordinamento Ambientale Tutela del Tirreno, formato dalle associazioni e comitati che si oppongono all’attuale progetto di Elettrodotto. Le associazioni hanno evidenziato i punti critici del progetto che destano notevole allarme nelle popolazioni interessate e specificamente nella frazione Serro del Comune di Villafranca Tirrena e nel tratto riguardante il Comune di Pace del Mela. Le parti hanno concordato l’attivazione di un tavolo tecnico, il cui inizio è previsto già dalla prossima settimana, al fine di approfondire, in una logica di confronto, le problematiche aperte e le eventuali ipotesi di soluzione. Il Coordinamento, ha pertanto, sospeso, il sit in annunciato presso il Palacultura in occasione della presentazione del progetto. L’avv. Nino La Rosa, portavoce del Coordinamento, ha sottolineato che «la rinuncia alla manifestazione vuole essere un contributo al dialogo con l’auspicio che ciò costituisca punto fondante di soluzioni condivise con la popolazione interessata».