Di seguito la riflessione di Carlo Callegari (delegato provinciale partito animalista) sull’ultimo DPCM del presidente Conte.
Le disposizioni enunciate domenica dal presidente del consiglio Conte, sul graduale ripristino delle attività sociali ed economiche, seguono l’unico criterio di sicurezza della scienza medica, ancora impegnata nella ricerca di farmaci di vaccino, limitato purtroppo alla prevenzione del contagio. Per questo le attività economiche e la socialità conseguente sono state classificate in base ad indici di utilità pubblica dei beni e dei servizi prodotti e in base al grado del rischio di contatto nello svolgimento di tutte le fasi e le modalità di compimento.
In democrazia la critica ai governanti è un diritto – dovere indispensabile, perciò, metodo, modi e tempi scelti sono criticabili, ma con severo sforzo di collaborazione, quindi senza decontestualizzazione e senza astrarre dalle condizioni ferree imposte dalla pandemia. La protesta della Cei, per il divieto di celebrare messa è ben fondata, sia per l’alto valore spirituale reclamato e costituzionalmente garantito, sia perché il clero e l’organizzazione della chiesa cattolica, non hanno bisogno di dimostrare la loro efficienza e il loro senso di responsabilità. Eppure si deve tenere conto dei piccoli paesi e dei borghi dove le chiese sono anguste e i fedeli sono anziani e tener conto delle altre confessioni religiose che hanno pari dignità e diritto, senza avere uguali mezzi. Si pensi alla comunità islamica, a cui ci si è per anni ostinati a non concedere luoghi di culto, obbligandoli a pregare in spazi stretti e insalubri. C’è poi chi, imitando i surfisti, che con abilità ed eleganza sportiva e innocente, utilizzano l’energia dell’onda per salire in alto, sfrutta ignobilmente secondo l’occasione ora la paura del virus, ora l’angoscia della mancanza di lavoro.
Chiediamoci quali e quante imprese economiche della nostra città hanno le qualità richieste per essere inseriti nella cosiddetta “fase due” a partire dal 4 maggio. A Messina la furia della pandemia si è abbattuta su un’economia improduttiva di sussistenza, che rischia di essere spazzata via lasciando il deserto. Che Messina sia una città povera in costante declino lo sanno tutti i suoi abitanti, per quotidiana esperienza diretta, anche se gli alchimisti dei bilanci attestano che la situazione è sotto controllo e risanata, almeno fino al recapito di avvisi di garanzia per indagini di falso, come è capitato per ultimo alla giunta degli onesti del sindaco Accorinti.
Carlo Callegari delegato provinciale partito animalista italiano