Il Comune si è formalmente impegnato con i suoi creditori ma non ha ancora pagato. E’ quanto denuncia la consigliera comunale Antonella Russo, la quale porta alla luce una vicenda i cui protagonisti sono alcuni avvocati che hanno seguito cause per conto di Palazzo Zanca.
La consigliera mette in dubbio l’affidabilità dell’ente e si chiede se il Comune non sia nei fatti già in una condizione di dissesto.
In una interrogazione inviata al sindaco Accorinti, al vice-sindaco Guido Signorino, all’assessore all’avvacotura e al contenzioso Mantineo, l’esponente del Civico Consesso spiega «che, con determinazione dirigenziale dell’avvocatura n. 354 del 17 ottobre 2014, veniva disposto il pagamento a favore di diversi avvocati di fiducia dell’ente, componenti del collegio di difesa, ovvero iscritti all’albo dei fiduciari, delle fatture che gli stessi avevano presentato nel corso dell’anno 2014, in relazione alla loro attivita’ professionale per la rappresentanza del comune di messina in giudizi gia’ definiti, giusto elenco che costituiva parte integrante e sostanziale della determina dirigenziale medesima»
Nell’atto veniva assicurata sia «la capienza del relativo capitolo di bilancio che la regolarita’ contabile»: la determinazione dirigenziale dell’avvocatura prevedeva. infatti, il pagamento di € 425.895,32 a favore di diversi avvocati di fiducia dell’ente ed attestava la capienza di fondi, nel relativo capitolo di bilancio, per un ammontare di € 1,540.051,81.
Tuttavia, dal giorno dell’emanazione di quella determina dirigenziale nulla si è mosso, nonostante i vari solleciti e le varie diffide.
Come racconta nel suo documento Antonella Russo, « qualche professionista…aveva inoltrato proposta transattiva al direttore generale del comune di messina, dichiarando di voler spontaneamente rinunciare agli interessi maturati, a condizione che le proprie fatture fossero corrisposte entro l’anno 2014, ma tale proposta non e’ stata nemmeno presa in considerazione ».
Oltre alle proposte di transazione sono arrivate anche le diffide, in un primo momento indirizzate ai vertici del dipartimento avvocatura e successivamente al sindaco , all’assessore al contenzioso, all’assessore al bilancio ed anche al direttore generale.
Negli atti di diffida recapitati agli uffici, i creditori invitavano sostanzialmente il Comune a darsi una mossa «al fine di provvedere all’attuazione dei propri deliberati, finalizzata alla immediata trasmissione degli atti di competenza agli uffici di ragioneria, per la liquidazione delle somme gia’ impegnate in determina, ma anche tali atti di diffida non hanno sortito cenno di riscontro da parte dei destinatari»
Nelle diffide inoltrate agli organi politici ed anche al direttore generale Antonio Le Donne «si e’ paventata – scrive la consigliera Russo – l’esistenza di eventuali responsabilita’ penali per la violazione degli artt. 323 e 328 c.p., nonche’ palese danno erariale contabilmente perseguibile, come diretta conseguenza del mancato accoglimento delle proposte transattive, in quanto da cio’ deriva un maggior esborso per il comune di messina di interessi moratori e spese di ulteriori procedimenti, diretti al recupero coattivo degli importi gia’ stanziati in determina».
Il caso in esame ha fatto suonare il campanello d’allarme anche per quel che riguarda gli accordi transattivi sottoscritti nell’ambito dell’iter relativo al piano di riequilibrio.
«Il comportamento degli organi interessati all’attuazione della determinazione dirigenziale de quo – si legge nell’interrogazione – ha indotto molti dei predetti creditori a non sottoscrivere le proposte transazioni, necessarie per la positiva valutazione del piano di riequilibrio».
La consigliera Russo scrive inoltre che c’è un’ ultima diffida , depositata lo scorso 31 marzo, in virtù della quale «in caso di mancato riscontro alle superiori richieste, ad oggi ancora non avvenuto», si procederà non solo con «il ricorso all’autorita’ giudiziaria per il recupero coattivo del dovuto, ma anche con la denuncia alla Prefettura per le iniziative ispettive di sua competenza, oltre che la denuncia al ministero dell’economia e finanze, ed al ministero dell’interno per la valutazione del comportamento del comune, in materia di transazioni con i creditori, ai fini della valutazione del piano di riequilibrio decennale dallo stesso presentato, ed ancor ain attesa di vaglio ministeriale».
Alla luce di quanto riportato nella sua interrogazione, la consigliera Russo interroga l’amministrazione per conoscere il motivo per cui «ad oggi non e’ stato liquidato quanto previsto nella determina dirigenziale n.354 , in violazione delle relative disposizioni di legge nazionali e comunitarie.
La consigliera vuole inoltre sapere dagli organi in indirizzo «se non ritengono che tale comportamento, che potrebbe integrare estremi di danno erariale a carico del comune di messina, perche’ commesso e reiterato in violazione di norme di legge, possa oltre che danneggiare economicamente, per cio’ stesso e per le sue dirette conseguenze, l’ente comunale, produrre negative ripercussioni sulle future transazioni anche per il discredito che il comune di messina provoca a se stesso, davanti ai tantissimi suoi creditori, i quali devono ancora formalizzare atti di transazione astrattamente previsti nel presentato piano di riequilibrio finanziario».
Secondo l’esponente del Civico Consesso da questa vicenda emerge un problema di affidabilità di Palazzo Zanca: «se non ha fino ad oggi corrisposto gli importi che hanno gia’ copertura finanziaria, a maggior ragione potrebbe o potra’ non essere solvibile ed affidabile, rispetto a crediti oggetto di future transazioni, che sono pesantemente condizionate all’approvazione del predetto piano di riequilibrio finanziario, sia da parte del ministero dell’interno, sia da parte della competenze sezione regionale della corte dei conti».
La rappresentante del Pd, si domanda , infine se gli organi in indirizzo non ritengano che la presente fattispecie integri la fattispecie di cui all’art. 244 tuel, in virtù del quale “si ha stato di dissesto finanziario se l'ente non può garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell'ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le modalità di cui all'articolo 193, nonché con le modalità di cui all'articolo 194 per le fattispecie ivi previste.”
Di una cosa la consigliera comunale Antonella Russo è certa: questa vicenda comporterà «danni a carico del comune, vale a dire a carico dell’intera collettivita’ cittadina».
Danila La Torre