Mandanici. Il pellegrinaggio a piedi alla Madonna del Tindari eredità immateriale della Regione

Il tradizionale pellegrinaggio a piedi di Mandanici, alla Madonna del Tindari, sarà iscritto nel Registro delle eredità immateriali della Regione Siciliana. L’argomento dovrà essere ratificato dal Consiglio comunale nella seduta convocata per questa sera dalla presidente Anna Misiti, che prevede all’ordine del giorno, tra l’altro, l’approvazione del Bilancio consuntivo del 2015. “La Comunità di Mandanici – spiega Anna Misiti – da tempo immemorabile e senza interruzione, annualmente, la seconda settimana di maggio, attraversando i monti Peloritani, si reca a piedi in pellegrinaggio al santuario della Madonna del Tindari. I pellegrini di Mandanici vengono chiamati ancora oggi dagli abitanti della zona tirrenica “i fummiculari". La tradizione del pellegrinaggio – prosegue la presidente – risulta avvalorata nel periodico quindicinale "il Tindari" del 1896. Sono stati fatti diversi studi sul pellegrinaggio al Santuario mariano.

La tradizione popolare vuole che sia nato al fine di ringraziare la Madonna per avere liberato il paese di Mandanici dall'invasione delle cavallette provenienti dalla sponda africana del Mediterraneo che colpì quasi tutta la Sicilia nel 1783 e che distrusse i raccolti”. Ma vi sono altre tesi. Una ricollega la nascita del pellegrinaggio al periodo dei Normanni. “L’Amministrazione comunale mandanicese – rimarca Misiti – ha come obiettivo favorire e sostenere tutte le attività e le iniziative culturali, tese a promuovere e valorizzare le tradizioni religiose e popolari. E il tradizionale pellegrinaggio alla Madonna del Tindari rappresenta, certamente a pieno titolo per la comunità di Mandanici, un Bene Immateriale meritevole di riconoscimento in quanto prettamente identificativo del popolo mandanicese e della sua storia, quest’ultima intrisa di valori altamente spirituali”. Da qui la proposta di deliberazione del Consiglio di dare mandato al sindaco e alla Giunta di “iscrivere il tradizionale pellegrinaggio nel Registro delle Eredità immateriali della Regione siciliana e precisamente nel Libro delle celebrazioni”.

Carmelo Caspanello