In fondo, “piccoli miracoli” la Madonna delle Grazie alla quale migliaia di devoti sin dal 1600 si rivolgono a Provinciale, continua a farli.
Già perché all’ingresso della Chiesa dei Miracoli, proprio alle porte di Villa Dante, il 7 agosto, giorno successivo alla Processione, i fedeli hanno trovato affisso un cartello: “La chiesa resterà chiusa fino al 15 agosto”….. . Parole che hanno concretizzato quella paura che i devoti avevano da mesi come pubblicato a maggio da Tempostretto (leggi qui l’articolo) e cioè che dopo anni di commissariamento ed 8 mesi senza nessuno che se ne occupasse, la chiesa finisse per spegnersi lentamente, nel silenzio e nell’indifferenza.
Ma la fede, si sa non va in vacanza. E i fedeli si sono ribellati a quel cartello, compiendo un piccolo miracolo della buona volontà.
La Cappella, costruita nel 1600 nel punto in cui fu trovato il pozzo dei miracoli (e l’acqua che i contadini della zona, in piena siccità, chiedevano da tempo), non c’è più, ma nello stesso luogo c’è la Chiesa dedicata alla Madonna dei Miracoli. Una devozione secolare che viene ricordata con la Processione annuale del 6 agosto, con oltre 40 mila presenze. Le vicissitudini sono iniziate nel 2000 con l’accorpamento alla parrocchia di San Pietro e Paolo. Dal 2006 al 2012 fu affidata ad un commissario, Ubaldo Vinci. Negli anni successivi si sono avvicendati 3 sacerdoti, ma dalla fine del 2016 è iniziato il declino, le messe non sono state più celebrate con continuità e la Chiesa è rimasta spesso chiusa.
La Processione della Madonna dei Miracoli, il 6 agosto scorso, fortemente voluta dai portatori e dai fedeli della zona che hanno lanciato più appelli per salvarla, è stata in toni minori, rispetto ai tempi dei “40 mila” e delle novene all’aperto con centinaia di devoti in preghiera.
Vedere il 7 agosto quel cartello “chiesa chiusa per ferie”, è stato un colpo al cuore per tanti, è stato come assistere alla “Cronaca di una morte annunciata”, quella della chiesetta. Il timore, fondato, è che sia solo una lunga agonia e che da 7 giorni i disagi dureranno ancora.
Il diacono responsabile è andato in vacanza, ma i fedeli non hanno alcuna intenzione di rassegnarsi a trovare quei battenti chiusi.
Peraltro in questi giorni è a Provinciale Fra Stefano D’Agostino, frate francescano ordinario militare a Roma che ha maturato la vocazione frequentando questa chiesa e che negli ultimi anni è stato chiamato per celebrare la Messa in sostituzione dei sacerdoti in ferie. Quest’anno nessuno lo ha chiamato, nonostante la necessità.
“Il Papa raccomanda di tenere le chiese aperte a qualsiasi costo e a Messina si chiudono per ferie del custode- commenta con amarezza Ubaldo Vinci– Nelle ultime celebrazioni non hanno neanche avvisato i fedeli dell’imminente chiusura, forse per timore delle reazioni. Il parroco di S.Pietro e Paolo, cui la chiesa dei Miracoli rientra nella sua giurisdizione, non ne sa niente”.
I fedeli di Provinciale, ricordando la caparbia che spinse nel ‘600 i contadini a cercare l’acqua per salvare terre e famiglie fino a trovarla, non si sono arresi e dopo numerose telefonate in Curia si è trovato un sacerdote disposto a celebrare la messa tutte le mattine alle 8,30. Un passo in più, ma ancora troppo piccolo.
Così i parrocchiani hanno rimosso il cartello che annunciava le ferie e si sono organizzati con veri e propri turni per garantire l’apertura della Chiesa.
E’ il loro modo per ribadire una devozione secolare a quella Madonna alla quale hanno dedicato il pozzo e che nei secoli non ha mai smesso, raccontano, di guardare con amore la sua gente e fare piccoli e grandi miracoli.
L’acqua della fede continua a scorrere nonostante la burocrazia provi a chiudere quel “pozzo” che i Principi Alliata fecero costruire nel punto in cui l’acqua zampillò.
Se la Chiesa non chiude per ferie come un qualsiasi negozio lo si deve solo al “popolo di Provinciale” che continua a fare appelli ed a chiedere alla Curia ed all’arcivescovo Accolla quell’attenzione che invece è venuta meno da troppo tempo. Loro, i fedeli, ci sono, stanno facendo la loro parte, puntuali, nonostante il caldo potrebbe spingerli ad essere altrove, e fanno in modo che quel portone resti aperto, che chiunque voglia rivolgere una preghiera possa riuscirci, anche per pochi minuti, volgendo lo sguardo al cielo.
Rosaria Brancato