La grande industria, il suo impatto sul territorio, il dibattito ambientalista e politico. Sono stati questi i temi del Consiglio Generale della Femca Cisl di Messina che si è svolto a Milazzo ed ha preso di petto il tema della difesa del sistema industriale. «Il dibattito – ha detto il segretario della Femca Messina, Stefano Trimboli – non può limitarsi ai social network, non è più esclusività degli ambientalisti, più o meno disinformati, ma è diventato istituzionale e soprattutto politico. Una politica che dice no, ma non offre concrete e coerenti soluzioni alternative. Serve un confronto reale sulla valenza dell’industria sul territorio e sullo sviluppo dello stesso».
Per la Cisl l’industria compatibile e sostenibile può e deve continuare ad avere cittadinanza sul nostro territorio. «Troppo abbiamo concesso alla crisi economica – ha aggiunto Trimboli – in termini di perdita di posti di lavoro e reddito pro-capite, per continuare ad ascoltare chi favoleggia di paradisi alternativi senza uno straccio di soluzione per tenere in piedi l’intera economia del territorio».
È entrato ancora più nello specifico il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese, che ha ricordato come la Raffineria Ram «sviluppa il maggior fatturato in provincia di Messina. La produzione porta lavoro, salario, quindi reddito pro-capite e la presenza dell’industria è un valore assoluto ed imprescindibile per il territorio messinese. Una industria sostenibile e moderna, quella di cui non possiamo fare a meno. La Zes non può sostituire le altre azioni, può però valorizzare ed incentivare della buona industria perché se mancano gli imprenditori locali, è necessario rendere appetibile il territorio, ammodernando le infrastrutture e favorendo l’arrivo di una nuova imprenditoria».
Genovese ha anche anticipato i temi della grande manifestazione per il Sud Italia in programma il 22 giugno a Reggio Calabria. «Le grandi questioni del Paese si risolvono solo se si abbatte il gap tra Centro-Nord e Sud. La manifestazione di Reggio Calabria serve a riportare il baricentro al Mezzogiorno attraverso investimenti infrastrutturali, a partire dal Ponte sullO Stretto, investimenti che garantiscano l’ordinario impegno di spesa del 34% e che utilizzino le risorse comunitarie per superare il divario. Servono, insomma, politiche di valorizzazione del lavoro»
Proprio sul tema regionale si è incentrato il saluto di Giovanni Musso, neo segretario della Femca Sicilia, che ha sottolineato «l’assenza del governo regionale sulla questione energetica». E Franco Parisi, segretario generale della Femca Sicilia, ha evidenziato come «occorra creare partecipazione dentro il sistema dell’energia, coinvolgendo tutti sulle questioni che riguardano l’industria e gli attacchi che subisce dagli ambientalisti e dalle istituzioni. Senza industria, il pil del territorio e del Paese crolla. Serve un’Industria buona, sostenibile, moderna, ma serve l’industria per questo la Cisl e la Femca mettono come priorità la questione industriale. Del 2008 ad oggi in Sicilia, nel compartimento industriale, si sono persi 11.000 posti di lavoro».