Si è avvalso della facoltà di non rispondere Antonio De Pace, l’infermiere che ha strangolato la fidanzata Lorena Quaranta all’alba di martedì scorso nella loro abitazione di Furci Siculo. Accompagnato dagli avvocati Ilaria Intelisano e Bruno Ganino, Antonio è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari ma ha preferito non rispondere, tenendo la bocca cucita.
Nessuna confessione formale, quindi, per lui, che invece nell’immediatezza, quando ha chiamato il 112 per essere soccorso e quando è stato interrogato nella caserma dei carabinieri di Santa Teresa, ha ammesso di aver strangolato la convivente, seppur confusamente e senza parlare troppo.
Il giudice dovrà ora emettere il provvedimento che dispone per lui la custodia cautelare in carcere, e dovrà cristallizzare l’accusa a suo carico.
Intanto sempre stamattina è stata avviata l’autopsia sul corpo di Lorena, affidata al medico legale Daniela Sapienza, la stessa che martedì mattina è intervenuta in via delle Mimose, a Furci, per cercare sul corpo della giovane studentessa di Medicina, riversa a terra, i segni della violenza inflitta dal fidanzato quella notte.
Adesso la battaglia è tutta processuale, indagini ed accertamenti serviranno a mettere in luce tutti gli aspetti di questa vicenda, per dare giustizia alla famiglia di Lorena, che si è affidata all’avvocato Giuseppe Barba, e verificare cosa ne sarà di Antonio.
Il braccio di ferro che si profila tra accusa e difesa, a meno che il ragazzo non cambi nuovamente strategia e decida di “vuotare il sacco”, più avanti, si giocherà sulla preterintenzionalità del delitto. E’ stata un’esplosione di rabbia, un momento di follìa, o ha agito con lucida determinazione, con crudeltà, facendo sfociare in un litigio una rabbia covata più a lungo?
L’autopsia intanto chiarirà quando è morta Lorena, quanto tempo è passato da quella che sembra la prima ferita inflittale, col coltello, e quando invece è stata soffocata, infine quanto tempo è trascorso tra la sua morte e la richiesta di soccorso da parte di Antonio. Lorena si poteva salvare? E’ rimasta agonizzante, ferita, ma non è riuscita a sottrarsi al suo assassino né a chiedere aiuto?
Sono domande che troveranno risposta negli accertamenti affidati ai Carabinieri ed agli esperti scientifici, coordinati dal PM Roberto Conte.
Comunque finirà, niente potrà restituire alla famiglia ed agli affetti di Lorena la loro studentessa in medicina,di una bellezza fulgida perché accompagnata da una personalità particolarmente disponibile, allegra e attenta, ben testimoniata e sintetizzata nel suo impegno con la clown terapy.