Femminicidio di Sara Campanella, fari puntati sulla rete di complicità di Stefano

Femminicidio di Sara Campanella, fari puntati sulla rete di complicità di Stefano

Alessandra Serio

Femminicidio di Sara Campanella, fari puntati sulla rete di complicità di Stefano

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venerdì 04 Aprile 2025 - 07:00

Si allarga l'inchiesta sulla fuga di Stefano Argentino da Messina. Quei punti ancora oscuri

Messina – Vanno avanti le indagini per fare luce su tutti i punti ancora oscuri, dietro il femminicidio di Sara Campanella. Perché se le prove contro Stefano sono schiaccianti e lui ha ammesso il fatto in sé, restano da chiarire ancora diversi particolari che non tornano. I sospetti degli investigatori sono in particolare per altri possibili “complici” di Stefano, che potrebbero averlo aiutato a fuggire in fretta da quel marciapiede insanguinato di viale Gazzi, mentre Sara si piegava a terra e spirava, circondata dai presenti, per poi abbandonare Messina altrettanto in fretta.

Il ruolo della madre

Stefano è stato catturato a Noto nella notte, nell’abitazione di famiglia che la madre adopera come b&b. Proprio il ruolo della madre (che in quanto tale non è imputabile è bene ricordarlo ndr) è già emerso, dopo il ritrovamento di un bigliettino in cui spiegava all’altro figlio di doversi allontanare per motivi di salute. Motivi che gli investigatori non hanno “trovato”, sospettando perciò che volesse aiutare Stefano a fuggire.

La fuga da Messina a Noto

Ma sono altri i tasselli che mancano. A cominciare dal suo dileguarsi in fretta dalla zona del Policlinico, dove le telecamere e i testimoni lo inquadrano soltanto a piedi, in una prima fase e prima che avvicini Sara. Poi l’allontanamento da Messina in direzione della sua città nel siracusano.

I carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Marco Colamonici e la sostituta Alice Parialò, vogliono inoltre fare piena luce sulle ore prima dell’omicidio, per mettere alcuni punti fermi sulla tesi che Stefano abbia preordinato il delitto.

Troppi silenzi all’interrogatorio

Punti sui quali Stefano durante l’interrogatorio di garanzia, dopo aver risposto ad alcune domande, ha invece taciuto.

Il ventisettenne è rinchiuso nel carcere di Gazzi e domani potrebbe incontrare l’avvocato Stefano Andolina, nominato dalla famiglia come difensore. Il legale ha nominato un proprio consulente per l’autopsia che sarà effettuata oggi pomeriggio sul corpo di Sara e valuterà se tornare a confronto col giudice o quali altri passi muovere, in attesa degli sviluppi dell’indagine.

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2 commenti

  1. procedure inutili…… caso chiuso. ERGASTOLO

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  2. Un giusto processo, rapidamente.
    E la giusta pena per il reo confesso.
    Si tratta di un caso in cui il recupero della persona ed il suo ipotetico re-inserimento nella società possono tranquillamente essere ritenuti non prioritari.

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