Sicilia e Sardegna sono le uniche due regioni italiane escluse dall’alta velocità ferroviaria. In Sicilia solo il 16 % della rete è a doppio binario, in Sardegna addirittura il 5 %. Il 28 febbraio 2013 il Governo, la Regione e Rfi hanno firmato il contratto istituzionale di sviluppo per l’alta capacità nel triangolo ferroviario Messina – Catania – Palermo. In realtà si tratta di un triangolo monco, costituito solo da due lati, che esclude la tratta Palermo – Messina, il cui completamento del raddoppio, 87 chilometri tra Patti e Castelbuono, ha un costo di 4 miliardi che non si sa dove prendere. Priorità, dunque, alla tratta Catania – Palermo, anche se la Palermo – Messina è invece quella che ha il numero di viaggiatori più alto in tutta la regione.
Eppure è l’unica linea per la quale, ad oltre quattro anni da quella firma, si è mosso qualcosa. Appena dieci giorni fa, infatti, è stato pubblicato il bando di gara per il raddoppio della tratta Catania Bicocca – Catenanuova, di 37 chilometri, dove comunque si raggiungeranno velocità massime di non oltre 200 km/h e il resto del tracciato, probabilmente, resterà a binario unico. Per la tratta di 42 chilometri tra Giampilieri e Fiumefreddo, invece, che completerebbe il raddoppio della Messina – Catania, bisognerà ancora aspettare. Il costo previsto, in questo caso, è di 2 miliardi, mentre la somma disponibile è di 872 milioni.
Da dicembre dello scorso anno, l’alta velocità arriva anche in Basilicata e nella parte meridionale della Puglia, fino a Taranto. Rispetto ai vecchi Intercity, i passeggeri sono raddoppiati. 8 ore e 50 minuti per percorrere i circa 1.100 chilometri da Taranto a Milano e viceversa, di cui, però, tre ore e venti sulla tratta Taranto – Salerno (260 km) e cinque ore e mezza sulla tratta Salerno – Milano (850 km), sempre a bordo dello stesso Frecciarossa.
Se si considera che la tratta da Villa San Giovanni a Salerno è di 380 km (quindi 120 km più lunga) ma percorribile in 2 ore e 50, ecco che sarebbe possibile (come accaduto col treno Taranto – Milano) raggiungere Milano da Villa San Giovanni in 8 ore e 20 minuti e, di conseguenza, Bologna in 7 ore e 20 minuti, Firenze in 6 ore e 45 minuti. Al momento, invece, è obbligatorio il cambio a Roma, non certo agevole soprattutto per le persone a mobilità ridotta.
La linea commerciale di Trenitalia è stata finora quella di considerare competitive le frecce, rispetto agli aerei, fino ad una fascia di circa 650 chilometri, vale a dire la distanza tra Reggio e Roma, anche se, a dirla tutta, tra Salerno e Milano o tra Bari e Milano ci si spinge fino a 850 o 900 chilometri. Con la novità Milano – Taranto, però, si arriva addirittura fino a 1.100 km, solo un centinaio in meno rispetto alla tratta Milano – Reggio.
E’ vero che 7 o 8 ore non sono tempi da alta velocità ma è anche vero che al momento, se non si vuole cambiare treno, bisogna affidarsi al treno notte che da Messina impiega tempi da dopoguerra: 18 ore in direzione nord e 16 ore e mezza in direzione sud. L’alternativa resta ovviamente l’aereo ma non è gradita a tutti e, da Messina, raggiungere un aeroporto non è agevole (come raccontato qui). Un treno diretto che da Villa San Giovanni arrivi a Firenze, Bologna e Milano in 7 o 8 ore sarebbe una soluzione apprezzata da molti. In Puglia e Basilicata hanno raggiunto l’obiettivo, dalle nostre parti si fa fatica persino ad ottenere un aliscafo serale, in coincidenza col treno in arrivo a Villa intorno alle 22.
(Marco Ipsale)