Il riordino delle Province, i tagli agli sprechi, il problema default a Messina, la collaborazione con il neo sindaco Accorinti, il futuro dell’Udc, la riforma della Pubblica amministrazione. Da Roma allo Stretto sono le tematiche caldissime che vedono il ministro della Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia impegnato a tutto tondo in uno dei momenti più difficili sia per il Paese che per la sua città. Intervenuto alla 3° edizione della Festa della Cgil, ad un confronto serrato con Rossana Dettori, segretario generale Funzione Pubblica Cgil, il ministro messinese non si è sottratto alle domande, illustrando in modo dettagliato, punto per punto, le strategie che intende portare avanti sia per la riforma del settore che per gli interventi nelle singole problematiche, dal precariato alla contrattazione sindacale.
“La Consulta ha contestato il metodo scelto dal governo Monti per il riordino delle Province, ma non la sostanza- ha chiarito D’Alia a proposito delle Province- Era la forma del decreto legge ad essere in discussione ma non la necessità del riordino, che tra l’altro, ricordo, noi abbiamo sempre sollecitato come partito. In ogni elezione ho sentito i vari politici dichiarare che erano per l’abolizione delle Province. Poi, una volta in Parlamento, annunciavano la riforma del settore, che è un modo per non volere fare le cose. Adesso il Consiglio dei ministri ha scelto la forma più adeguata, un disegno di legge costituzionale, per attuare il riordino e quindi l’accorpamento e la riduzione degli Enti intermedi, spostando le funzioni e il personale alle Regioni ed ai Comuni. Io andrei anche oltre, ci sono ad esempio più di 5 mila piccolissimi comuni, accorpiamoli mantenendo il rispetto delle loro identità”.
Secondo il ministro quindi sulla strada del riordino e dei tagli alle Province non si torna indietro, così come su tutti quegli interventi che garantiscano un risparmio e nel contempo mantengano l’efficienza della Pubblica amministrazione. Sui tagli alle consulenze, per fare un esempio, il leader dell’Udc non lascia margini “a livello nazionale lo stiamo facendo, mi auguro che si possa intervenire anche sul piano regionale e comunale”. Lo stesso criterio, come sottolineato anche da Rossana Dettori, si deve seguire per le partecipate, perché se è vero che in gran parte dei casi garantiscono i servizi, è altrettanto vero che, soprattutto al Sud, sono carrozzoni utilizzati per mantenere poltrone e poltroncine “Chi ha la responsabilità dei controlli- ha detto D’Alia– e mi riferisco a Comuni e Regioni, deve farlo. Senza piani di risanamento seri tra sei mesi moltissime partecipate non ci saranno più”. Quanto alla riforma della Pubblica amministrazione l’esponente del governo Letta ha sottolineato come in passato la politica dei tagli lineari, nata per far quadrare i conti, non abbia poi inciso, finendo con il penalizzare anche i settori produttivi ed efficienti. Proprio per evitare queste conseguenze secondo il ministro l’unico modo per fare una vera riforma è realizzarla attraverso il confronto con chi lavora ed opera nel settore, evitando quindi soluzioni prese in solitudine.
“Abbiamo aperto la discussione con il sindacato e vogliamo ripristinare un sistema normale di relazioni sindacali che in questi anni e' mancato per il blocco dei rinnovi contrattuali". Quanto al personale del settore pubblico il problema è che solo il 10% ha meno di 35 anni con la conseguenza che con un’età media molto alta è più difficile puntare sull’innovazione tecnologica. Il secondo problema è che il personale e' mal distribuito, piu' presente al Sud che altrove. Su questi temi ha replicato Rossana Dettori "Siamo pronti a parlare di riorganizzazione per rispondere ai bisogni dei cittadini, ma anche ai bisogni dei lavoratori da sei anni senza contratto, per la stabilizzazione dei precari. I servizi funzionano se c'e' qualcuno che li fa funzionare".
Dal nazionale al locale l’incontro si è concluso con l’abbraccio con il neo sindaco Renato Accorinti, con il quale il ministro D’Alia è poi rimasto a parlare sulle tante problematiche che uniscono Messina a Roma.
“Lunedì sarò a Palazzo Zanca- ha spiegato il ministro centrista- all’incontro con la deputazione richiesto dal sindaco, da parte mia c’è piena disponibilità e spirito di collaborazione con l’amministrazione. Quanto al dissesto, dobbiamo valutare tutte le carte lasciate dal commissario Croce e decidere di conseguenza. Se le carte sono a posto, bene, altrimenti dobbiamo comunque capire come muoverci”. Massima collaborazione dunque e a chi gli dice che l’Udc non si è impegnata in questa campagna elettorale fa notare con un sorriso: “Alle manifestazioni non sono potuto intervenire in base alle disposizioni che ha dato Letta, ma l’Udc è stato il partito che in Consiglio comunale ha preso più voti. Siamo primi….”. Al di là dell’esito delle amministrative però il partito centrista è alle prese con i postumi della batosta delle Politiche e con la necessità di ricostruire senza (e lontano da..) Monti. L’Udc di Casini sa bene che senza l’apporto del partito siciliano il progetto del grande centro non potrà mai decollare e già dalle prossime settimane inizieranno le assemblee. In Sicilia l’appuntamento è a Enna. “Stiamo lavorando” sintetizza D’Alia che dovrà riuscire attraverso le armi tipiche democristiane a ricostruire un nuovo partito mantenendo nel contempo rapporti equilibrati con un fantasioso Crocetta e con un Pd in cerca di una nuova identità. Compito non facile, soprattutto in un’isola che è sempre stata laboratorio politico. Ma il quarantenne che ha fatto la guerra, vincendola, ai cuffariani, è abituato alle cose difficili.
Rosaria Brancato