Il M5S dello Stretto si prepara al dopo-Accorinti. Lo fa ripensando agli errori che probabilmente sono stati commessi nell’inizio estate 2013, ma soprattutto piantando basi solide nel territorio secondo quello schema di partecipazione che il movimento ha seguito ad ogni livello. Mentre l’agonia di Palazzo Zanca ha, come spiega Francesco D’Uva: “comportato l’aumento dei delusi dalla svolta accorintiana fallita e dalla vecchia politica” i grillini dello Stretto aprono quel “cantiere” che li porterà a farsi trovare pronti alle prossime amministrative.
L’occasione per parlarne è la festa di “compleanno” dei grillini, 10 anni dalla nascita del primo gruppo, nel 2006, ancor prima dell’ingresso in campo della lista, quella che oggi porta il simbolo appunto dei 5Stelle. Una festa in pieno stile 5stelle, con cena di beneficenza, musica, artisti, gli interventi degli attivisti, dei primi fondatori, poi le parole dei deputati regionali, nazionali ed europei, quindi il concerto dei Big Mimma. In città, sin dal mattino, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, che ha scelto Messina per commemorare l’anniversario della Liberazione e poi nel pomeriggio ha fatto un tour tra le ferite ancora aperte di una comunità dimenticata da istituzioni e politica. Tra le tappe l’ex ospedale Margherita per parlare della vicenda del distaccamento della caserma dei vigili del fuoco ma anche della questione sanità, poi l’incontro con il movimento #ilferribottenonsitocca, per parlare di ferrovie che dismettono e di progetti per dire no, della questione Ponte e delle infrastrutture.
“Non crediamo nel Ponte come opera risolutiva visto che mancano tutte le altre infrastrutture- commenta Di Maio in conferenza stampa- così come non crediamo alle promesse che Renzi fa per tenersi buono il Nuovo centro destra di Alfano. Soprattutto non crediamo a queste guerre tra bande nel Pd che stanno vedendo come scenari le Regioni. Là dove c’è un governatore Pd c’è la guerra con il Pd al governo. Anche in Sicilia è così. Anche se Crocetta non sempre sembra un governatore. Poi arriva Renzi che guarda caso sceglie solo la Campania di De Luca per firmare il Patto per il sud”.
Già, il Masterplan, presentato dal governo nazionale come la panacea di tutti i mali e rivelatosi poi, anche per Messina, l’ennesimo bluff. Ad inizio maggio sia sul fronte Patto per la Sicilia che per il Patto per Messina città metropolitana, siamo solo alle chiacchiere.
“Continuiamo nel nostro percorso, qui oggi festeggiamo 10 anni dalla nascita del primo gruppo-prosegue il vicepresidente della Camera- e continuiamo ad aprirci ai cittadini, con la piattaforma Roosevelt che consentirà a tutti di partecipare, a tutti i livelli, con proposte sulle quali non ci siamo espressi nel programma con il quale siamo stati eletti. Oggi ci sono 100 consiglieri regionali del M5S, 130 parlamentari, 15 sindaci, più di mille consiglieri comunali, siamo pronti”.
Le ultime proposte in cantiere, sul piano nazionale, sono la decadenza per i voltagabbana “sono troppi, abbiamo il più alto numero di cambiacasacca. La norma nobile voluta dai nostri Costituenti e che non prevede il vincolo di mandato adesso non va più bene” ed il controllo ex post per le leggi da effettuare periodicamente, circa ogni 2 anni per verificare se sia il caso di apportare modifiche all’applicazione o meno. No all’euro, sì all’Europa, il M5S si presenta come un movimento in crescita che “preferisce andare nei mercati tra la gente piuttosto che fare i sondaggi”.
Ma se tra Regionali 2012 e Politiche di febbraio 2013 Messina ha eletto ben 4 grillini, diventati 3 dopo il passaggio di Tommaso Currò al Pd renziano, conquistando un gran risultato per una città poco propensa al nuovo, le amministrative di giugno non hanno avuto gli stessi esiti. Il M5S ha scontato l’equivoco dell’Accorinti simbolo dell’antipolitica, su di lui i messinesi hanno concentrato i consensi della protesta e della delusione. Il risultato è stato che a pochi mesi dalle Politiche che avevano visto il M5S secondo partito in città, alle amministrative la candidata Maria Cristina Saija si attesta su percentuali minime e nessun consigliere viene eletto a Palazzo Zanca.
“Stiamo lavorando, pensiamo al dopo Accorinti adesso- spiega Francesco D’Uva- Ma sbaglia chi pensa che noi siamo la protesta o l’antipolitica. Noi siamo l’esatto contrario, presentiamo idee, progetti, proposte. Rappresentiamo l’alternativa politica diversa ai delusi di Accorinti e della vecchia politica. Noi siamo stanchi nel vedere Messina come la periferia dell’impero. Ci tolgono tutto, dalla Camera di Commercio all’Autorità portuale. Desertificano tutto, persino gli atenei del sud. Noi siamo qui per costruire e faccio un appello ai messinesi: ogni giovedì sera ci riuniamo nella sede di Spazio Libero. Vi aspettiamo per parlare di Messina e del futuro. Nel 2013 abbiamo sbagliato, eravamo reduci da due elezioni, regionali e Politiche e probabilmente abbiamo commesso qualche errore. Adesso no”.
E’ chiaro che i grillini dello Stretto sono già al lavoro per far crescere la base e le proposte e non farsi trovare impreparati ad eventuali amministrative anticipate. Confermano la posizione per il dissesto “incomprensibile il balletto che si è visto, compresa la vicenda Signorino” e porteranno le istanze della mobilità nello Stretto su tutte le sedi.
“Per noi conta la presenza più che la rappresentanza- continua la deputata regionale Valentina Zafarana- Siamo sul territorio, ci siamo battuti contro ogni spoliazione e desertificazione, come quella sul Piemonte, l’Autorità portuale. Abbiamo fatto atti ispettivi, azioni concrete. All’Ars abbiamo presentato 3 mozioni di sfiducia a Crocetta. Non temiamo né la destra né il Pd, noi abbiamo un nostro percorso che tutti conoscono. Dobbiamo costruire insieme quel progetto sulla Messina che vogliamo e che non è quella di oggi e neanche quella della precedente politica”.
Presenti anche i parlamentari Alessio Villarosa e Giulia Grillo, l’europarlamentare Ignazio Corrao e il deputato regionale Siragusa.
Rosaria Brancato