Quello del 31 Ottobre e 1-2 Novembre è uno dei punti cardinali dell’anno nella concezione umana del tempo. Comincia il periodo in cui tutta l’abbondanza generata dalla terra è finita, andata perduta o immagazzinata, e bisogna affrontare l’inverno alle porte con l’aiuto dei numi e con quanto abbiamo raccolto.
Essendo un momento essenzialmente transitorio, ha dato luogo alla convinzione che il muro fra vita e morte crolli e i due mondi si compenetrino vicendevolmente per pochissimo tempo. Così, in Sicilia, è nata la Festa dei Morti; vogliamo precisare, ch’essa è del tutto speculare all’Halloween celtica, non vi sono differenze.
È puntuale ogni anno lo scontro fra le parti su Halloween: abbiamo gli esterofili che si uniformano, i tradizionalisti che gridano al tradimento, i cattolici che pregano contro le influenze maligne, i mondani che ignorano il dissidio e vanno a ballare. Una è la verità ed è lampante: la festività siciliana non soddisfa più.
Una cosa alla quale non viene data più importanza spesso finisce in mani fanciullesche; detto al contrario, spesso le cose che si trovano date a bambini sono state d’enorme importanza un tempo, poiché quasi nulla nasce esplicitamente destinata all’infanzia. “Tieni qua, giocaci!” si dice usualmente all’infante, quando si consegna quell’oggetto rotto o rovinato per il quale la persona adulta parrebbe non avere più interesse.
Lo stesso sta capitando alla Festa dei Morti: per i piccoli i Morticini e per i grandi niente, ma non è così che una festa dovrebbe essere. E perché, una visione serena della morte dovrebbero costruirla solo i bambini e non gli adulti, quando sarebbe più sensato il contrario?
Per riabilitare la Festa dei Morti come occasione rilevante e di tutto rispetto è necessario porre mano alle antiche tradizioni e rinverdirle senza la presunzione di lasciarle come sono cominciando prima di tutto dall’estendere all’età adulta quelle cose che sono state confinate all’infanzia. Contemporaneamente, è necessario accordare queste consuetudini all’odierno “fenomeno Halloween”, anziché opporle.
Quanto segue può essere inteso come un piccolo manuale, a discrezione, un prontuario sotto l’insegna del “sarebbe bello se…”.
Per esempio, un’usanza molto carina è quella dei doni dei Morti, che la mattina del 2 Novembre devono essere trovati perché sono nascosti ovunque. Questa è una cosa che viene fatta invero dai grandi che celano questi regali, spesso consistenti in dolci, in punti particolari della casa, che i piccoli debbono rinvenire per potere mangiare. Ecco, sarebbe bello se ogni persona per un’altra a suo piacere nascondesse un dono che quella deve trovare in un luogo di comune frequentazione; uno scambio occulto di doni a prescindere dall’età, affine a quello natalizio.
Molti apprezzeranno un’altra cosetta. Fino a non molto tempo fa in svariate località siciliane si credeva che nella vigilia del 2 Novembre i Morti compiono il Viaggio, ossia escono dalle tombe con vestimenti precisi per forma e colore e sfilano in un corteo che segue un percorso ben noto e stabilito. Che ci sia stato davvero un simile avvistamento o che una volta persone si siano travestite, non è dato saperlo. Sicuramente, sarebbe bello se nelle nostre città potessimo vedere queste suggestive processioni inscenate da persone mascherate da spiriti come la tradizione ricorda. Anche il vestirsi da mostro (in Halloween) si origina dalla convinzione che gli spiriti riacquistino corpo, questo dimostra che non c’è niente di male, anzi.
Un altro elemento interessante quasi scomparso sono le fiere dei Morti. Mercati, ove si potevano comprare dolci tipici della Festa e altri cibi, nonché presenti di vario tipo per i pargoli; addirittura, in certe zone si diceva che alla fiera si recavano i Morti e là li si avrebbe incontrati, per intercedere affinché portassero doni. Sarebbe bello se, anziché scomparire o rimanere circoscritte, le fiere dei Morti riprendessero a essere allestite in ogni abitato di rilievo, destinandosi non esclusivamente all’infanzia (che ormai preferisce altri regali) ma alle persone d’ogni età, e divenendo anche (come uno street food fest) sbocco della produzione dolciaria siciliana della stagione, che merita un suo spazio per varietà ed eleganza. Se poi alla fiera si coniugasse il corteo sopradetto, sarebbe il massimo.
Saggezza vorrebbe che tali usanze venissero recuperate/trasposte/innovate in ogni città e borgo e villaggio di Sicilia, perché sono cose che piacciono, e senza dubbio possono ardire a contrastare talune dottrine d’oltreoceano; cosa che non sono in grado di fare, per esempio, i festini alternativi che stanno prendendo piede in ambito cattolico (Kyrie, eleison!).
Volete recuperare la Festa dei Morti? Allora non lamentatevi più di Halloween, ma prendete le vostre usanze e fatene qualcosa di bello in quest’epoca.
Comunque, finché non sarà festivo il 2 Novembre, vi converrà festeggiare la sera del 31 Ottobre – la notte di Halloween! – visto che l’1 si sta a riposo.
Buone Feste a voi!
Daniele Ferrara