Società

Festa della mamma dietro le sbarre. Foto

Reggio Calabria – Mamme dietro le sbarre in attesa di poter abbracciare i propri bimbi.

Ma anche figlie in attesa delle proprie madri.

La festa della mamma vissuta dentro l’Istituto penitenziario San Pietro di Reggio Calabria ha dato emozioni forti a tutti i presenti, nella giornata organizzata dal comitato “Donne reggine” e “LiberaMente”.

E in attesa dell’abbraccio, le detenute hanno letto pensieri e poesie; parole alle quali hanno affidato emozioni e sofferenze, errori e privazioni, che hanno messo a nudo vissuti forti, pesanti assenze, e presenze sbagliate.

La manifestazione

“Una giornata in famiglia, un abbraccio oltre confini. Un incontro speciale per la Festa della mamma… mamme e figli insieme per un giorno”, il titolo della manifestazione la cui prima fase si è svolta presso l’auditorium della casa circondariale, e che ha visto la presenza dell’Arcivescovo metropolita di Reggio-Bova, Fortunato Morrone; della Presidente del Tribunale di sorveglianza di Reggio Calabria, Daniela Tortorella; del Garante dei diritti dei detenuti Città Metropolitana, Paolo Praticò e del Comune Giovanna Russo e del Garante dei diritti dei Minori, Antonio Marziale; presente anche il magistrato di sorveglianza Angela Incognito.

I saluti sono stati affidati a Giuseppe Carrà, Direttore degli istituti penitenziari “Panzera”, introdotti da Sabina Cannizzaro, direttivo del comitato Donne reggine, moderati da Angela Campolo.

L’abbraccio ai figli

Il secondo momento dell’incontro, invece, si è svolto nella sezione femminile. Lì le detenute hanno potuto riabbracciare i propri figli ed assistere con loro ad uno spettacolo di magia e comicità organizzato per l’occasione, per qualche ora di spensieratezza.

E così, ogni detenuta è andata ad accogliere il proprio bimbo, la propria bimba, la propria mamma, rientrando in sezione stretti in un abbraccio infinito tra gli applausi e la commozione di tutti.

Morrone: “Donne non valorizzate dalla società”

“Questi sono momenti di rilancio della vita – ha affermato Sua Eccellenza Morrone – in un luogo di speranza seppur nella sofferenza. Io mi arricchisco dall’incontro soprattutto con le donne che portano in sé l’essere grembo, più attente a ciò che è la vita umana rispetto a uomini, a volte distratti. Donne che non sono sufficientemente valorizzate nella nostra società, alle quali dobbiamo offrire la possibilità di riappropriarsi del compito fondamentale di mamme che educano alla vita”.

Carrà: “Affetti elemento di sostegno”

“Oggi ci confrontiamo sul tema dell’inclusione – sono state le parole di Carrà – dobbiamo tenere vivi gli affetti in modo che questi siano elemento di sostegno, evitando fratture, una volta che mamme e figlie saranno restituite alla società. La politica di inclusione riguarda affetti familiari, lavoro e formazione professionale. Questi i paletti su cui l’amministrazione punta l’attenzione per dare concreta attuazione a ciò che prescrive l’art. 27 della Costituzione, cioè reinserimento del detenuto una volta scarcerato”.

Cannizzaro: “Un dono da mamme a mamme”

“Non avremmo potuto festeggiare la festa della mamma in modo migliore – le parole di Sabina Cannizzaro – abbiamo pensato di fare alle detenute un regalo, da mamme a mamme che non possono godere quotidianamente dell’affetto dei propri figli. Si tratta di un percorso iniziato i primi di aprile, dialogando con le detenute e realizzando lavori artigianali e poesie. Oggi siamo qui con numero importante di donne e madri che hanno risposto con entusiasmo e che vorrebbero proseguire questa esperienza”.