Un filo diretto tra Messina e Cuba. Un’unione che ha affondato le sue radici nell’arte, nelle intuizioni estetiche che sempre anticipano desideri e sentimenti dei popoli, nelle esperienze di due mondi apparentemente lontani e diversi che si riscoprono simili di fronte ai fermenti culturali che alimentano lavoro e impegno di chi crede che proprio tutte le forme di arte possono aprire scenari nuovi di dialogo, progresso, emancipazione, libertà. Il Parco Horcynus Orca ha ospitato la prima serata della sessione autunnale dell’Horcynus Festival 2016 “Isole – Non isole”, dedicata a Cuba e all’evoluzione internazionale della Fondazione di Comunità di Messina. Attraverso il peculiare angolo d’osservazione fornito dalle arti performative, si è aperta un’approfondita riflessione sugli scenari che si aprono per l’isola dopo il voto delle Nazioni Unite a sostegno del superamento dell'embargo e la recentissima morte di Fidel Castro. Ospite dell’evento Maysel Bello Cruz, responsabile della comunicazione della Fábrica de Arte Cubano, spazio culturale multidisciplinare per arti visive, cinema, danza, musica, disegno industriale, grafica, architettura, letteratura e teatro. Un luogo di incontro tra le arti ma anche tra Cuba e i movimenti artistici mondiali, nato dalla riconversione di un vecchio stabilimento industriale, elemento centrale in un progetto che interpreta l’arte come strumento per la crescita e il cambiamento socio-culturale. Luogo che ha portato la cultura nella periferia de L’Havana, che avvicina bambini e giovani a progetti sperimentali, che dà la possibilità di creare, inventare, condividere.
«L’Horcynus Festival 2016 finora ha lavorato prevalentemente sul Mediterraneo – ha sottolineato i Massimo Barilla, dopo i saluti istituzionali affidati al presidente della Fondazione Horcynus Orca, Tommaso Marino – adesso si apre al mondo, coinvolgendo Cuba e la Fábrica de Arte Cubano, a cui ci accomuna una consonanza di filosofia e approcci che nasce dalla scelta di analizzare molteplici linguaggi artistici, di concentrarci sugli scambi tra arti e culture diverse. Il dialogo con Cuba sarà stabile, non sarà legato esclusivamente a questo momento storico di transizione per l’isola, di cui riteniamo fondamentale discutere».
Perché Cuba? Ce lo ha spiegato Gaetano Giunta, segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina: «Ci sono due ragioni per cui Cuba è diventato il nostro riferimento. Una è oggettiva e storica e si riferisce inevitabilmente al momento particolare che sta attraversando quel Paese, per noi paradigma di molta parte del mondo che cerca nuove strade per sperimentare approcci alternativi che tengano in considerazione la finitezza delle risorse del nostro pianeta. La ragione soggettiva è invece insita nelle attività della Fondazione, che da sempre cerca di anticipare percorsi di evoluzione sociale».
Non a caso, infatti, la Fondazione di Comunità si prepara a cambiare pelle. La visione resterà la stessa, ma lo sguardo si amplierà per guardare alle periferie del mondo, allargando così i confini. «La Fondazione di Comunità di Messina si sta trasformando nella Fondazione delle comunità delle periferie del mondo. Periferie esistenziali e geografiche, dove risulta vitale sperimentare nuovi paradigmi integrati di sviluppo economico e umano che declinano il bisogno irrisolto di libertà, eguaglianza, giustizia e rispetto dell’ambiente di cui ha sete gran parte dell’umanità. Nel dettaglio, la Fondazione di Comunità di Messina si riorganizzerà come un cluster di fondi che nascono per gemmazione. L’importanza di scegliere territori con economie e società in transizione come Cuba, come alcune aree del nord del Brasile. è evidente. Ciascun fondo mirerà a promuovere sui territori di competenza o sugli ambiti esistenziali individuati, sviluppo umano favorendo la creazione di interconnessioni feconde fra sistema di welfare, sistema culturale, sistema produttivo, programmi di ricerca e di trasferimento tecnologico finalizzati al potenziamento di economie civili inclusive, azioni mirate all’attrazione di talenti creativi e scientifici. Contestualmente, la nuova fondazione delle periferie favorirà l’apertura dei sistemi locali, promuovendo scambi di conoscenze, di risorse umane ed economiche fra i differenti territori e ambiti, sostenendo così processi di internazionalizzazione che vadano nella direzione di considerare il pianeta la terra / patria di tutti».
A seguire, il dibattito e la proiezione de i cortometraggi El homicida dello stesso Bello Cruz e Patria Blanca di Leandro Javier de La Rosa. Una collaborazione che adesso porterà a Messina ben 45 titoli di film, documentari e video arte che arricchiscono l’archivio dell’Horcynus Orca.
Francesca Stornante