La campagna elettorale in corso mi ricorda la Fiera Campionaria dei bei tempi, quando ero ragazza e lungo i vialoni c’erano gli stand coi venditori che pubblicizzavano gli oggetti più improbabili e gareggiavano tra loro per contendersi i clienti. Da un lato e dall’altro era tutto un “venghino venghino signori” e l’importante non era il buon prodotto, ma fregare il venditore di fronte. Si formavano capannelli davanti allo stand dei casalinghi, dei giocattoli, delle magliette da stampare con gli adesivi nel mezzo passava il tizio che ti vendeva “il giochino della Fiera” diverso di anno in anno, che si rompeva appena varcavi la soglia di casa. Ascoltando i venditori o guardandoli cucinare con quegli utensili o a togliere con quel detersivo pure le macchie delle coscienza improvvisamente ti chiedevi come avevi fatto a vivere fino a quel momento senza quella “cosa” e la compravi subito. E se eri tra i primi dieci acquirenti ti toccava in omaggio un set di piatti in ceramica. In questi ultimi giorni di campagna elettorale mi sembra di essere nella Fiera dei miei ricordi. Ha iniziato Berlusconi dal suo stand poi gli hanno fatto eco gli altri, anche se nessuno in queste cose è bravo come lui. Sorridente come sempre ha detto: “Vi restituirò l’Imu. E in contanti”. Una frase choc, soprattutto per molti suoi colleghi e affini che alla sola idea di mettere mano al portafoglio per restituire l’Imu agli italiani stavano avendo un infarto e hanno bisbigliato “Parla per te”. Non è che gente come Bossi, Belsito, Lusi, er Batman, Penati abbiano gradito un siffatto programma elettorale, perché poi magari uno si fa prendere la mano e regala di tutto. Si sa come funzionano queste cose, inizi con l’Imu e finisci che restituisci stipendi decenti, pensioni dignitose, contratti a tempo indeterminato e poi come campi? Dove il prendi i soldi? Meno male che gli Italiani hanno il dono dell’allegria e in rete è stato un fioccare di suggerimenti per Berlusconi, con le proposte più esilaranti: “Restituirò i 7 nani a Biancaneve”, “Restituirò Ruby a suo zio Mubarak”, “Restituirò tutti i capelli che avete perso”, “Restituirò vent’anni a tutte le donne” “Vi restituirò le mezze stagioni. E alle prime dieci telefonate darò anche una batteria di pentole”. Ma poiché evidentemente in Italia c’è ancora qualcuno che ha creduto che stesse dicendo la verità il buon Silvio si è ringalluzzito ed ha alzato la posta fino all’inverosimile, passando ai “4 milioni di posti di lavoro”, all’aggressione dell’Irap fino al condono edilizio, in un crescendo rossiniano. E’ probabile che due giorni prima del voto prometta agli uomini d’invitarli tutti ai prossimi bunga bunga ed alle donne un’iniezione di botox gratis per ogni voto e, se portano un’amica possono persino guadagnarci una ritoccatina al seno. Il principio che sta alla base di queste dichiarazioni è che agli elettori non devi dire il tuo programma, ma quello “che pensi che loro vogliono sentire”. Visto che siamo una massa di babbei (in Sicilia si dice “muccalapuni”) e lo abbiamo dimostrato viso come abbiamo votato per 30 anni, quel che conta non è dire le cose come stanno, ma dire quello che, secondo loro, noi vogliamo ascoltare. Quindi Bersani, insospettito dai sondaggi ha detto “uè ragassi, quello restituisce l’Imu e noi che facciamo? Dobbiamo restituire le macchie ai giaguari”. Ci ha pensato un po’ e poi ha detto la frase che, secondo lui, potrebbe piacere ad un elettore di sinistra: “Elimineremo il conflitto d’interessi”, scordando che il centro-sinistra in 20 anni non l’ha mai fatto neanche quando era al governo e neanche quando, all’inizio, più che di conflitti d’interessi si poteva parlare di “battibecco d’interessi”. Con lo stesso criterio Bersani nega di voler fare alleanze post-elettorali con Monti, che invece negli ultimi 14 mesi gli è stato simpaticissimo. Anche Monti non scherza e con il passare dei giorni ha avuto una lenta trasformazione come nelle foto della pubblicità tra il “prima” e il “dopo” dieta. Ha messo la divisa sado-maso nell’armadio, inizia a sorridere e sta pensando che, ma sì, forse un ritocco alle tasse si può dare. Le banche e l’Europa glielo perdoneranno se dice qualche piccola bugia in campagna elettorale. In fondo, lo fanno tutti. E’ come fanno i genitori con i bambini quando gli promettono di tutto pur di farli stare buoni, quando invece la regola numero uno dei pediatri è: “non fare promesse che non puoi mantenere. Impara a dire no”. Se questa regola l’hanno imparata milioni di genitori perché uno sparuto gruppo di politici non ci riesce? La frase migliore di Cetto La qualunque, “più pilu pì tutti” è nata negli anni del “un milione di posti di lavoro”, promessi 20 anni fa da Berlusconi. Penso che, a parte le mutande, l’unica cosa che dovrebbero restituirci è la memoria, la memoria di quando abbiamo sentito queste promesse per la prima volta e come è andata a finire, la memoria di quanto accaduto negli ultimi anni e dei volti e delle parole pronunciate da chi ha fatto accadere alcune cose o non ha mosso un dito per impedirle. Già che sono in vena di restituzioni potrebbero restituirci i soldi seri, quelli finiti nella corruzione, negli sprechi, nelle pensioni d’oro, nelle indennità da nababbi, nei mille rivoli delle tangenti, degli scambi di voto, nelle piccole ruberie.Non ci teniamo ai contanti, basta che li reinvestano nel territorio, nei servizi, nelle infrastrutture, per adeguare le pensioni da fame, per aumentare gli stipendi dei precari. Non è solo con l’ Imu che hanno messo le mani nelle nostre tasche, lo hanno fatto in modo più sottile ogni volta che per un’opera hanno aggiunto i costi della tangente, ogni volta che hanno aumentato di uno scatto la loro indennità o fatto assumere un parente-un raccomandato-un’amante incapace per un posto dove serviva un competente, ogni volta che hanno inventato “un posto”, un istituto, un ruolo, un carrozzone, solo per avere una cassaforte nuova da derubare. L’Imu è solo la rapina più evidente. Tutto sommato possono anche tenersela se ci restituiscono il resto del tesoro. Pochi giorni fa a Trapani si è impiccato un operaio disoccupato da 10 anni. Ha lasciato un biglietto d’addio dentro la Costituzione: “Se non lavoro non ho dignità”. E’ a Giuseppe Bugarella che va oggi il mio pensiero. Non restituiteci le caramelle che avete rubato, restituiteci il piacere della dignità, la memoria della dignità, restituiteci il futuro dei nostri figli. Il resto è mancia…
Rosaria Brancato