Si chiama social card bis la nuova tessera sconti ed è stata pensata come strumento per contrastare la povertà. Dal governo nazionale è arrivato il via alla distribuzione: nel corso del 2013 partirà la sperimentazione nelle dodici città campione selezionate. In Sicilia sono Palermo e Catania, mentre Messina è stata esclusa. Il presidente del consiglio comunale della città peloritana, Pippo Previti, ha definito “discriminatorio e razzista” il provvedimento.
“Il valore della nuova carta sarà di 4 o 5 volte superiore a quella precedente, che era stabilita in euro 40 al mese per gli ultrasessantacinquenni o alle famiglie con figli minori di età inferiore a 3 anni e con un reddito certificato Isee fino ad euro seimila. Cinquanta milioni sono le risorse attualmente disponibili e destinate a famiglie con un Isee non superiore alle tremila euro, con disagio lavorativo e con la presenza minima di un minore. Ciò posto – ha dichiarato Previti – ci domandiamo se i poveri di Messina, di Enna, di Canicattì o di qualsiasi altra città d’Italia sono diversi fra loro, a parità di condizioni. Si aumentino le risorse previste per aiutare coloro che verranno in stato di indigenza in tutta Italia. Se ciò non fosse possibile, si diminuisca il valore Isee e si allarghi la platea dei beneficiari”.
L’invito è rivolto a tutta la deputazione messinese perché si attivi “con tutte le azioni possibili, al fine di evitare questa ulteriore umiliazione per la nostra città”. Al Presidente della Repubblica, Previti scrive: “Voglia esercitare tutta la sua autorevolezza per far modificare ed estendere il rilascio della Social Card – Bis a tutti i nostri fratelli più poveri in qualsiasi parte d’Italia risiedono”.
Il provvedimento però parlava chiaro, la nuova social card era rivolta ai comuni con più di 250mila abitanti. Messina ne conta pochi di meno.