A forza di passarci dinnanzi tutti i giorni, quel vecchio cancello grigio con la scritta Amam è divenuto quasi un’ abitudine, un pezzo storico del paesaggio.
Basta percorrere per un breve tratto la via Pietro Castelli e voltare lo sguardo all’angolo che precede l’ormai noto ufficio postale di Gravitelli (celebre soprattutto per il numero di rapine messe a segno con una certa frequenza) per rendersi invece conto che di storico e di paesaggistico non v’è davvero nulla, a parte una discarica mal celata ed un ripostiglio per motorini buttati, immondizia di ogni genere, muffa e pezzi arrugginiti sparsi ovunque.
La storia dell’immobile ex Amam ha il retrogusto di un sapore conosciuto, come la trama di un film vista e rivista di cui cambiano soltanto i personaggi. Una storia triste, appunto, di declino e miseria che ha come oggetto principale quella struttura che per anni era stata l’autoparco delle officine e degli uffici Amam.
Nel 2010, l’allora commissione edilizia del Comune aveva approvato un progetto a più firme che avrebbe fatto di quell’immobile un centro polifunzionale-sanitario. Dopo averlo inserito nel “Piano di alienazione e valorizzazione degli immobili comunali” ed averlo approvato in Consiglio Comunale, infatti, per quella struttura era stato definito un futuro più che roseo: ampliamento del primo tratto di strada, parcheggio misto, un primo piano con attività ambulatoriale autonoma diurna, un secondo piano con sale ed attrezzature para-ospedaliere, un terzo e quarto piano con stanze per ricoveri, un quinto e sesto piano con altre stanze per anziani, più giardino, cucine, ascensori e mense.
Il progetto ovviamente rimase solo su carta. Poco dopo, infatti, anche l’ex Amam di Gravitelli venne inglobato in quel sistema di vendita dei “gioielli della città” rientrante nel “Piano di dismissione degli immobili comunali” che avrebbe dovuto garantire ampio respiro alle casse di Palazzo Zanca.
Storia insegna che così non fu.
La struttura di via Pietro Castelli fu messa all’asta al valore di 960 mila euro e rientrò in quel pubblico incanto del dicembre 2012 che coinvolse anche gli ex magazzini generali (5 milioni e 430mila euro), gli ex Silos Granai (12 milioni e 77mila euro), il terreno adiacente al Torrente Trapani (55mila e 800 euro) e l’ex scuola Gesso stazione (16mila euro).
Come si può ben notare dalla photogallery, a distanza di un anno, l’ex Amam non solo è rimasto invenduto, non solo non è mai divenuto un centro polifunzionale-sanitario ma, da mesi, è ufficialmente la discarica a cielo parzialmente aperto di tutta la zona di Gravitelli.
La campagna promozionale di vendita degli immobili comunali era cominciata ben prima dell’ex sindaco Giuseppe Buzzanca sotto il vessillo di “un’asta ci salverà tutti”. Ma, amaramente, sembra che oggi possa concludersi con lo slogan: “una discarica ci seppellirà tutti”.
Veronica Crocitti
GALLERY DI GAETANO SACCA'