Tocca alla Procura andare al contrattacco, al processo sul “mancato dissesto” al Comune di Messina all’epoca della sindacatura Buzzanca. Dopo l’affondo degli avvocati di due giorni fa, che hanno tallonato i periti del Tribunale sul profilo della responsabilità di Giunta e Consiglio nell’approvazione del piano triennale, la parola è passata al sostituto procuratore Antonio Carchietti, che sostiene l’Accusa.
Il magistrato ha depositato un elenco di quesiti, 10 domande in sostanza, rivolte al pool di consulenti nominati dal Collegio con l’incarico di “riverificare” la perizia Tatò, che in sostanza miravano a mettere sotto la lente la reale fattibilità del piano di dismissione degli immobili.
In pratica i periti erano chiamati a dire se il piano di dismissione, “spalmato” nel triennio e inserito nel bilancio di previsione, da che cosa era supportato: quali stime, quali previsioni, quali vendite effettivamente realizzate ante. Insomma, quali strumenti e indicatori avevano i consiglieri per ipotizzarne la fattibilità. E i periti hanno risposto punto per punto.
Si è chiuso così l’esame e il controesame del collegio, forse il passaggio più atteso di questo processo, che ricomincerà a meta luglio con l’esame dei consulenti di parte.