Cronaca

Fine degli esami di maturità bis, “gli studenti del Galilei hanno vinto” VIDEO

Interviste video con gli avvocati Caterina Galletta e Andrea Fiore e con gli studenti Antonio Oliva e Ivana Scibilia

SPADAFORA – Notti prima degli esami bis. Maturità bis. Replica stile film, la citatissima commedia “Immaturi” di Paolo Genovese. Ma anche tanta tensione, stress, inizi universitari bloccati (“Volevo iscrivermi a Ostetricia ma non ho potuto fare il test”, dice una ragazza) e un clima non facile a Spadafora, con la necessità di rifare per undici alunni del liceo linguistico “Galilei” gli esami di maturità. Un caso unico nella storia. “E gli studenti hanno vinto, hanno dimostrato il loro valore”, hanno sottolineato i legali dei dieci studenti costretti a rifare l’orale, Caterina Galletta e Andrea Fiore.

“Non siamo solo la scuola del ricorso”: lo striscione dei ragazzi dell’assemblea, riunitisi ieri, ha accolto chi è arrivato al liceo. Stamattina, con le ultime studentesse, compresa la ragazza che ha ritenuto d’essere daneggiata, si sono definitivamente conclusi gli esami di maturità. Un ricorso a causa di alcune irregolarità nel corso dell’esame. E, quando la studentessa al centro della vicenda e i suoi genitori sono arrivati, si è subito percepita la distanza rispetto al resto della classe. Merito, invece, del presidente della commissione Elio Parisi e degli altri docenti quello d’aver creato un clima sereno al momento degli orali. Alla fine, tanti applausi e una gioia liberatoria tra i ragazzi.

La nota dell’avvocata Isgrò: “Altri due mesi d’incertezza per via del ricorso al Tar”

Ecco il comunicato dell’avvocata Maria Chiara Isgrò, che si è occupata del ricorso: “Si manifesta soddisfazione per la positiva conclusione della sessione d’esame e si augura a tutti i ragazzi un futuro denso delle soddisfazioni che meritano, ognuno secondo le proprie aspirazioni.

Si ringrazia il dirigente scolastico provinciale professore Stello Vadalà e l’Istituzione scolastica tutta, compresa la Commissione d’esame nominata, per la professionalità e la partecipazione, anche umana, dimostrata in una vicenda così complessa da gestire.

Per tutto il periodo la famiglia della giovane mia assistita ha inteso tenere un profilo riservato, trattandosi di persone comuni che non amano protagonismi, pur a fronte di inopportuni giudizi sommari e palesi inesattezze diffuse anche a largo raggio mediatico da soggetti controinteressati.

Non era nostra intenzione rilasciare ulteriori dichiarazioni nel merito della vicenda, anche a tutela della privacy degli interessati, ritenendo che sarebbe bastato leggere i fatti descritti nella sentenza del Tar, sentenza che peraltro i ricorrenti non hanno appellato neanche ai fini della sospensiva.

Com’è risaputo, la commissione ispettiva ministeriale ha acquisito prove scritte inconfutabili, oltre che le confessioni dei diretti protagonisti, comprovanti gravi violazioni normative: a seguito di ciò non poteva che essere annullata la prova orale. Sul punto c’è poco da aggiungere.

Sul fatto che la questione sia rimasta aperta troppo tempo aggravando la condizione psicologica degli alunni, forse è stata inopportuna la presentazione del ricorso al Tar da parte degli alunni, ricorso che già in partenza, visti gli incredibili e univoci esiti dell’ispezione ministeriale, non aveva alcuna possibilità di accoglimento e che ha avuto il solo effetto di prolungare per altri due mesi lo stato di incertezza, le false speranze e il disagio emotivo degli alunni, oltre che richiamare l’attenzione dei media locali e nazionali su un avvenimento che non poteva che mettere in cattiva luce un Istituto scolastico che rappresenta un punto di riferimento per il comprensorio.  

Per sgombrare il campo da qualsiasi illazione, appare opportuno chiarire una volta per tutte che l’esposto alla scuola (non giudiziario) fu presentato dalla ragazza per la seguente ragione: per l’esame orale era stato illegittimamente concordato con il commissario interno che gli alunni avrebbero saputo con giorni di anticipo gli argomenti di inizio esame. Ed è, invece, avvenuto che solo all’alunna mia assistita è stato richiesto dalla commissione un argomento di inizio esame difforme rispetto a quanto concordato con lo stesso commissario interno. Risulta comprensibile che l’inaspettata sorpresa abbia provocato il disorientamento della giovane, che ha generato una prolungata crisi emotiva, compromettendo lo svolgimento della prova orale, con conseguente valutazione gravemente insufficiente ed inevitabile incidenza sul voto finale che le era stato attribuito.

Così come appare opportuno chiarire come non sia vero che la ragazza mia assistita avesse un curriculum mediocre, come da qualche controinteressato falsamente affermato al Tg, avendo ella una media di presentazione pari a 7,46/10, oltre 33 crediti maturati nel corso del triennio; inoltre la ragazza aveva già ottenuto buoni voti negli scritti dell’esame di italiano e di inglese.

In conclusione, non vorrei che alla fine passasse il messaggio distorto (come si è tentato ripetutamente di fare anche con discutibili dichiarazioni anche sui Tg nazionali rese da controinteressati) che la colpevole di tutto sia la ragazza, sol perché avrebbe denunciato in ritardo i fatti illegittimi o sol perché sarebbe venuta meno al patto illecito. E, invece, rischiare di perdere di vista la causa che ha dato origine alla singolare e non edificante vicenda, non cogliendosi l’occasione proficua per riflettere e migliorarsi sul rispetto del principio di legalità nella scuola e nella società anche per il futuro delle nuove generazioni” (Maria Chiara Isgrò).