Processo a gennaio per i falsi incidenti tra Taormina e Catania

Si profila il processo per gli indagati dell’operazione First Aid, l’inchiesta della Guardia di Finanza su un giro di presunti falsi incidenti tra Taormina e Catania, sfociata in 11 arresti nel luglio scorso. Disposti anche sequestri per circa 3 milioni 200 mila euro. Il pm Liliana Todaro ha chiesto il giudizio immediato per Sebastiano Messina e Massimo Donato, Concetto Parisi, Rosario Daniele Furnari, di Gaggi; e Lucio Parisi e Carmelo Compagnino, Luca Fazio di Giarre; Salvatore Moschella, di Taormina; Carlo Nastasi di Mascali; Antonino Ruberto di Giardini Naxos; Rosario Genati, 56 anni, medico del Pronto Soccorso dell’ospedale San Vincenzo Sirina di Taormina, tutti arrestati a luglio.

Gli altri 37 indagati: l’avvocato messinese Giuseppe Ricciardi, 49 anni, con studio anche nel catanese, Domenico Cotroneo, calabrese ma residente a Messina, e degli ortopedici Giovanni Pellegrino e Gaetano Giuseppe Maria Palumbo, Vincenzo Caruso (53), direttore della filiale delle Poste di Giarre-Altarello. Accanto a medici, periti e avvocati, indagati anche, a vario titolo, i falsi testimoni e attori degli incidenti fasulli, residenti tra il taorminese e il catanese: Maria Pina Adornato, Luciano Pisa, di Fiumefreddo. Benito Alfio Arena e Torrisi Rosario, di Riposto. Santo Barbagallo, di Acireale. I taorminesi Salvatore Mirko Puglisi e Agatino Barbera; Walter Lutterotti, Carla Magno, Fabio Miano, Giancarlo Parlatore; Carmelo Cannavó, Leonardo Furnari, Salvatore Antonino Luna, Leonarda Parisi, Antonina Riolo, Maria Antonietta Romano; Massimo Donato, Andrea Lionti, Rosa Puglia, Antonella e Cateno Raneri, Giuseppe Mobilia, Umberto Russo, Gianfranco Sabato, Giovanni Sorbello, Vincenzo Varrica, Francesco Orlando di Francavilla di Sicilia. Alfia Romeo, Giuseppe e Mario Russo, di Graniti; Venero Ragonese e Melania Raneri, di Calatabiano. Infine, il dottore Domenico Cotroneo (51), calabrese ma residente a Messina, e gli ortopedici Giovanni Pellegrino (41) e Gaetano Giuseppe Maria Palumbo, 44 anni.

Caruso, secondo uno dei testimoni, inizialmente prestatosi a simulare un incidente, tratteneva i libretti postali aperti dagli attori dei sinistri, su richiesta di Messina, proprio per incassare la liquidazione inviata dalla compagnia assicurativa.

Sono state proprio le dichiarazioni di due “falsi incidentati” a far scattare le indagini. Le intercettazioni telefoniche e le indagini dei finanzieri hanno poi chiarito il quadro, facendo emergere una rete di complicità ancora sotto la lente.

La Guardia di Finanza ha poi scoperto il ruolo di Rosario Genanti, medico del Pronto soccorso dell’ospedale di Taormina. Suoi i referti che certificano lesioni e danni pesanti agli attori dei sinistri simulati. Quando i finanzieri hanno chiesto la copia originale all’ospedale, però, si sono accorti che i referti consegnati all’assicurazione erano falsi.

I professionisti sono stati poi intercettati a parlare in tono confidenziale con Messina e Parisi, risultavano sul libro paga dei due, sono stati “spiati” dagli investigatori ad intascare il corrispettivo del loro prestarsi alla truffa.

Accanto a medici, periti e avvocati, indagati anche, a vario titolo, i falsi testimoni e attori degli incidenti fasulli, residenti tra il taorminese e le zone di Giarre e Acireale. Coinvolte anche le mogli dei due arrestati e altri parenti: avrebbero riutilizzato il denaro intascato con le truffe acquistando immobili, moto e altri beni, sequestrati.