Assemblea sindacale dei lavoratori in città e a Taormina, Barcellona, Patti, Lipari, S. Agata e Mistretta
MESSINA – Si terrà oggi (giovedì), in occasione del Fisco-day, l’assemblea sindacale deI lavoratori delle Agenzie fiscali di Messina, Taormina, Barcellona, Patti, Lipari, S. Agata e Mistretta. I dipendenti paralizzeranno per due ore la macchina fiscale e l’attività lavorativa negli uffici, in attesa della manifestazione nazionale del 6 febbraio sotto la sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’assemblea
L’assemblea, alla quale prenderanno parte i dirigenti sindacali territoriali di categoria, si svolgerà dalle 10 alle 12. «Già da venerdì 17 gennaio – spiega Luigi Romeo, coordinatore provinciale e componente dell’esecutivo nazionale settore Entrate delle agenzie fiscali Confsal-Unsa – abbiamo dato inizio alla fase di mobilitazione a livello locale, al fine di sensibilizzare la cittadinanza».
«Abbiamo deciso di rompere gli indugi e di indire la mobilitazione – spiegano i sindacalisti di Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal-unsa e Flp – per garantire ai lavoratori il loro diritto a fornire servizi adeguati ai cittadini, a fronte di carichi di lavoro esorbitati e di una cronica carenza di personale che non permette nemmeno di svolgere le funzioni essenziali».
“Salario di produttività stoppato da due anni”
«I dipendenti – proseguono – non percepiscono inoltre da più di due anni il salario di produttività, nonostante tutti gli obiettivi fissati dalle convenzioni con il ministero dell’Economia siano stati puntualmente raggiunti. A tutto questo si aggiunge il taglio continuo dei fondi per i lavoratori, un’organizzazione obsoleta e la paralisi dovuta all’assenza di un interlocutore, in quanto la politica non è stata capace di nominare né i direttori dell’Agenzia né i comitati di gestione».
Fra le motivazioni dei lavoratori anche l’istituzione per legge di posizioni professionali che rischiano di essere bocciate dalla Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi sulla loro legittimità il prossimo 25 febbraio. «Qualora ciò dovesse accadere – commentano i sindacalisti – le agenzie sarebbero riportate alla “casella di partenza”, senza direttore generale, senza comitato di gestione e senza dirigenti: una questione che sembra ormai un drammatico gioco dell’oca. Nel frattempo, tuttavia, continuiamo ad assistere alle passerelle televisive dei nostri governanti, con la promessa che nel 2020 arriverà un tesoretto di oltre 3 miliardi dalla lotta all’evasione fiscale: un’utopia irrealizzabile».
“I lavoratori non vogliono rendersi complici di un buco nel Bilancio dello Stato”
«I lavoratori del fisco – concludono – non vogliono rendersi complici di un buco nel bilancio dello Stato ed è nostro dovere difendere non solo i salari dei dipendenti ma soprattutto il nostro diritto/dovere di lavorare per lo Stato e i suoi cittadini in maniera concreta ed efficace, con un’organizzazione moderna e funzionale».