di Marco Olivieri
Europee 2024 a Messina e in Sicilia. Abbiamo analizzato le parole chiave delle elezioni. Ritorniamo sulla C di centro. Di fatto, l’unico centro che ha vinto è quello che guarda a destra: il centro di Forza Italia, in Sicilia primo partito con il sostegno di Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo. Nuova Dc e Mpa possono rivendicare questo successo degli Azzurri. E per la non rieletta Caterina Chinnici si prospetta un ruolo possibile d’assessora nella Giunta regionale. Da ex competitor alla presidenza, quando era nel centrosinistra, passerebbe a far parte della squadra di governo di Schifani.
Su altri versanti, si registra il fallimento sia del centro di Renzi e dell’alleanza con Più Europa, sia di Azione di Calenda. A sinistra e nel centrosinistra, invece, va meglio ma la strada è ancora lunga. I voti ricevuti in campo nazionale da Partito democratico e Alleanza Verdi e Sinistra rappresentano un segnale, un incoraggiamento a fare meglio. A strutturarsi come una sinistra credibile, capace d’affrontare i problemi del Paese e puntare a recuperare il mondo dell’astensionismo.
C come centro. C come centro a pezzi, in perenne crisi di nervi. La prova concreta che avere un “cattivo carattere” provoca danni. Ma si può sapere perché Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda non sono andati insieme alla competizione elettorale? Avrebbero ottenuto diversi seggi. Invece, la “guerra” tra Matteo e Carlo, perenni leader in cerca di polemiche, si è tradotta in un nulla di fatto. Addio 4 per cento. La lista Stati Uniti d’Europa, a Messina e provincia, prende il 2,2. Ed è motivo di riflessione per Più Europa e per Italia Viva. In particolare, la senatrice Dafne Musolino, presidente del partito di Renzi per la Città metropolitana, di sicuro ha una strada in salita dal punto di vista del consenso popolare che non c’è.
C come Cuffaro. Noi l‘abbiamo raccontato quando è venuto a Messina. È tornato ed è più forte che mai. Ha sostenuto Forza Italia e, in politica, non sono appoggi che poi non hanno effetti a medio e lungo termine.
C come centrodestra. Nuovi equilibri dopo il voto anche per il governo, con Forza Italia al 9.6 per cento e la Lega di Salvini al 9 per cento. Evoluzioni in corso con Fratelli d’Italia saldo al 28,8 per cento, primo partito in Italia. In primo piano un centrodestra a trazione nordista e Italia centrale, mentre il sud ripone fiducia in un nuovo Pd. Cambierà pure il governo regionale in Sicilia, dopo l’elezione degli assessori Edy Tamajo, con oltre 121mila preferenze, e Marco Falcone.
C come centrosinistra. Cercansi nuovi equlibri pure su questa sponda in Italia e in Sicilia. A livello nazionale, il 24,1 per cento dei voti per il Partito democratico, la flessione del Movimento 5 Stelle, al 10 per cento, con la messa in discussione della leadership di Giuseppe Conte, e il 6,7 di Alleanza Verdi e Sinistra mutano i rapporti di forza. C’è molto da riflettere in questo ambito, soprattutto se il M5S, primo nell’Isola con 16,05%, per il centrosinistra, e con il Pd al 14,35 per cento, deciderà di sposare il progetto della coalizione. Unica possibilità per contendere il primato al centrodestra.
In particolare, il Movimento Cinquestelle ha perso due milioni di voti e ha bisogno di rafforzare la propria identità politica. Pd e Avs, invece, come hanno analizzato “Open” e “la Stampa”, sono le uniche forze che crescono in termini assoluti, mentre il pur vincitore Fratelli d’Italia ha perso quasi 600mila consensi.
Da ribadire che il voto per Partito democratico e Alleanza Verdi e Sinistra è un “invito” da parte degli elettori e delle elettrici a darsi una mossa. A cambiare in fretta e rappresentare una vera alternativa a chi governa.