La Cgil: “Investire sui progetti per l’Area Integrata dello Stretto”

“Reindirizzare i fondi europei all’interno di una visione di sviluppo sostenibile da mettere a bando entro il 2013 e da spendere entro il 2015, seguendo due vie principali: l’Area integrata dello Stretto e l’investimento in settori specifici legati alla vocazione del territorio, ad una condizione fondamentale, quella del potenziamento dei sistemi di trasporto a partire da quello ferroviario”.
E’ in sintesi la posizione della Cgil, espressa oggi dal segretario generale Lillo Oceano intervenuto al Palacultura all’incontro sulla rimodulazione dei Fondi strutturali europei.
Dopo aver definito potenzialmente “rivoluzionario” il metodo proposto dal Governo con la concertazione Oceano ha però fortemente criticato la cancellazione della spesa ordinaria per investimenti nel Mezzogiorno.
A Messina ed in provincia, ad esempio, la disoccupazione totale è al 20,4% contro 11,7% nazionale; su 84mila persone lavorano appena in 37mila che se riferito poi alla componente femminile diventa 13mila su 43 mila.
“Fondamentale per lo sviluppo del territorio- ha dichiarato- è la realizzazione del raddoppio e la modernizzazione delle dorsali ferroviarie che collegano Messina a Palermo e a Catania, mettendo in rete tutte le infrastrutture portuali e aeroportuali anche per assicurare, in chiave turistica, la mobilità delle persone e delle merci. E investire in settori volano come la green economy e in quello della prevenzione e messa in sicurezza del territorio creando crescita economica e sociale e creazione di nuovi posti di lavoro”.

Da registrare poi la polemica nata sulla proposta dell’assessore Scoglio di destinare le risorse oggi spese in asili nido all’assistenza agli anziani. Al riguardo Oceano ha sottolineato la ben nota relazione esistente tra gli sconfortanti dati sull’occupazione femminile, quelli ancora più gravi sulla povertà delle famiglie siciliane (1 su 4, dati Istat) collegata alla povertà infantile e la scarsa offerta di posti in asili nido comunali nella città di Messina che oggi non raggiunge i 100 posti.
“Quella della provincia di Messina è una situazione che esige un forte cambiamento, a partire dalla necessità e utilità di mettere in rete tutte le risorse dell’Area dello Stretto – ha spiegato il segretario della Cgil-: due Università, quattro sedi del C.N.R., due aree metropolitane con vocazione e problematiche complessità analoghe potrebbero rappresentare la nuova via per lo sviluppo dei nostri territori”.