di Marco Olivieri
MESSINA – Nel dibattito sui fondi europei la priorità è Messina. Al di là delle critiche dei senatori Musolino e Germanà al sindaco Basile, conta solo il bene della città. E il suo futuro. Cercando di essere oggettivi, il problema, in prospettiva, potrebbe riguardare l’I-hub, ovvero il polo tecnologico nel segno dell’innovazione. La domanda è: le opere incompiute del Pon potranno essere trasferite nell’ambito del Poc Metro, Piano operativo complementare? I dubbi sono tanti.
In generale, la diatriba sui fondi europei apparentemente perduti ha sollevato più domande che risposte, soprattutto riguardo alla reale gestione delle risorse finanziarie. È fondamentale precisare che la questione in oggetto non riguarda esclusivamente le opere non completate, ma piuttosto i fondi non utilizzati, il che costituisce un problema di natura ben diversa.
Gli atti principali sono due: la delibera n. 187 del 7 maggio 2024, in cui emerge che le spese effettivamente sostenute alla data del 31 dicembre 2023 ammontavano a € 117.325.828,24 su una dotazione di € 153.099.011,02, da spendere entro la fine dell’anno. Ma non sono stati spesi tutti questi fondi. La delibera recita testualmente: “È necessario mettere in salvaguardia le spese relative ad atti di liquidazione non perfezionati o operazioni non completate entro il 2023, riprogrammandole sul Piano complementare”.
Ma questa operazione comporta eliminare interventi originariamente previsti sul Poc. Non a caso si evidenzia nella delibera che occorre “riprogrammare interamente il Piano operativo complementare, eliminando o rimodulando alcuni degli interventi attualmente inseriti per fare spazio alle operazioni non completate”. Questo prova che il Poc Metro è un programma complementare che aveva una sua programmazione. Non è un “programma cuscinetto” né un “piano b” per chi non arriva a spendere i fondi del Pon.
Di fatto, sono stati persi € 35.773.183 di finanziamenti che si dovevano spendere entro il 31 dicembre 2023 ma le opere sono state “salvate”, utilizzando i fondi destinati ad altri interventi sul Poc. Ma quali sono gli interventi previsti originariamente sul Poc che Messina ha dovuto sacrificare? Facciamo un passo indietro. La delibera di Giunta n. 456 del 13 dicembre 2022 approva la programmazione del Poc Metro in cui vi è inserita l’I-hub per 16.800.000,00. Nella delibera n. n. 187 del 7 maggio 2024 quest’opera, invece, non c’è più perché occorre far spazio agli interventi non completati sul Pon Metro.
Diventa dunque necessario chiarire con i documenti e senza equivoci quanti fondi sono stati persi sul Pon Metro. E con quali fondi sarà finanziato l’I-hub. Di fatto, il Pon Metro 2021-27, presentato alla stampa un anno fa, è stato approvato?
In definitiva, con il Pon Metro si sarebbe dovuto finanziare una parte dell’I-hub con 16 milioni 800.000 euro. Ma non avendo speso tutte le somme assegnate sul Pon Metro, si è utilizzato il Poc Metro (Programma operativo complementare) in cui era previsto l’I-hub. E il polo tecnologico ora non può essere inserito nel Pon 2021-27. In più, con il decreto legge sulla riforma della politica di coesione, si decide che saranno finanziate le opere del Pnrr. La nuova Cittadella della salute, alla Città del ragazzo, di conseguenza, non è a rischio. L’i-hub sì.