Politica

Fondi Fsc, l’ex Margherita sarà la casa della Soprintendenza

di Marco Olivieri

MESSINA – “Grande è la confusione sotto il cielo” ma la situazione è eccellente, per citare Mao Zedong? Se si considerano le lentezze della Regione siciliana, è difficile parlare di eccellenza. E, dopo tanti anni, Messina vorrebbe avere certezze sul progetto di riqualificazione dell’ex ospedale “Margherita”, da trasformare in Cittadella della cultura. Ma andiamo all’attualità: in base ai fondi Fsc per lo sviluppo e la coesione 2021-27, nell’accordo firmato da Schifani e Meloni, 16,8 milioni andranno, più cinque milioni integrativi, per un totale di 21 milioni, alla struttura messinese. Ma i fondi non sono destinati al padiglione 10, il cui progetto è esecutivo ed è stato definanziato. Si tratta di un padiglione che dovrebbe diventare la sede della Biblioteca regionale di Messina “Giacomo Longo”. Il progetto esecutivo è stato redatto da F&M Ingegneria Spa di Mirano, con responsabile unico del procedimento Nicola Azzarello. Il costo previsto è di 13 milioni.

In passato, per la nascita della Cittadella della cultura, si parlava di 42 milioni ma quei soldi non ci sono più. In ogni caso, i 16,8 milioni non riguardano il padiglione 10.

Nei fondi Fsc 2021-27 si fa invece menzione, per l’ex “Margherita”, del rup Vincenzo Salvaggio, responsabile unico del procedimento per il museo archeologico (padiglione 1), il museo del terremoto (padiglione 2) e della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali (padiglione 3). Ma per questi tre padiglioni si è nelle fasi ancora preliminari. Il che comporterà ritmi pressanti per completare i lavori entro il 2027, pena la perdita dei finanziamenti. In sostanza, i fondi Fsc finanziano 1, 2 e 3, come padiglioni.

Di conseguenza, l’unico padiglione il cui progetto era esecutivo e il bando di gara si poteva fare subito risulta non finanziato. Il che comporta che la Biblioteca regionale, che è sotto sfratto, rimane senza sede.

La destinazione dei padiglioni può ancora cambiare

In questo momento, il rup è in attesa di un decreto regionale, necessario per la copertura delle operazioni di completamento delle indagini e per l’indicazione delle destinazioni. Il tutto per terminare tutti i passaggi in modo da rendere esecutivo il progetto. L’assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana potrebbe pure cambiare la destinazione dei padiglioni. Ad esempio, il museo del terremoto è stato inaugurato, nel novembre 2023, al museo regionale. Quindi, l’idea iniziale è superata.

In generale, in questi anni, sembra che siano mancati sia la volontà politica, sia una visione organica. Nel progetto orginario non si è nemmeno pensato a un sistema di collegamento tra i vari padiglioni, è stato osservato da un tecnico, che preferisce non fare dichiarazioni ufficiali. Da troppo tempo Messina attende una svolta. E ormai assiste con scetticismo ad annunci e ipotesi.