Inizia a delinearsi con maggior chiarezza il movente dei due incendi che, ieri mattina, hanno coinvolto le auto di due docenti della scuola Albino Luciani e quella di un pensionato del quartiere di Fondo Fucile.
Secondo quanto emerso, il vero atto intimidatorio sarebbe stato quello nei confronti di una delle maestre dell’Istituto che, nel precedente anno scolastico, avrebbe avuto alcuni conflitti con i genitori di qualche alunno. C’è forse una bocciatura non gradita, dunque, alla base degli atti incendiari che, per tutta la mattina di ieri, hanno tenuto fortemente impegnati i vigili del Fuoco di Messina. Secondo questa ipotesi, il ruolo della prima auto bruciata, la Bmw scura appartenente al pensionato della zona, sarebbe così da ricollegare ad una strategia per far perder tempo ai pompieri e deviare l’attenzione dal vero obiettivo, la Mercedes Cabrio dell’insegnante, prima cosparsa di benzina e poi data alle fiamme intorno alle 10, proprio mentre all’interno della scuola i ragazzi stavano facendo lezione.
Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile di Messina che proprio in queste ore sta tentando di chiudere il cerchio. Le immagini di videosorveglianza dell’istituto avrebbero di certo potuto aiutare il lavoro degli inquirenti, considerando che le auto date alle fiamme erano posteggiate nelle vicinanze della scuola. Da quanto testimoniato da alcuni docenti, però, la stessa istallazione delle telecamere, avvenuta l’anno precedente, ebbe vita breve. Qualcuno infatti decise subito di portarle via, e da allora non si è più provveduto a sostituirle. (Ve. Cro.)