E' ripreso ieri, con l'ennesima lunga giornata in aula, il processo Corsi d'oro 2 sulla gestione dei fondi destinati alla formazione professionale messinese, nella seconda metà del decennio scorso. Dopo la lunga pausa estiva e le severe richieste di condanna avanzate dalla Procura nei confronti del deputato Francantonio Genovese e gli altri componenti della sua presunta "associazione a delinquere di stampo familistico", il collegio presieduto dalla dottoressa Silvana Grasso è tornato in aula per ascoltare i difensori degli imputati.
Ieri, in particolare, hanno discusso i difensori che tutelano gli enti di formazione professionale e le società di servizi coinvolti. E, come spesso è successo durante il dibattimento, non sono mancate le scintille tra collegio difensivo e Corte, in particolare quando l'avvocato Emilio Fragale, co difensore di Cale Service, ha chiesto un rinvio per discutere, malgrado toccasse a lui. Empasse superato: ha preso la parola l'altro difensore della società che secondo la Procura è la cassaforte personale di Genovese, l'avvocato Antonio Amata.
Si torna in aula nei prossimi giorni, secondo un calendario fitto di udienze, tabellarizzato fino a metà novembre. Se dovesse slittare qualche altra arringa, gli avvocati hanno la possibilità di andare avanti fino a metà dicembre. Poi, almeno questo è l'intendimento dei giudici, la Corte dovrebbe entrare in camera di consiglio per scrivere la sentenza, prima della fine dell'anno.
In ogni caso prima della camera di consiglio, una volta terminati gli interventi difensivi, renderà dichiarazioni spontanee Elio Sauta. Il progettista patron dell'Aram, l'altro principale imputato di entrambi i tronconi processuali, ha chiesto ieri di poter parlare.
Leggi qui le richieste dell'accusa, alla fine del dibattimento.
Alessandra Serio