Francesca Lucia, che più di quindici anni fa ha praticato Karate Kyokunshinkai, è adesso cintura blu di Brazilian Jiu Jitsu presso il Ground Pressure Team Messina e spiega che “delle arti marziali apprezza alcuni aspetti che trova importanti nella vita: la disciplina, l’impegno e il rispetto verso l’altro.
Trova che le arti marziali abbiano la capacità di di formare sia il corpo che la mente, in modo armonioso ed equilibrato, riducono l’aggressività nei soggetti più arroganti e sviluppano sicurezza nei soggetti più timidi e remissivi.
Afferma che “l’insegnamento delle arti marziali nelle scuole, a cominciare da quelle materne, aiuterebbe i giovani a crescere in maniera più sana e certamente ridurrebbe enormemente i fenomeni di bullismo di cui si parla tanto”.
In merito all’aspetto fondamentale del BJJ spiega che “oltre ad essere un arte marziale, questa disciplina è uno sport da contatto a pieno fisico, focalizzato su prese, immobilizzazioni, leve e strangolamenti. E’ di sicuro tra gli sport da combattimento meno traumatici. E’ una disciplina – continua – che si adatta a tutte le conformazioni fisiche ma anche a tutte le condizioni fisiche, sviluppando nel soggetto elasticità, sensibilità, coordinazione motoria, pazienza e strategia…..insomma, un allenamento completo che coinvolge mente e corpo”.
L’aspetto della disciplina che ha colpito Francesca Lucia è la sua versatilità, poiché il BJJ è in grado di soddisfare le esigenze che intende sviluppare doti atletiche ed agonistiche nei soggetti che poi intendono praticare MMA (Mixed Martial Arts) ma anche in chi, come lei, vuol mantenersi semplicemente in forma.
In merito alla crescita del movimento femminile, l’atleta afferma: “Ho la fortuna di allenarmi con donne perché nel mio team la componente femminile è abbastanza nutrita. Quando posso – aggiunge- viaggio anche all’estero dove le donne sono più numerose che in Italia. Cerco sempre occasioni per condividere l’allenamento ed il tatami con altre donne poiché, noi donne, abbiamo un modo di lottare diverso, a tratti più competitivo e aggressivo. Sul tatami inoltre, si creano rapporti interpersonali molto più velocemente ed in maniera più profonda che in ogni altra situazione di vita; forse – continua Francesca Lucia- dipende dalla condivisione della fatica e del sudore, fatto sta che anche le competizioni di lotta, anche quelle più accese, si concludono con un abbraccio che segna l’inizio di una nuova amicizia.
La cintura blu, in riferimento al BJJ come forma di difesa personale, visto l’incremento del fenomeno della violenza sulle donne, spiega che questa è un ottima forma di difesa personale, studiata per il debole che vince sul più forte. L’uso delle tecniche di BJJ minimizzano le differenze fisiche in termini di peso e forza, specie nella lotta a terra, che è il luogo dove si finisce per consumare il combattimento.
L’allenamento in palestra, afferma Francesca Lucia, “prevede sempre lo sparring, ovvero una simulazione reale di combattimento ed è solo mantenendo la tenacia che la si può impararla, perfezionarla e anche personalizzarla, ovvero adattandola alle proprie caratteristiche fisiche per potenziarsi. Lo sparring – aggiunge – ti abitua al vero contatto fisico, abituandoti a tutte quelle reali situazioni in cui sei bloccato dal peso dell’avversario o, peggio ancora, dalla tua stessa paura”.
Da praticante, il BJJ, come afferma la stessa atleta, rappresenta una terapia fisica e mentale, in cui l’allenamento svolge una funzione rigenerativa e disintossicante, facendo dimenticare lo stress delle giornate a cui siamo sottoposti. Inoltre è uno sport che cambia gli aspetti della vita comune.
Il sogno nel cassetto di Francesca Lucia è quello di arrivare ai 60 anni sul tatami indossando la cintura nera. Tra i suoi risultati agonistici più importanti vi è la medaglia d’oro ai Campionati Italiani assoluti di Firenze e il gradino più alto del podio al Napoli Challenge ottenuto lo scorso anno.