In merito alla rubrica di domenica scorsa sulla distanza tra le Istituzioni e i cittadini riceviamo e pubblichiamo la riflessione di un lettore, Francesco Guzzetta che da tempo non abita più in Sicilia ma è rimasto legato alla sua terra..
“All’inizio dell’estate ho avuto l’opportunità di seguire a Messina un’interessante conferenza del professor Ainis sulle “piccole” grandi disuguaglianze che affliggono la vita civile nel nostro Paese. Dal momento che non è stato possibile intervenire nella discussione, ho scritto una lettera inviandola ad un quotidiano che non ha ritenuto di pubblicarla. Le riporto qui di seguito la lettera che suonava all’incirca così.
Ieri sera ho assistito all’interessante conferenza del professor Ainis al Marina di Nettuno, locale che non conoscevo e che ho ammirato per la sua bellezza. La conferenza riguardava le “piccole disuguaglianze”, che Ainis ha ben focalizzato, invitando a prenderne coscienza e a cercare di contrastarle. Il dibattito si è subito indirizzato verso la discussione su altri temi (la rivoluzione francese, il pensiero di Bobbio, etc.). e poco sull’oggetto della conferenza, le “piccole disuguaglianze” che avvelenano il nostro vivere civile. Eppure non mancherebbero a noi messinesi le occasioni di riflessione sulle molte disuguaglianze che ci affliggono.
Prendiamo, ad esempio le infrastrutture. Non so quanti messinesi sono consapevoli dell’enorme disuguaglianza che da quarant’anni ci riguarda rispetto ai nostri vicini. Nell’estremo sud (Sicilia e Calabria) siamo l’unica provincia che paga il pedaggio autostradale. Uno stillicidio quotidiano che interessa le famiglie, gli imprenditori, le attività commerciali, industriali e portuali della nostra provincia, a differenza di tutte le altre provincie siciliane e calabresi. Tutto questo tra il silenzio assordante di tutte le istituzioni locali: Comuni, Provincia, Camera di commercio, autorità portuale, associazioni industriali e commerciali, sindacati, etc Il danno di questa disuguaglianza è assolutamente lapalissiano e interessa tutta la collettività. Da quaranta anni apparteniamo ad una Regione che viene in aiuto di tutte le altre Provincie provvedendo alla cura di tutte le autostrade e minacciando di scendere in piazza quando il Governo nazionale minaccia l’introduzione del pedaggio; fa eccezione la provincia messinese sottoposta a questa incredibile tassa. Roba da scendere veramente in piazza da parte dei messinesi, ma i messinesi, da quarant’anni, sembra che non se ne siano neanche accorti (anestesia generalizzata ?, coma ?, “morte”?)
Scendendo a livello comunale, ci si può chiedere quanto sia disuguale il viale Boccetta? L’attraversamento della città è strettamente collegato con i flussi provenienti da oltre stretto. L’apertura da due anni sia pure parziale dello svincolo di Giostra mi pare quasi tenuta nascosta: segnaletica invisibile, percorsi non facilitati. Per esempio, le auto provenienti dallo stretto, all’uscita degli imbarchi trovano segnali che addirittura impediscono a chi volesse andare verso Palermo di imboccare il viale Giostra. Eppure sarebbe facile spezzare in due il flusso delle macchine che vogliono solo attraversare la città, correttamente alleggerendo il traffico sul Boccetta. In più, si potrebbero obbligare i (pochi?) camion col permesso di transito a percorrere il viale Giostra sia che siano diretti a Catania che a Palermo, impedendo il loro passaggio in pieno centro storico.
Infine, due parole sul percorso autostradale in città: è impressionante constatare come la cura della tangenziale, in particolare il fondo stradale, le strisce sul pavimento così utili in strade non illuminate, e l’illuminazione, specie delle gallerie ma non solo, siano terribilmente scadenti (disugualmente rispetto a quasi tutto il resto dell’autostrada). Forse si vuole sottolineare il fatto che in quel tratto non si paga pedaggio e che quindi nessuna cura si debba prestare? “
Durante l’estate, qualche rara, sporadica, incompleta e non convinta osservazione è emersa su qualche punto trattato nella mia lettera, m ben altro ci si aspetterebbe. Capisco che rispetto all’ampio spettro trattato dalla Brancato si tratta solo di un tassello, ma penso che questa lettera aggiunga qualche elemento nell’interpretazione della “distanza tra le Istituzioni e le persone diventata abissale”. Dove è collocato veramente l’abisso?
Francesco Guzzetta