di Pippo Trimarchi
Franz Riccobono è una di quelle persone che vorresti avere accanto a te per sempre. La sua presenza si intreccia con la tua vita e speri che abbia ricevuto il dono di prevalere sul destino. Putroppo ieri tutti noi che gli vogliamo bene, e siamo davvero tanti, abbiamo dovuto arrenderci alla realtà. Abbiamo sperato che la sua forte tempra prevalesse su una malattia infingarda che sta portando via tanti affetti. E in realtà Franz, affidandosi alla Madonna, ha resistito per un mese e mezzo, ricoverato al Policlinico e assistito dalle cure attente dei sanitari. Ad ognuno che gli dava coraggio come poteva non mancava di mostrare riconoscenza per quel segno di affetto di cui apprezzava la carezza. Era come se ognuno di noi volesse offrirgli un’arma in più contro il maledetto Covid che lo assediava e ne indeboliva le forze. Non è bastato.
Dobbiamo, tra le lacrime che, al suo pensiero, spingono irrefrenabili sui nostri occhi, prendere coscienza che Franz non sarà più accanto a noi. Non dirà più si ad ogni nostra richiesta di chiarimento sulla storia di Messina. Non dirà più si ad ogni nostra proposta di mobilitazione per il recupero e la valorizzazione dei nostri negletti beni monumentali. Franz non s’inerpicherà più su colline scoscese per raccontare la suggestiva bellezza del nostro territorio. Non salirà più sui bastioni della Real Cittadella insieme a tanti giovani per continuare a denunciarne il degrado senza mai rinunciare al sogno di vederla restaurata. L’indomito Franz Riccobono non inveirà più, con la passione e l’impeto dettati dal suo ancestrale amore per Messina, contro le istituzioni immobili e contro la politica distratta. Non se la prenderà, ancora una volta, con quella parte di mondo accademico che considerava troppo autoreferenziale e sostanzialmente indifferente alle sorti del nostro patrimonio artistico e architettonico.
Non le mandava a dire Franz, non praticava la diplomazia di chi è pronto a barattare le sue opinioni con un ruolo di prestigio. E infatti, a dispetto delle sue grandi competenze, non è stato mai valorizzato a dovere. Non gli è mai stato assegnato un ruolo pubblico dal quale potesse dare concretezza alla sua aspirazione di rilancio del territorio nel segno della cultura e delle tradizioni. Franz era consapevole di questa sorta di sbarramento nei suoi confronti, se ne dispiaceva ma non se ne faceva scoraggiare. Il suo lavoro, a prescindere dalle disattenzioni calcolate della politica, era sempre intenso e non conosceva soste. Se ognuno di noi facesse la sua parte come Franz, la nostra città sarebbe senz’altro migliore.
Ho testimonianza diretta di questo modo di praticare il suo percorso di vita tutto dedicato a Messina, di cui ho condiviso alcuni tratti. Con il suo intenso e preziosissimo coinvolgimento, insieme a Felice Siracusano e Sergio Bertolami, nel lontano 1996 abbiamo intrapreso e condotto al successo la battaglia per il recupero della Galleria Vittorio Emanuele. Con la guida di Matteo Allone, abbiamo lottato insieme a Franz Riccobono e a tante altre associazioni per la Badiazza, di cui a breve inizierà il restauro. Come non ricordare, poi, la costante presenza di Franz nella mobilitazione per la Cripta del Duomo di Messina? Anche in questo caso riusciremo a raggiungere un risultato positivo se, come siamo fiduciosi, l’Assessore Regionale alle Infrastrutture Marco Falcone manterrà l’impegno assunto per il finnziamento del restauro.
Con Franz, diversi anni fa, ci siamo anche occupati del Forte Gonzaga, insieme all’architetto Antonio Galeano. Con il supporto tecnico e progettuale di quest’ultimo, abbiamo proposto la realizzazione del Museo della Città, proprio all’interno del castello sopra Camaro. L’architetto Galeano ha persino elaborato un progetto per la realizzazione della struttura che avrebbe dovuto ospitare a Forte Gonzaga le testimonianze iconografiche, scultoree, documentali e di altro genere che avrebbero dovuto mostrare il luminoso percorso storico della città di Messina.
Il progetto architettonico del Museo della Città, promosso dall’Istituto Italiano dei Castelli, rappresentato da Michela Stagno d’Alcontres, è stato donato al Comune ma, purtroppo, è finito nel dimenticaio. Franz Riccobono era molto legato a questa idea, che per prima era nata nella sua mente fervida di iniziative. Era pronto a conferire al Museo della Città gran parte del suo sterminato patrimonio di stampe e documenti preziosissimi sulla storia di Messina.
Adesso, sull’onda dell’emozione suscitata dalla sua scomparsa, ci si affanna a volergli intestare vie e piazze. Personalmente, invece, penso che il regalo più bello e coerente che potremmo fare all’imperitura memoria di Franz Riccobono sarebbe proprio quello di realizzare finalmente il suo Museo della Città e di posizionarlo proprio a Forte Gonzaga, dove lui lo aveva immaginato. E’ un appello forte che rivolgo a tutti, e, in particolar modo a chi, dopo le elezioni, prenderà in mano le redini della città. Personalmente sono pronto a fare la mia parte, per il bene che voglio a Franz.